Rettore Cattolica ministro?

 14 novembre 2011

RETTORE CATTOLICA MINISTRO?

  1. Fa parte della CRUI

  2. E’ un rettore

  3. E’ rettore della Cattolica

        La stampa da giorni ‘assegna’ a Lorenzo Ornaghi il posto di ministro dell’IUR del costituendo governo Monti. Lorenzo Ornaghi è rettore della Cattolica, università privata, come lo è la Bocconi, presieduta da Mario Monti che ne è stato anche rettore.

1. Fa parte della CRUI

    La CRUI, di cui Lorenzo Ornaghi fa parte, ha di recente stipulato un “Accordo” con la Confindustria.

     L’”Accordo Confindustria-Crui” (e non “Accordo Crui-Confindustria”, come ‘erroneamente’ è presentato nel sito della CRUI) rappresenta la ‘formalizzazione’ della confisca dell’Università da parte della Confindustria e dell”accademia che conta’.

     Finalmente la CRUI è diventata la “locomotiva” auspicata nel marzo del 2008 dalla Confindustria che allora dichiarava: “la Crui è stata un luogo di immobilismo, abbiamo bisogno di locomotive che trainino”.

     E come una sola locomotiva si sono mosse Confindustria e CRUI quando insieme hanno trainato la Legge 240 del 2010. Una Legge progettata già nel 2003 dalla “lobby trasparente” (così si autodefinisce) TreeLLLe, promossa dalla Confindustria e che comprendeva e comprende accademici, politici e giornalisti di ogni tendenza (v. “organigramma”). Questa lobby ha allora messo per iscritto quello che poi è stato ‘tradotto’ in progetti di legge presentati prima dal PD e poi dal Governo e che hanno dato vita all’ANVUR (commissariamento del Sistema nazionale dell’Università) e alla nuova ‘governance’ degli Atenei (commissariamento degli Atenei).

      Da tempo la Confindustria ha chiarito le sue intenzioni e i suoi interessi: ridurre a non più di 19 gli Atenei veri, cioè quelli che fanno didattica e ricerca qualificate, assicurandosi comunque la partecipazione diretta di ‘esterni’ nella gestione di tutti gli Atenei attraverso i nuovi Consigli di Amministrazione dotati di immensi poteri.

       Il ruolo ‘centrale’ della Confindustria è stato ora consolidato con il recente “Accordo” tra Confindustria e Crui, che hanno costituito un “asse” per, tra l’altro, “monitorare l’evoluzione della governance degli Atenei”, “favorendo” “la dialettica tra membri interni ed esterni”. L’Accordo – addirittura – prevede la “definizione di criteri per la valutazione della qualità di ricercatori e docenti da proporre all’ANVUR“.

       Luigi Berlinguer ha definito questo Accordo “un faro” e “un solido contributo alla soluzione dei problemi” (v. il suo intervento sull’Unità del 9.11.11)

       Un Ministro che, come rettore, non ha preso le distanze da questo Accordo – anche istituzionalmente inquietante – si opporrà a quei poteri che lavorano da decenni per demolire l’Università statale?

 2. E’ un rettore

    L’opinione pubblica, cioè la ‘grande’ stampa, crede che un rettore sia l’esperto ‘ideale’ per ricoprire l’incarico di ministro competente dell’Università. Il fatto è che finora i ‘rettori-ministri’ non hanno difeso gli interessi dell’Università statale. Con Antonio Ruberti si è varata la finta autonomia statutaria degli Atenei. Con Luigi Berlinguer si sono introdotti i finti concorsi locali, si è svuotato il ruolo del CUN, si è imposto il “3 + 2”, si è allargato il precariato, si sono ridotti i finanziamenti.

3. E’ rettore della Cattolica

        Sarebbe adeguatamente ‘congruo’ con gli interessi dell’Università statale e con l’autonomia e la libertà didattica e di ricerca, garantite dalla Costituzione, un ministro che è rettore di un’Università privata e confessionale? Alla Cattolica il rettore è scelto da un Consiglio di Amministrazione in cui “su 18 consiglieri, 10 appartengono all’istituto Toniolo presieduto” da un cardinale (v. Corriere della Sera cronaca di Milano del 14.11.11).

4 comments for “Rettore Cattolica ministro?

  1. Marco Mangani
    14 novembre 2011 at 19:32

    Trovo che sarebbe estremamente grave. Grave doppiamente: perché il rettore di un’università privata non dà garanzie di rispetto dell’università pubblica; e perché il rettore di un’università confessionale non offre garanzie circa la difesa della laicità dell’istruzione pubblica in Italia

  2. Giovanni Pacioni
    14 novembre 2011 at 22:59

    nel nome dell’emergenza, in un paese travolto dalle macerie morali ed economiche, figure apparentemente rilevanti, sebbene di destra mentalmente e per appartenza politica, appaiono come le persone più idonee a risolvere i problemi, con l’accondiscendenza di quelli che si autodefiniscono “sinistra”

  3. 14 novembre 2011 at 23:07

    Sarebbe un errore gravissimo dare il controllo dell’istruzione a persone vicine allo Stato del Vaticano. Non dobbiamo mai dimenticare che gli antenati di questo Stato hanno nel curriculum la repressione di ricercatori e scienziati. Fino al 1966 la politica culturale del Vaticano si fondava sull’Indice dei libri proibiti. I tempi sono forse diversi, ma è sempre un errore grave dimenticare la storia, soprattutto quando si cercano coesione e condivisione.
    Inoltre scegliere come ministro dell’Istruzione il rettore dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, considerato molto vicino al cardinal Bagnasco, sarebbe come affidare il ministero della Sanità al presidente di una clinica privata. Questo sarebbe pericolosissimo e creerebbe un conflitto di interessi degno del peggior Berlusconi.
    Aldo Nemesio

  4. tamba
    18 novembre 2011 at 12:20

    vergognoso un tam tam mediatico come una persona meritevole come ornaghi,lo dico da studente in primis e da studente della cattolica in secondis(se si dice cosi)

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