CAPANO: PROFUMO, DA RETTORE INCOMPETENTE A MINISTRO COMPETENTE

 = 26 novembre 2011

  1. Giliberto Capano su Europa, organo del PD: Profumo, da rettore incompetente a ministro competente.
 2. Sottosegretario: Alessandro Schiesaro, Attilio Oliva?

1. Giliberto Capano su Europa, organo del PD: Profumo, da rettore incompetente a ministro competente

    Nel marzo scorso Giliberto Capano l’aveva ‘raccomandato’ su Europa, organo del PD: gli Atenei avrebbero dovuto “interpretare in modo responsabile l’autonomia” e, quindi, applicare fedelmente la Legge la quale prevederebbe che “l’organo che decide le strategie è il cda, il rettore governa, il senato accademico propone e suggerisce.”

       Nel maggio scorso anche Alessandro Schiesaro, capo della Segreteria tecnica del ministro Gelmini, aveva avvertito che “non è consentito di tradire lo spirito della Legge”. Consentito era, invece, “mettere in pratica la legge, ma non di smontarla”.

        E invece, come ha informato recentemente anche l’ANDU, il Politecnico di Torino, l’Ateneo del quale è stato fino ad ieri rettore Francesco Profumo, non ha interpretato “in modo responsabile l’autonomia”, ha tradito “lo spirito della Legge” e l’ha “smontata”, cioè ha previsto l’elezione dei componenti interni del CdA e, quel che è peggio, non si è “attenuto all’osservazione ministeriale” secondo la quale tale norma è illegittima. Infatti, il Politecnico, all’unanimità, ha confermato la norma che sarà presto pubblicata nella G.U. Successivamente il Ministro, non il ‘generico’ Ministero, potrebbe, secondo la Legge, “ricorrere contro l’atto emanato dal rettore, in sede di giurisdizione amministrativa”. E il ministro ora è Francesco Profumo, il rettore che ha votato a favore dello Statuto che non piace a coloro che hanno finora, direttamente e indirettamente, ‘gestito’ l’approvazione e l’attuazione della controriforma che impropriamente porta il nome del non-ministro Gelmini.

       Si capisce quindi che questa ‘complicazione’ allarmi non poco Giliberto Capano che ieri è tornato a intervenire sull’organo del PD “per salvare quello che c’è di buono nella riforma della governance delle Università italiane” e per far questo, secondo lui, “il ministro Profumo dovrà (non “dovrebbe”, ndr) andare contro il rettore Profumo”. Da cosa farà il ministro Profumo, ‘minaccia’ Capano, “capiremo (Capano e imprecisati altri, ndr) qualcosa rispetto alla capacità del governo ‘dei competenti’ di essere davvero tali, di distinguere tra legittime visioni personali e cogenti necessità istituzionali.” In altri termini, l’incompetente rettore Profumo ora dovrebbe (dovrà, per Capano) lasciare il passo al competente ministro Profumo che dovrà ubbidire alle “necessità istituzionali” della Confindustria e di quel gruppo di potere accademico che da anni lavora per distruggere l’Università statale, cancellando quel poco di democrazia che c’era.

       La preoccupazione di Giliberto Capano è accresciuta dal fatto che “se il ministro Profumo non dovesse ricorrere contro il suo ateneo, non solo darebbe ragione a quelle quindici università ( … ) che hanno ‘provato’ a forzare il significato autentico della legge 240 rispetto alla composizione del Cda ( … ) , ma con effetto a catena favorirebbe anche un ‘rompete le righe’ di tutti quegli atenei, la maggioranza, che hanno cercato di trovare soluzioni istituzionali aderenti allo spirito (v. Schiesaro, ndr) della riforma.”

      Per difendere lo “spirito” della riforma voluta dalla Confindustria (1) e dall’accademia che conta (2), Giliberto Capano, che si erge a ‘interprete autentico’ della Legge, usa un’argomentazione alquanto ‘imprecisa’: “i vecchi consigli di amministrazione, eletti in base alla logica delle rappresentanze degli interessi, hanno governato davvero male l’università”. Capano si sbaglia e di grosso. Infatti gli Atenei finora non sono stati governati dai CdA, ma dai Senati Accademici composti – prima esclusivamente e poi prevalentemente – dai presidi, rappresentanti di interessi parziali (gestione ‘condominiale’ degli Atenei). E lo stesso Capano non può non sapere che il governo vero degli Atenei era (è) esercitato dai rettori che ‘egemonizzavano’ sia il SA che il CdA, presiedendoli entrambi. E la legge che piace tanto a Capano e che è stata fortemente sostenuta dalla Conferenza dei Rettori, trasforma rettori-padroni in rettori-sovrani assoluti. Ma per Capano ciò non è ancora sufficiente a “rendere più responsabili le università italiane”. Insomma per responsabilizzare fino in fondo le università occorre il governo forte, anzi fortissimo (3).

        Giliberto Capano ha da molto tempo indicata la cura di cui ha bisogno l’Università italiana. Infatti, Capano nel marzo del 2006, sempre su Europa, allora organo della Margherita, ha addirittura attaccato il ministro Moratti scrivendo: “dal ministro manager ci saremmo aspettati molto, molto di più ( … ) una riforma del sistema di governo degli atenei che non possono più essere governati secondo le attuali logiche corporative ed autoreferenziali. Insomma, ci si aspettava che la Moratti facesse quel “lavoro sporco” che un grande manager deve saper fare per rimettere in sesto un’azienda in cattive condizioni. Ovvero ci si aspettava quelle riforme “vere” incisive e coraggiose che solo un grande politico sa fare (decidendo velocemente ed attuando immediatamente). Niente, solo maquillage. Nulla che ricordi la coraggiosa lungimiranza di riformatori veri dell’università in altri paesi (pensiamo alla Gran Bretagna dalla Thatcher a Tony Blair..).”

       Ora Capano, che finalmente ha avuto la Gelmini-Thatcher (o Gelmini-Blair?) (4), chiede al nuovo ministro di essere un Profumo-Thacher o un Profumo-Blair, scelga lui. L’importante è che salvi la controriforma impedendo che gli Atenei-biricchini (compreso il suo) non ne rispettino integralmente lo “spirito” confindustriale.

      E’ tanto per non lasciare dubbi sulle ‘direttive’ confindustriali, oggi sul Sole 24-ore, giornale della Confindustria, c’è un intervento dal titolo “Niente retromarce sulla riforma Gelmini”.

 

  1. Interessante, anche alla luce dell’intervento di Capano di ieri, è la rilettura dell’intervento “Una ‘governance’ migliore per dare responsabilità agli Atenei” di Gianfelice Rocca, vice-presidente della Confindustria, sul Corriere della Sera del 24.3.10. La linea espressa da Rocca è stata immediatamente “apprezzata” dal vice-segretario del PD, Enrico Letta.

  1. A questo proposito v. “Magnifiche quelle poltrone” sul Mondo di ieri, “Gli eterni rettori dell’università italiana” e “L’università e la formula furbetti” sul Secolo XIX di oggi.

  2. Per comprendere meglio il ‘modello” di Giliberto Capano può essere utile leggere il suo intervento “Una riforma coraggiosa per l’università” del 2004. Ecco come doveva essere, secondo Capano, il CdA: “Il Consiglio di Amministrazione è composto solo da esterni all’ateneo e di dimostrata eccellenza nei loro settori professionali. Il numero dei membri deve essere dispari, andando da un minimo di 5 ad un massimo di 9. Un membro viene nominato mediante un mutuo accordo tra le associazioni di rappresentanza degli interessi che insistono sul territorio. I restanti otto membri sono nominati per metà dal Senato Accademico e per l’altra metà in numero eguale dal ministro dell’Università e dal Presidente della Regione (.. ). Sono esclusi professori universitari in servizio in qualsiasi università (ma sono ammessi accademici in pensione o fuori-ruolo e studiosi stranieri), membri di organi di rappresentanza politica ovvero di esecutivi locali, regionali e nazionali.” E naturalmente deve essere il CdA a “nominare il Rettore da una lista di tre nomi presentata dal Senato”. Insomma, una totale ‘ASLizzazione’ degli Atenei.

  3. In realtà il Thacher-Blair italiano auspicato da Capano è stata la Confindustria, supportata dalla CRUI e dai Capi-partito di maggioranza e di non-opposizione, che ha operato un pesante bombardamento mediatico, ‘facendo’ l”opinione pubblica attraverso il Sole 24-ore, organo della Confindustria, e il Corriere della Sera. Manco a dirlo, gli ‘opinionisti’ sono stati soprattutto professori-economisti-bocconiani e rettori.

2. Sottosegretario: Alessandro Schiesaro, Attilio Oliva?

Sulla Stampa di ieri:

Dall’Unità:

“Per Istruzione e Università, si fanno i nomi  ….  di Attilio Oliva, in quota Pdl e vicino a Confindutria”. Oliva è presidente della lobby trasparente, confindustriale e trasversale, TreeLLLe che ha ‘progettato’, fin dal 2003, la controriforma sulla ‘governance’ del Sistema nazionale e degli Atenei.

Da Repubblica:

“Nella squadra dei vice di Profumo all’Istruzione, i due nomi più gettonati sono Alessandro Schiesaro, amico savonese del ministro, vicino al Pd, e …”. Schiesaro è stato capo della Segreteria tecnica del ministro Gelmini, ed è stato uno dei principali autori della Legge voluta dalla Confindustria e sostenuta dallalla quale è stato attribuito il nome dello stesso ministro Gelmini (Pdl).

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Daniele Fargion
Daniele Fargion
12 anni fa

sarebbe utile esprimersi chiaramente nell’abstract (summary) dell’articolo ANDU:

Per esempio, indicare con chiarezza se, come forse si evince,
l’attuale Ministro Profumo appare
(a noi ricercatori) piu’ adatto, attento e democratico rispetto
al passato governo e min. Gelmini…
Purtroppo Noi lettori piu immersi nel nostro
studio non siamo sempre attenti ai sottili argomenti
ed updated nelle vicende politiche..

Grazie df

Salvatore Nicosia
Salvatore Nicosia
12 anni fa

Scusate la mia ignoranza; forse dovrei saperlo, ma … chi è questo signor Capano?

Marcello Del Verme
12 anni fa

Errata corrige: non onmnes sed OMNES.

Marcello Del Verme
12 anni fa

Nel buio e/o semibuio dell’attuale controriforma universitaria, genialmente (Wow!) voluta ma non partorita dalla mente dell’ex-[Deo Gratias] Ministro(?)Gelmini, consiglierei ai nuovi restauratori di oggi (attento, però, esimio prof. Monti!) di guardare soprattutto all’estero accogliendo di là – in particolare – il parere e l’esperienza maturata dai n/s migliori, giovani e meno giovani, studiosi/ricercatori emigrati per necessità.
E poi un forte augurio, opportuno oggi per l’inizio del periodo di Avvento cristiano (e umano):
“Tempora bona veniant…”. Valete onmnes, amicae atque amici.