DALLO SCIOPERO DEI PRECARI DEL 12 MAGGIO UN MOVIMENTO PIU’ VASTO E PIU’ QUALIFICATO
ABOLIRE IL PRECARIATO SENZA ABOLIRE GLI ATTUALI PRECARI
UN’ALTERNATIVA ALLA DEFINITIVA DEMOLIZIONE DELL’UNIVERSITA’
- 1. Lo sciopero dei precari del 12 maggio per allargare il movimento nell’Università
- 2. Rilanciare le ‘vecchie’ richieste delle Organizzazioni universitarie
- 3. Le proposte dell’ANDU in linea con quelle unitarie
- 4. A breve una Legge delega per ‘mettere a posto’ definitivamente tutta l’Università
- 5. Le tappe della demolizione dell’Università statale e il Gruppo di Pontignano
1. Lo sciopero dei precari del 12 maggio per allargare il movimento nell’Università
Lo sciopero dei precari universitari del 12 maggio può diventare una tappa importante per arrestare il completamento dello smantellamento dell’Università statale e rilanciare la rifondazione dell’Università statale per renderla veramente autonoma dai poteri, interni ed esterni, che la strangolano e per garantire a tutti i docenti piena libertà di ricerca e di insegnamento.
Per questo è indispensabile e urgente cancellare la schiavitù del precariato senza abolire gli attuali precari e per ottenere questo è fondamentale riprendere gli obiettivi proposti unitariamente dalle Organizzazioni universitarie e quelli proposti dall’ANDU (v. i seguenti punti 2. e 3.).
In tal modo si potrà rilanciare un movimento dei precari più forte e più qualificato, capace di coinvolgere tutte le componenti universitarie.
Un movimento autonomo, coordinato nazionalmente e in grado di rapportarsi direttamente con il Ministero, il Parlamento e le forze politiche, al di fuori da ogni logica di appartenenza e da ogni interesse corporativo o sub-corporativo.
2. Rilanciare le ‘vecchie’ richieste delle Organizzazioni universitarie
Dal documento del maggio 2022 di ANDU, ARTED, CISL UNIVERSITÀ, CNU, FLC CGIL, RETE 29 APRILE, UIL RUA, UNIVERSITÀ MANIFESTA.
Si chiedeva, tra l’altro, un’unica figura di vero pre-ruolo e quindi:
«la previsione esclusivamente di rapporti di lavoro con la piena applicazione di diritti, tutele e contributi, introducendo un’unica figura preruolo, definita nazionalmente e con autonomia di ricerca, ed eliminando quindi dall’ordinamento ogni contratto parasubordinato in contrasto con quanto previsto nella Carta Europea del Ricercatore (come borse, assegni, collaborazioni e altre forme di dumping contrattuale).»
Questa stessa richiesta era stata già avanzata in maniera più dettagliata dalle stesse Organizzazioni dell’Università nel documento del novembre del 2021 dove era anche scritto:
«L’Università necessita di un’inversione radicale di rotta. Un cambiamento che porti il nostro Paese in linea con gli altri grandi Paesi Europei, con un ingente ri-finanziamento del settore di almeno 2 miliardi di euro per programmare un reclutamento straordinario, in 4/5 anni, di almeno 30.000 posti di ruolo, attraverso una fase transitoria e un reclutamento ordinario, ciclico e progressivo, certo nei tempi, di almeno 5000 posti di ruolo a regime in grado di scardinare la guerra fra poveri che il Parlamento sta scatenando in una contrapposizione generazionale.»
«E’ indispensabile una riforma del reclutamento che superi l’arcipelago delle forme parasubordinate, lesive della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici della ricerca, con l’introduzione di una figura unica pre-ruolo, che abbia una durata contenuta e in numero proporzionale agli sbocchi in ruolo, con diritti e tutele universali sulla base dei principi sanciti dalla Carta Europea dei Ricercatori e che tenga anche conto che sia i bandi Europei che quelli nazionali prevedono finanziamenti per ruoli a tempo determinato, eliminando tutte le altre forme contrattuali di sfruttamento del lavoro precario, borse ed assegni di ricerca. Va inoltre impedito l’uso indiscriminato delle docenze a contratto che produce ulteriore precariato.»
3. Proposte dell’ANDU in linea con quelle unitarie
«Bando straordinario su fondi nazionali di almeno 45.000 posti di professore di terzo livello in 4-5 anni e proroga a domanda di tutti gli attuali precari fino all’espletamento dei concorsi, cancellazione di tutte le attuali figure precarie e introduzione di una sola figura pre-ruolo di durata triennale, in numero direttamente rapportato agli sbocchi in ruolo, con piena autonomia (anche finanziaria) di ricerca, con retribuzione, diritti e rappresentanza adeguati.»
Inoltre:
«Per debellare la cooptazione personale è indispensabile che tutte le prove, a partire da quelle relative ai dottorati, diventino nazionali e i componenti delle commissioni devono essere tutti sorteggiati tra tutti i professori e di esse non ne devono fare parte i professori che appartengono alle sedi dove sono stati banditi i posti e non ne deve fare parte più di un professore della stessa sede.»
(dal documento Come ricostruire l’Università tutta)
4. A breve una Legge delega per ‘mettere a posto’ definitivamente tutta l’Università
Nella Commissione Affari Costituzionali del Senato si sta concludendo l’esame di un provvedimento che contiene anche la delega al Governo di «riordinare e razionalizzare» l’intero impianto universitario: governance, reclutamento, ASN, valutazione della ricerca, chiamate, stato giuridico ed economico dei docenti, didattica, diritto allo studio, enti di ricerca (articolo 11 del DDL n. 1192).
L’obiettivo di questa delega in bianco è quello di ‘riformare’ la cosiddetta Legge Gelmini e per occuparsi di questa generale riforma dell’Università il Ministro ha costituito un Gruppo di lavoro con la presenza determinante di chi quella Legge ha prima ‘scritto’ e poi gestito.
L’obiettivo di questa delega è quello di concludere la definitiva demolizione dell’Università statale.
Per impedire questa devastazione è necessario un movimento universitario che, includendo tutte le componenti, contrapponga al progetto di non-università, voluto e supportato da tutte le forze politiche, un progetto organico e dettagliato per rifondare l’Università.
In questa direzione invitiamo a prendere in considerazione la proposta Come ricostruire l’Università tutta, con la quale l’ANDU indica una precisa soluzione ai seguenti temi:
- a. Diritto allo studio
- b. Abolizione del precariato (non degli attuali precari) e nuovo reclutamento nel terzo livello di professore
- c. Il ruolo unico dei professori
- d. Autonomia del Sistema nazionale dell’Università
- e. Gestione democratica degli Atenei
- f. Finanziamento dell’Università per migliorare tutti gli Atenei
5. Le tappe della demolizione dell’Università statale e il Gruppo di Pontignano
Si ricorda che la demolizione dell’Università statale è iniziata nel 1989 con la Legge Berlinguer-Ruberti ed è stata condotta principalmente dal Gruppo di Pontignano (v. Il ruolo di Luigi Berlinguer e del suo “Gruppo di Pontignano” al punto 3. di questo documento).
I seguenti provvedimenti sono stati approvati in maniera trasversale con, a volte, la formale opposizione della minoranza di turno.
Finta autonomia statutaria (1989) per salvaguardare le oligarchie degli atenei – Finta autonomia finanziaria (1993) per far gestire agli Atenei la riduzione progressiva dei finanziamenti – Finti concorsi locali (1997) e ASN (2010) per dare ulteriore spazio alla cooptazione-arbitrio personale – Introduzione del numero chiuso (1999) per negare ai giovani la scelta degli studi – Imposizione del “3 + 2″ (2000) con la frammentazione dei saperi – Invenzione dell’IIT (2003) costosissimo “giocattolo” ministeriale-confindustriale a discapito dell’Università – Istituzione “personalizzata” del SUM di Firenze e dell’IMT di Lucca (2005) – Svuotamento del CUN (2006) a favore della CRUI – Introduzione dell’ANVUR (2006) per commissariare l’Università – Messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatori (2010) per moltiplicare i precari – Cancellazione di ogni parvenza di democrazia negli atenei (2010) con il rettore-padrone assoluto – Localizzazione dei collegi di disciplina (2010) per tenere meglio a bada i docenti – Istituzione dell’Human Technopole (2016) che è una sorta di duplicazione milanese dell’IIT di Genova – Invenzione della costosa Scuola superiore napoletana (2018) – Istituzione dell’ANR (2019), per controllare ancora di più l’Università e la Ricerca – invenzione del Biotecnopolo di Siena (2021), mantenimento del precariato (2022), peggioramento del numero chiuso (2025). E anche: Cattedre Natta, scatti premiali ai docenti, borse per studenti eccellenti, aumento delle tasse, finanziamenti per alcuni docenti, finanziamenti per dipartimenti eccellenti, riduzione dei finanziamenti agli Atenei e loro iniqua distribuzione per “merito”, ecc.