Catania

= 29 novembre. Lettera Rettore UNICT ai Rettori su Statuti. Lo Statuto è stato emanato ieri.

= 8 marzo 2011. Oggi si è tenuta la riunione degli iscritti all’ANDU che ha eletto la Coordinatrice (Anna Maria Panico) e l’Esecutivo (Vera Cardile, Anna Maria Panico e Marcella Renis) di Ateneo e i delegati (Vera Cardile e Anna Maria Panico) al prossimo Congresso nazionale.

 = 8 marzo 2011. Alle ore 13 a Farmacia (Cittadella universitaria) Assemblea dei docenti. V. locandina.

= 2 febbraio 2011. 

- Il Coordinamento unico di Ateneo aveva scritto:
“Riteniamo che si debba procedere, come detto, ad una elezione dei componenti su base democratica oppure, come fatto da altri Atenei, che si possa chiedere alle strutture, alle aree ed alle componenti del nostro ateneo di indicare una rosa di nomi tra cui scegliere la commissione stessa secondo forme paritarie di rappresentanza di tutte le componenti docenti e con la presenza irrinunciabile della componenti non docenti.” (dal documento del Coordinamento)

- Invece il Rettore al Senato Accademico “ha presentato una lista di sei nomi non consentendo su di essa alcuna discussione”, ha proceduto “a scrutinio palese, ed ha chiesto a ciascuno dei componenti del Senato se approvava o non approvava l’intera lista proposta”. (dalla lettera di 4 Presidi).

= “Il coordinamento d’Ateneo. Tutte le componenti coinvolte in un’esperienza di condivisione con pochi precedenti in Italia”: pagina sulla Sicilia del 4 agosto 2010.

= Le proposte e le iniziative del Coordinamento Unico dell’Ateneo: documento del 27 luglio 2010.

= Costituzione del Coordinamento docenti-studenti dell’Ateneo catanese: documento.

= Comunicato Assemblea di Ateneo del 9 luglio 2010: contro DDL e Manovra finanziaria astesione dai compiti non obbligatori e coordinamento.

= Nuova Assemblea venerdi’ 9 luglio per nuove iniziative “per impedire l’imminente conversione in legge sia del DDL sulla riforma universitaria che confina ad una posizione sempre più marginale il ruolo della ricerca, sia del decreto correttivo di finanza pubblica che penalizza in modo permanente carriere e livelli retributivi e pensionistici dei docenti universitari.”

= Lettera gli studenti.

= L’1 luglio alle 17 Assemblea d’Ateneo dei Docenti Universitari della Università di Catania:

“In ottemperanza alle iniziative promosse congiuntamente dalle Organizzazioni sindacali della docenza universitaria, come riportato nel comunicato allegato, è convocata l’Assemblea generale dei Docenti dell’Ateneo di Catania presso l’Aula Magna del Dipartimento di Fisica ed Astronomia sito alla Cittadella Universitaria, Via S. Sofia, 64 alle ore 17.00 di Giovedì 01.07.2010 con all’ordine del giorno.
– Iniquità e disparità di trattamento rispetto alle categorie non contrattualizzate dello Stato dei docenti universitari con gravi ripercussioni sulla carriera giuridica ed economica,trattamento pensionistico incluso, di tutte le fasce docenti.
– Iniziative di contrasto a sostegno della richiesta di modifiche delle ingiuste penalizzazioni contemplate dalla manovra finanziaria.”

= Protesta a Scienze contro il DDL e la Manovra finanziaria. Articolo sulla Sicilia.

= Documento dei ricercatori (18.5.10).

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6 comments for “Catania

  1. Graziano
    7 giugno 2010 at 11:48

    PIATTAFORMA PROPOSITIVA DEI RICERCATORI DELL’UNIVERSITÀ DI
    CATANIA SUL DDL GELMINI DI RIFORMA DEL SISTEMA UNIVERSITARIO
    La situazione attuale dei ricercatori universitari in Italia merita una riflessione profonda, non più
    procrastinabile alla luce dello stato di avanzamento raggiunto dal Disegno di Legge Gelmini (n.
    1905).
    I ricercatori dell’Università di Catania ritengono che sia infatti necessaria una riforma complessiva
    del sistema universitario che consenta di migliorare il livello qualitativo della ricerca scientifica e
    della formazione negli Atenei italiani, compatibilmente con l’impegno straordinario richiesto dal
    Governo al sistema universitario e considerata l’eccezionalità della contingente crisi economica su
    scala mondiale. Tale sacrificio, tuttavia, non può e non deve ricadere principalmente sulle categorie
    che quotidianamente contribuiscono a rendere possibile il perseguimento della mission
    dell’Università italiana, a partire proprio dai ricercatori.
    Con riferimento alle previsioni contenute nell’ultima versione del DdL in oggetto, licenziata in data
    19/05/2010 dalla VII Commissione del Senato, i ricercatori dell’Università di Catania, dopo ampia
    e circostanziata analisi, rilevano i seguenti punti di criticità:
    – la previsione di un’abilitazione scientifica nazionale aperta, non correlata alle necessità degli
    Atenei, potrebbe far crescere in breve tempo il numero degli “abilitati”, abbassando la
    qualità media e penalizzando, in assenza di una valutazione comparativa, i candidati
    migliori, offrendo in definitiva a tutti poche prospettive di ingresso nel sistema universitario
    e nessuna garanzia di selezione che tenga conto dei meriti scientifici;
    – la previsione di porre ad esaurimento la categoria dei ricercatori a tempo indeterminato
    rappresenta certamente uno degli elementi più critici del DdL, foriero di conseguenze ad
    oggi non prevedibili per l’intero sistema universitario. I ricercatori rappresentano circa il
    40% del corpo docente nazionale (dati al 31/12/2008) e sono indispensabili per garantire gli
    attuali livelli qualitativi e quantitativi dell’offerta formativa. È essenziale che, nell’ambito di
    un profondo riordino del sistema universitario nazionale, queste attività vengano
    riconosciute e valorizzate;
    – l’introduzione dei ricercatori a tempo determinato e la procedura di reclutamento prevista
    alla scadenza del secondo contratto presentano a loro volta alcune criticità. Innanzitutto,
    nelle forme previste, la procedura della chiamata diretta a seguito del conseguimento
    dell’abilitazione nazionale aperta potrebbe non garantire la qualità del reclutamento (non
    essendo prevista una valutazione comparativa, il numero degli abilitati potrebbe essere
    incontrollabile). Secondariamente, in assenza di una programmazione a priori delle risorse
    necessarie, la “nuova” categoria dei ricercatori a tempo determinato rappresenterebbe presto
    un’ulteriore sacca di personale non strutturato, senza concrete prospettive di carriera;
    – il combinato disposto di messa ad esaurimento dei ricercatori a tempo indeterminato ed
    introduzione dei ricercatori a tempo determinato ha obbligato il Legislatore a predisporre un
    sistema di reclutamento complesso, che appare per certi versi poco comprensibile,
    prevedendo percentuali massime e minime di promozioni interne per chiamata diretta e di
    ingressi esterni, oltretutto con notevoli differenze tra il primo periodo transitorio di sei anni
    e l’entrata a regime (dal settimo anno in poi);
    – alcuni aspetti riguardanti la mobilità sono sicuramente condivisibili e necessari per il sistema
    universitario nazionale, ma paiono inseriti in un contesto non chiaro e soprattutto in assenza
    di adeguate risorse per favorire la mobilità stessa;
    – l’eliminazione delle procedure di ricostruzione di carriera può paradossalmente rendere non
    conveniente la progressione verticale nelle fasce della docenza.
    Alla luce di tali considerazioni, si ritiene indifferibile una revisione della attuale versione del DdL
    Gelmini, in modo da attenuare e – ove possibile – eliminare le sperequazioni tra gli attuali
    ricercatori a tempo indeterminato e i “nuovi” ricercatori a tempo determinato, riconoscendo al
    tempo stesso l’importanza e il fondamentale ruolo rivestito dai ricercatori nel sistema universitario
    nazionale.
    In tal senso, i ricercatori universitari di Catania firmatari del presente documento (vedi allegato A)
    CHIEDONO
    1. che ai ricercatori che hanno svolto attività con carico didattico assegnato sotto veste
    giuridica alternativa (professori aggregati) venga riconosciuto il ruolo svolto, sia sotto il
    profilo giuridico che economico;
    2. che vengano stabiliti e garantiti criteri, tempi e risorse per permettere ai ricercatori
    attualmente in organico di poter progredire nei ruoli della docenza, senza alcun tipo di
    discriminazione rispetto a quanto previsto per le nuove figure di ricercatori a tempo
    determinato;
    3. il riconoscimento di una partecipazione attiva dei ricercatori universitari ai processi di
    governance degli Atenei, in modo congruo a garantire il rispetto della proporzione
    attualmente esistente tra gli stessi ed il totale del corpo docente;
    4. il mantenimento delle procedure di ricostruzione di carriera;
    5. la ripartizione delle risorse rese disponibili dal numero elevato di quiescenze e dimissioni di
    professori di I e II fascia, secondo criteri che tengano conto prioritariamente delle
    progressioni di carriera del personale docente in servizio e delle esigenze didattiche di
    Facoltà e di Ateneo;
    6. la definizione di un adeguato piano di finanziamento che consideri le reali necessità della
    ricerca e della didattica negli Atenei pubblici e che sia in linea con gli altri Paesi dell’Unione
    Europea.
    Allo stesso modo, appaiono condivisibili e sostanzialmente in linea con la posizione assunta dalla
    CRUI nella sua ultima mozione, approvata all’unanimità dall’Assemblea Generale del 27/05/2010,
    che tra l’altro richiede:
    – l’ulteriore ampliamento, con riguardo alle procedure di reclutamento e chiamata, in
    particolare nei primi sei anni di applicazione, delle quote destinabili alle promozioni interne
    e alle procedure di selezione rispetto ai posti da destinare ad esterni, ciò in linea con la
    richiesta già fatta di un piano straordinario che consenta ogni anno la promozione di un
    congruo numero (almeno 2000) di ricercatori a tempo indeterminato che abbiano ottenuto
    l’abilitazione scientifica nazionale a professore associato;
    – la garanzia delle posizioni di tenure track ed il vincolo dell’avvio delle procedure di
    chiamata nel caso di superamento dell’abilitazione scientifica nazionale;
    – l’approfondimento delle soluzioni riguardanti gli attuali ricercatori a tempo indeterminato,
    sia con riferimento alle loro possibilità di chiamata alle fasce superiori, sia garantendone
    meglio le attività e il ruolo, accompagnando a questo fine la loro messa ad esaurimento
    (inevitabile per l’instaurazione a regime del nuovo modello) con un pieno riconoscimento
    della loro funzione docente, con la loro collocazione, a domanda, previa verifica dei requisiti
    scientifici, nella posizione di professore aggregato.
    I ricercatori dell’Università di Catania firmatari del presente documento (vedi allegato A)
    RITENGONO OPPORTUNO
    – che il Magnifico Rettore affronti gli argomenti sopra riportati nel corso dell’Assemblea di
    Ateneo convocata per l’8 giugno 2010;
    – che gli organi collegiali di governo dell’Ateneo si impegnino a rappresentare le suddette
    richieste nelle competenti sedi ministeriali e parlamentari, affinché le prossime versioni del
    DdL recepiscano quanto richiesto nei punti precedenti, in modo da non vanificare le legittime
    aspettative dei ricercatori a tempo indeterminato.
    Catania, 4 giugno 2010

  2. Albert
    9 giugno 2010 at 00:26

    Tutti a chiedere ope legis, eh? E sempre solo per i già garantiti, ci mancherebbe.

  3. Graziano
    9 giugno 2010 at 10:23

    eg collega albert ,occorre guardare avanti, cosi come è giusto che si riconosca il lavoro svolto dai precari , è altrettanto giusto che si riconosca il lavoro svolto da colleghi che per 30 anni sono al palo vedendo andare avanti i soliti nepotismi(figli,mogli,nipoti,allievi..)
    il merito è presente basta vedere… il lavoro svolto…

  4. Graziano
    15 giugno 2010 at 11:42

    Disegno di Legge 1905/2009
    Mozione approvata dal Consiglio della Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali
    dell’Università degli Studi di Catania nella seduta del 3 giugno 2010.
    ————————————————————
    Il Consiglio della Facoltà di Scienze MM. FF. e NN. esaminato il D.L 1905/2009 iguardante la riforma dell’università e l’insieme delle norme e decreti attualmente allo studio cfr. 160), rileva che il provvedimento:
    r(‐ non contiene alcun progetto di sviluppo, che permetterebbe di avvicinarsi agli obiettivi fissati per l’università e la ricerca dai ministri europei dell’educazione nell’incontro di Lisbona. Anzi, sprime la volontà di un progressivo strangolamento delle università, mediante il blocco o ddirittura il decremento delle risorse finanziarie assegnate.
    ea‐ Introduce un sistema di “governance” che cancella la democrazia e l’autonomia delle università. Basti osservare che tutti i più importanti momenti decisionali vengono affidati al consiglio di amministrazione, che è formato da 11 componenti, dei quali soltanto il rettore ed i rappresentanti degli studenti vengono eletti. Gli altri sono “designati o scelti” e di essi almeno tre on devono appartenere ai ruoli dell’ateneo. Il senato accademico esprime solo proposte e areri.
    np‐ Pone i presupposti normativi per una pesante ingerenza dei privati e dei partiti nella programmazione delle attività di ricerca e di didattica da svolgere nelle università. Oltre quelli su ccennati, relativi alla “governance”, notiamo ad esempio l’introduzione dell’accreditamento dei ollegi universitari, “anche ai fini della concessione del finanziamento statale”.
    acPropone un sistema aziendalistico di gestione dell’università che non si armonizza con le sue nalità: promozione dello sviluppo, culturale, sociale e non solo economico del Paese.
    ‐ fiAggiunge un ulteriore appesantimento al divario economico, strutturale e infrastrutturale già sistente fra università settentrionali e meridionali.
    ‐ e‐ Mina profondamente il diritto di tutti allo studio, sia mediante la prevedibile lievitazione dei costi che dovranno sopportare gli studenti per la loro frequenza all’università, sia mediante introduzione forzosa dei numeri programmati. Ancora una volta, la selezione verrà effettuata pparentemente sul merito, ma in effetti sul censo.
    l’a‐ Produce, in accordo con la politica dei tagli economici generalizzati ed orizzontali, una insostenibile contrazione di tutto il personale docente, ricercatore, e tecnico amministrativo che, on grave danno per l’intero Paese, porta, quale ineluttabile conseguenza, alla contrazione ell’offerta formativa e dell’attività di ricerca, istituzionalmente demandate all’università.
    cd‐ Introduce, attraverso una falsa idea della “produttività”, una sfrenata concorrenza fra docenti, facoltà, dipartimenti e sedi universitarie, che, finalizzata all’accaparramento delle scarse risorse esidue del sistema, risulta contraria allo spirito di collaborazione e libero confronto scientifico he produce il progresso di un Paese.
    rc‐ Introduce un meccanismo di selezione dei docenti, che prevede una semplificazione del sistema, in quanto le figure di ruolo si riducono da tre a due, ma in realtà, in assenza di una programmazione di ampio respiro dei posti di ruolo e di tempi certi per l’ espletamento dei concorsi, si traduce in uno sfruttamento selvaggio dei giovani laureati, in una lotta fratricida tra ricercatori a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato e nella mancanza delle necessarie garanzie per le università di poter scegliere i docenti che meglio rispondono alle proprie dichiarate esigenze.
    Il Consiglio di Facoltà, ribadendo le proprie determinazioni assunte il 27.11.2008 ed il 0.05.2010, ritiene che sia indispensabile da parte del Ministero:
    2procedere ad una profonda revisione della logica e delle finalità del D.L. 1905/2009 e ell’insieme delle normative annunciate;
    ‐ dintrodurre un piano di sviluppo della ricerca e della didattica delle università, che, non a parole, a nei fatti, individui in esse il volano dello sviluppo economico, culturale e sociale del Paese;
    ‐ m‐ effettuare una programmazione pluriennale dei posti di ruolo, che porti l’Italia a raggiungere gli standard europei e che fissi tempi certi per lo svolgimento dei concorsi, con procedure che garantiscano gli obiettivi e le strategie dichiarate dalle diverse sedi universitarie e la partecipazione delle diverse componenti dei docenti alle commissioni. Il primo passo in questa direzione è, ovviamente, l’eliminazione dell’insensato blocco del “turnover”, che fortemente dequalifica l’Italia in campo internazionale;
    ‐ definire seri e condivisi parametri di valutazione delle attività scientifiche e didattiche delle università, che tengano conto non solo delle peculiarità dei diversi settori scientifico disciplinari, ma anche dei differenti ruoli che essi giocano nella società contemporanea.
    In relazione a quanto sopra, il Consiglio di Facoltà invita il Rettore a farsi promotore in tutte le sedi di dibattito, e soprattutto all’interno della CRUI, delle proposte di modifica della riforma qui espresse. Il Consiglio inoltre, al fine di evidenziare il grave disagio in cui attualmente versa l’Università pubblica a seguito dei diversi provvedimenti subiti nell’ultimo decennio, e di sensibilizzare l’opinione pubblica alle gravi ripercussioni sociali indotte dal processo involutivo a cui essa sarà sottoposta a seguito dell’applicazione di quanto contenuto nella proposta ministeriale di riforma, invita i propri docenti (Ordinari, Associati e Ricercatori) ad astenersi dallo svolgimento, sia a titolo gratuito che a titolo retribuito, di incarichi didattici non obbligatori.

  5. graziano
    12 luglio 2010 at 23:32

    Ateneo
    Mozione sul Ddl 1905
    Approvato all’unanimità dal Senato Accademico dell’Università di Catania – ordine del giorno aggiunto della seduta di lunedì 12 luglio 2010

    12 luglio 2010

    DOCUMENTO sul DDL 1905

    Il Senato Accademico dell’Università di Catania, nell’adunanza del 12 luglio 2010

    – PRENDE ATTO che in molte Facoltà dell’Ateneo molti ricercatori hanno dichiarato – in attesa di significativi cambiamenti del Ddl 1905 – la propria indisponibilità ad assumere per affidamento compiti di didattica frontale nell’A.A. 2010-11;
    – GIUDICA positivamente alcuni emendamenti al testo originale proposti dalla Commissione Cultura del Senato;
    – RITIENE ESSENZIALE che ulteriori cambiamenti vengano introdotti nel corso dell’iter parlamentare.

    Il Senato, infatti, CONSIDERANDO:
    . l’importanza e il ruolo cruciale che riveste la ricerca scientifica e tecnologica per lo sviluppo e la crescita del paese, soprattutto in momenti di crisi economica,
    . che in Italia la ricerca scientifica ha luogo prevalentemente all’interno delle università e degli enti di ricerca pubblici,
    . ricordando l’alto livello internazionale raggiunto in molti settori dalla ricerca italiana nonostante la continua e distruttiva diminuzione delle risorse e lo scarso ricambio di personale,
    . che lo Statuto dell’Ateneo di Catania già considera la posizione dei ricercatori a tutti gli effetti equivalente al ruolo di docente universitario,
    . che, nell’Ateneo catanese, molti ricercatori hanno un curriculum prestigioso, un profilo scientifico non di giovani leve in formazione, ma di scienziati affermati a livello internazionale,

    RITIENE che, difficilmente, si potranno mantenere standard di eccellenza, se si creano, di fatto, situazioni di instabilità giuridica dei Ricercatori, che, inevitabilmente, verrebbero spinti (e proprio i più brillanti di loro) ad andare all’estero, compromettendo il ricambio generazionale reso gravissimo dall’elevato numero di pensionamenti anticipati;

    RITIENE che i ricercatori universitari a tempo indeterminato, con una presenza pari a circa il 40% – e in due/tre anni del 50% – del personale dedito alla ricerca e alla formazione, hanno avuto e hanno un ruolo essenziale nello svolgimento di tutte le funzioni istituzionali delle università, garantendo, nei fatti, agli Atenei la possibilità di realizzare una formazione qualificata;

    EVIDENZIA che la non regolarità formale e sostanziale di continuare ad utilizzare i ricercatori a tempo indeterminato per le attività didattiche ufficiali, senza riconoscere loro il diritto reale a farlo, sta determinando un disimpegno generalizzato degli stessi (e non solo) dallo svolgimento delle attività didattiche non obbligatorie per legge, e di fatto impedendo l’organizzazione dell’offerta formativa del prossimo A.A., con grave ulteriore danno per l’immagine dell’Università presso l’opinione pubblica e con possibili gravi disagi per gli studenti.

    Il Senato Accademico pertanto:

    RITIENE NECESSARIO che, nel rispetto degli esclusivi criteri di merito che il legislatore vorrà individuare, vengano previsti programmi e procedure, credibili e con tempi certi e risorse adeguate, che permettano di gestire il sistema universitario con efficienza ed efficacia nel periodo di transizione tra vecchio e nuovo ruolo dei ricercatori e tali da consentire ai ricercatori a tempo indeterminato di vedere valutato nella fase di passaggio a professore associato, con serietà e riconosciuto con chiarezza il loro impegno didattico e scientifico;

    RITIENE AUSPICABILE individuare specifiche misure destinate agli attuali ricercatori a tempo indeterminato, che prevedano la chiamata diretta di un congruo numero di essi alla fascia superiore (Professore Associato) dopo aver ottenuto l’idoneità nazionale, entro i prossimi sei anni, cioè prima che si concluda il percorso formativo dei ricercatori a tempo determinato;

    ESPRIME PIENA CONVINZIONE sull’urgenza di definire comunque uno stato giuridico dei ricercatori universitari a tempo indeterminato che, riconoscendo agli stessi i ruoli che effettivamente svolgono e svolgeranno all’interno delle facoltà, sancisca un conveniente equilibrio nell’impegno tra le attività didattiche e quelle della ricerca scientifica e permetta così di superare l’ingiustificato contrasto tra diritti reali e doveri sostanziali che da anni caratterizza questo ruolo universitario;

    AUSPICA, per la nuova figura di ricercatore a tempo determinato, un reale chiaro percorso che preveda, dopo il conseguimento di un’idoneità nazionale alla docenza, l’obbligo dell’ateneo di provvedere ad un inserimento in ruolo, onde evitare la costituzione di una nuova forma di precariato che si andrebbero ad unire a quella di Assegnisti, Borsisti e Professori a Contratto.

    Per quanto attiene alla governance dell’Ateneo, se è da considerarsi irrinunciabile l’obiettivo di una semplificazione e di una chiarificazione dei rapporti tra gli organi centrali e periferici, il Senato Accademico: SOTTOLINEA che il perseguimento di questo obiettivo non può andare a scapito del principio che l’Università è una comunità di studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo che si deve, in un paese democratico, autogovernare. Il necessario collegamento con l’autorità politica, le altre Istituzioni nel territorio e la Società, deve essere assicurato esclusivamente da scelte programmatiche trasparenti e che pongono con chiarezza gli obiettivi, da valutare ex post, ma anche Criteri certi di valutazione a priori della Qualità del processo.

    In particolare, il Senato è dell’opinione che contrastano con il principio dell’autonomia:
    . La previsione che il Rettore possa essere estraneo all’Università che è chiamato a reggere;
    . Il permanente squilibrio, nel Ddl emendato, del rapporto tra Senato Accademico e Consiglio d’amministrazione, a danno del primo, cui viene affidato sostanzialmente solo una funzione consultiva di formazione di pareri e proposte, anche in ordine alle funzioni più proprie dell’Università, quali la definizione dell’offerta formativa (attivazione e disattivazione dei corsi) e la pianificazione dell’attività di ricerca;
    . La composizione stessa dei Senati Accademici, che non può non prevedere fra i componenti i presidenti delle strutture intermedie;
    . La previsione che il Consiglio d’amministrazione possa essere presieduto da un soggetto diverso dal Rettore, necessariamente estraneo all’Università;
    . La previsione che un rilevante numero di componenti del Consiglio d’Amministrazione debbano essere esterni all’Università.

    Il Senato non può non sottolineare infine come il mancato accoglimento di queste richieste possa generare dinamiche complesse che potrebbero precludere la sostenibilità dell’offerta formativa per i prossimi anni accademici, il reale funzionamento del sistema e la sua capacità di contribuire alla crescita sociale ed economica del paese e delle regioni.

    Chiede pertanto al Magnifico Rettore di esprimere con forza in tutte le sedi istituzionali i contenuti del presente documento, dando anche rilevanza mediatica nelle sedi e forme che riterrà più opportune ed efficaci.

  6. Graziano
    28 settembre 2010 at 09:47

    L’ASSEMBLEA
    DELL’ATENEO
    DI
    CATANIA,
    RIUNITASI
    IL
    GIORNO
    20
    SETTEMBRE
    2010
    NELL’AULA
    MAGNA
    DEL
    DIPARTIMENTO
    DI
    FISICA
    E
    ASTRONOMIA,
    CONDANNA
    ASPRAMENTE
    I
    TAGLI
    INDISCRIMINATI
    ALL’FFO
    E
    RIBADISCE
    QUANTO
    GIA’
    DICHIARATO
    NEL
    DOCUMENTO
    DEL
    COORDINAMENTO
    UNICO
    DI
    ATENEO,
    OVVERO:

    che
    non
    si
    può
    parlare
    di
    formazione
    di
    qualità
    in
    assenza
    di
    un
    piano
    di
    investimento
    di
    livello
    europeo;

    che
    è
    necessario
    opporsi
    con
    forza
    allo
    smantellamento
    dell’Università
    pubblica
    statale
    e
    del
    sistema
    di
    tutela
    del
    Diritto
    allo
    Studio,
    che
    colpisce
    con
    l’aumento
    delle
    tasse
    e
    i
    numeri
    chiusi
    in
    particolare
    gli
    studenti,
    le
    famiglie,
    il
    futuro
    del
    nostro
    paese;

    che
    l’azione
    del
    Governo
    colpisce
    in
    modo
    mirato,
    tra
    tutti
    i
    lavoratori
    dell’Università,
    i
    più
    giovani
    in
    ruolo
    ed
    i
    precari,
    cancellando
    le
    opportunità
    di
    accesso
    ai
    ruoli
    e
    di
    progressione
    di
    carriera;

    che
    il
    contenuto
    del
    DDL
    1905
    sulla
    riforma
    universitaria
    è
    inaccettabile,
    sia
    per
    l’indecoroso
    trattamento
    riservato
    a
    tutte
    le
    componenti
    universitarie
    sia
    per
    le
    deleterie
    determinazioni
    relative
    alla
    governance
    degli
    Atenei;

    che
    tale
    disegno
    mortifica
    finanziariamente
    e
    professionalmente
    il
    professore
    universitario,
    unico
    dipendente
    pubblico
    non
    contrattualizzato,
    che
    risentirà
    degli
    effetti
    della
    riduzione
    stipendiale
    per
    tutto
    l’arco
    della
    sua
    vita
    lavorativa
    e
    nel
    trattamento
    pensionistico;
    L’ASSEMBLEA
    DUNQUE,
    PRESO
    ATTO
    CHE

    le
    richieste
    avanzate
    dal
    Senato
    Accademico
    nel
    documento
    del
    12/07/10,
    e
    condivise
    dal
    Coordinamento
    Unico
    di
    Ateneo,
    non
    sono
    state
    accolte
    dalla
    versione
    del
    DDL
    1905
    approvata
    dal
    Senato
    il
    29
    luglio
    scorso;

    il
    DDL
    1905
    è
    attualmente
    in
    discussione
    alla
    Camera
    e
    se
    ne
    prevede
    l’approvazione,
    in
    una
    forma
    pressochè
    immodificata
    rispetto
    al
    Senato,
    entro
    la
    prima
    metà
    di
    ottobre;

    l’indisponibilità
    alla
    didattica
    non
    obbligatoria
    per
    legge
    del
    32%
    dei
    ricercatori
    del
    nostro
    Ateneo,
    e
    la
    conferma
    da
    parte
    di
    numerosi
    docenti
    di
    prima
    e
    seconda
    fascia
    dell’intenzione
    di
    non
    ricoprire
    gli
    incarichi
    lasciati
    dai
    ricercatori,
    determinerà
    la
    scopertura
    di
    almeno
    365
    corsi
    di
    insegnamento
    su
    otto
    Facoltà
    con
    conseguenti
    notevoli
    ripersussioni
    sull’organizzazione
    dell’offerta
    formativa
    del
    prossimo
    A.A.2010-­‐2011,
    con
    grave
    ulteriore
    danno
    per
    l’immagine
    dell’Università
    presso
    l’opinione
    pubblica
    e
    con
    possibili
    gravi
    disagi
    per
    gli
    studenti;

    la
    protesta
    di
    studenti,
    ricercatori
    (precari
    e
    strutturati)
    e
    docenti
    a
    livello
    nazionale
    sta
    di
    fatto
    provocando
    in
    questi
    giorni
    il
    rinvio
    dell’Anno
    Accademico
    in
    numerosi
    atenei
    italiani;

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