L’UNIVERSITA’ NON PUO’ PIU’ ASPETTARE

 

  1. L’UNIVERSITA’ NON PUO’ PIU’ ASPETTARE

  2. IL PRESIDENTE DELL’ANVUR SCRIVE ALL’ANDU

  3. IL RETTORE DI CATANIA SI E’ DIMESSO

  4. IL RETTORE DI MESSINA NON SI DIMETTE

  5. ANCHE IL TAR SICILIA BOCCIA IL RETTORE-MINISTRO

1. L’UNIVERSITA’ NON PUO’ PIU’ ASPETTARE

Prima delle elezioni

       Poche sono state le richieste per “Salvare e rilanciare l’Università”, avanzate da ADI, ADU, ANDU, CIPUR, CISL-Università, CNRU, CNU, COBAS-Pubblico Impiego, CoNPAss, CSA-CISAL Università, FLC-CGIL, LINK, RETE29Aprile, SNALS-Docenti, SUN, UDU, UGL-INTESA FP, UIL RUA, USB-Pubblico Impiego, inserite nel programma elettorale del PD, mentre il Segretario del PD, sul Corriere della Sera, aveva scritto che “le proposte (della CRUI) sono condivisibili e trovano spazio nel programma del Pd”.

Dopo le elezioni

      Dopo le elezioni negli “Otto punti per un governo di cambiamento” lo stesso PD, alla fine dell’ottavo punto (non al primo punto!), si occupa di Università, limitandosi a proporre il “reclutamento dei ricercatori”, cioè – di fatto – l’aumento della già enorme quantità di precari.

Ciò che è invece veramente urgente

      Al contrario, l’Università ha bisogno SUBITO di migliaia di NUOVI docenti di RUOLO e per questo è necessario il bando nazionale di almeno 20.000 posti in un nuovo ruolo unico della docenza o, in attesa della sua attuazione, di almeno 20.000 posti nel ruolo di ricercatore a tempo indeterminato, da trasformare in terza fascia di professore. Solo così si fa una vera lotta al precariato e si sostituiscono le miglia di docenti di ruolo che sono andati e andranno presto in pensione.

      Assieme a questo è urgente anche:

  • un vero diritto allo studio, abolendo il numero chiuso e accrescendo il valore legale e reale della laurea (e del voto di laurea);

  • prevedere un organo interamente e direttamente eletto da tutte le componenti a cui affidare la “gestione responsabile” dell’Ateneo e la costituzione di un organo nazionale interamente e direttamente eletto da tutte le componenti a cui affidare il coordinamento e la piena rappresentanza del Sistema nazionale universitario;

  • valorizzare il dottorato di ricerca e abolire il dottorato senza borsa;

  • valorizzare le professionalità del personale tecnico-amministrativo investendo in aggiornamento e formazione;

  • cancellare l’ANVUR e prevedere un sistema di valutazione partecipato e condiviso. Per approfondire v. il punto “7. ANVUR: Kostoris, Modica-Tocci, ANDU e Astrid” del messaggio ANDU.

Che fare. Movimento e Parlamento

- Movimento

     Non c’è alternativa. Si deve sviluppare una immediata, grande e unitaria mobilitazione di tutte le componenti dell’Università, come è parzialmente già successo in Italia e come è già successo e sta succedendo in Francia. Senza un impegno diretto di coloro che lavorano e studiano nell’Università sarà comunque impossibile fermare la potente lobby accademica-confindustriale che ha progettato e realizzato la cancellazione dell’Università statale. E sarà comunque impossibile ottenere gli interventi urgenti per rilanciarla.

- Vecchio “Parlamento commissariato”

     Le Organizzazioni universitarie hanno fortemente auspicato che il nuovo governo, il nuovo ministro e il nuovo Parlamento, a differenza dei precedenti, non ascoltino “soltanto coloro che hanno interesse allo smantellamento dell’Università statale”.

  Il precedente Parlamento, secondo Enrico Letta, vice-segretario del PD, era “un parlamento commissariato”, composto da persone, “fedeli di un capo di destra, di centro, di sinistra” (v. ‘conversazione‘ di E. Letta con Bruno Vespa al XXV Convegno dei Giovani Imprenditori della Confindustria nell’ottobre 2010). E quel Parlamento ha ubbidito all’ordine dei capi “di destra, di centro, di sinistra” di far passare la cosiddetta legge Gelmini voluta dalla Confindustria, la cui linea è stata peraltro pubblicamente apprezzata dallo stesso vice-segretario del PD.

-Nuovo Parlamento

    Gli stessi “capi” hanno mantenuto quella legge elettorale che aveva loro permesso di nominare i Parlamentari e di “commissariare” il Parlamento. Nonostante ciò una parte non irrilevante del nuovo Parlamento non è stata nominata dai “capi”. Inoltre, non è detto che tutti i “nominati” rimarranno “fedeli” ai loro “capi”, considerando la forte richiesta di cambiamento espressa dal voto (e dal non voto).

      Insomma è ora forse possibile che non tutto il nuovo Parlamento ascolti “soltanto coloro che hanno interesse allo smantellamento dell’Università statale”. Ed è, quindi, forse possibile che non tutto il nuovo Parlamento ‘rispetti’ gli interessi della Confindustria e dell’accademia che conta (con in testa la CRUI). Ed è anche forse possibile che buona parte dei Parlamentari non credano a quanto propagandato contro l’Università dalla ‘grande’ stampa nazionale (con in testa il Sole 24-ore e il Corriere della Sera).

     In questo nuovo Parlamento potrebbe accadere quello che in NESSUNO altro Parlamento italiano è mai successo: molti Parlamentari potrebbero leggere attentamente e tenere in conto le analisi e le richieste contenute nei documenti delle Organizzazioni universitarie, frutto di una elaborazione svolta da tanti anni da coloro che esprimono gli interessi della stragrande maggioranza di chi lavora e studia nell’Università. E potrebbe anche succedere – per la prima volta dopo decenni – che le audizioni e gli altri incontri in Parlamento con le Organizzazioni universitarie non risultino meri rituali ‘democratici’.

I salvatori della patria

      Che l’Università italiana si trovi in una profonda crisi lo sanno e lo dicono tutti, anche coloro che questa crisi l’hanno voluta e l’hanno prodotta per cancellare l’idea stessa di un’Università statale qualificata, democratica, aperta a tutti e diffusa nel Paese. Addirittura costoro – sicuri del supino sostegno della ‘grande’ stampa – si presentano come salvatori della patria e puntano a garantirsi il controllo (preferibilmente diretto) del Ministero per completare la distruzione dell’Università, come dettato dalla Confindustria.

- CRUI

     In questa direzione la Conferenza dei Rettori, con in testa il suo Presidente, tenta in tutti i modi di accreditarsi come ‘oppositrice’, chiedendo meno tagli e più “autonomia responsabile” per gli Atenei, cioè più risorse e più potere ai già potentissimi Rettori e ai ‘loro’ Consigli di Amministrazione, resi tali dalla legge cosiddetta Gelmini che ha ‘solo’ attuato quanto scritto dalla Confindustria, dal PD e dalla stessa CRUI.

- L. Berlinguer

      Nella stessa direzione va Luigi Berlinguer che, come la CRUI ha sostenuto la legge cosiddetta Gelmini, e che oggi sostiene che “l’università merita un’attenzione politica e finanziaria assolutamente prioritaria”, non mancando di difendere la sua devastante controriforma del “3 + 2” che ha contribuito non poco alla dequalificazione della didattica (v. intervento sul Sole 24-ore dell’11.3.13).  Per approfondire la questione del “3 + 2” v. il punto “5 . Il tabù del ‘3 + 2’” del messaggio e il messaggio “Il fallimento del ‘3 + 2’”.

2. IL PRESIDENTE DELL’ANVUR SCRIVE ALL’ANDU

     Abbiamo ricevuto e volentieri riportiamo il seguente messaggio inviatoci da Stefano Fantoni, presidente dell’ANVUR. Fantoni fa riferimento al precedente messaggio dell’ANDU “Puglisi e Rocca: private vecchie e nuove” (qui riportato in calce), con il quale, tra l’altro, si informava che “l’imprenditore Gianfelice Rocca “è stato Vicepresidente di Confindustria con delega all’Education. Attualmente è Presidente del Consiglio dell’Istituto Italiano di Tecnologia, Presidente del Comitato Consultivo di ANVUR …”, come riporta attualmente Wikipedia. Prendiamo positivamente atto che “il Dr G.F. Rocca ha dato le dimissioni da Presidente e da membro del Comitato Consultivo dell’ANVUR”.

     Nello stesso messaggio dell’ANDU non c’era alcun riferimento al “Prof. A. Lenzi”, ne’ ad “altre istituzioni o associazioni culturali”.

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“Subject: Rocca

Date: Wed, 27 Feb 2013 18:09:30 +0100

From: “Fantoni Stefano” <stefano.fantoni@…>

To: “ANDU” anduesec@tin.it

Per vostra conoscenza, il Dr G.F. Rocca ha dato le dimissioni da Presidente e da membro del Comitato Consultivo dell’ANVUR proprio in relazione al possibile conflitto di interessi derivante dalla richiesta di Humanitas. Il CNEL ha già’ designato al suo posto il Dr. Ivan Lo Bello che ha già preso parte ad una riunione del comitato. Sempre per vostra conoscenza anche il Prof. A. Lenzi ha dato le dimissioni da membro del Comitato Consultivo ed il CUN ha designato il Prof. G. Anzellotti al suo posto. All’ANVUR siamo molto attenti, a differenza di altre istituzioni o associazioni culturali, al conflitto di interessi.

Cordiali saluti

Stefano Fantoni”

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Messaggio ANDU “Puglisi e Rocca: private vecchie e nuove”

- Giovanni Puglisi

     “Protesta degli atenei privati ‘Noi più colpiti dai tagli'”. Intervista sul Corriere della Sera ed. Milano del 27.2.13 a Giovanni Puglisi, rettore dello IULM e della KORE, coordinatore delle Università non Statali e vice-presidente della CRUI. Puglisi ricopre e ha ricoperto tanti altri importanti incarichi, accademici e non accademici.

- Per leggere l’intervista cliccare qui.

- Per conoscere l’attività di Puglisi cliccare qui.

- Gianfelice Rocca

     “La famiglia Rocca lo scorso 28 dicembre ha presentato al ministero dell’università la domanda per aprire la Humanitas University: corsi per medici, infermieri e tecnici di radiologia e radioterapia.” “Una bella risposta, insomma, alla carenza di posti negli atenei pubblici. E una possibilità in più per gli studenti che dovono fare i conti con il numero chiuso.” (dal Giornale ed. Milano del 26.2.13, “Medicina, dai rettori l’ok a due università private”).

     L’imprenditore Gianfelice Rocca “è stato Vicepresidente di Confindustria con delega all’Education. Attualmente è Presidente del Consiglio dell’Istituto Italiano di Tecnologia, Presidente del Comitato Consultivo di ANVUR …” (da Wikipedia).

3. IL RETTORE DI CATANIA SI E’ DIMESSO

- Su CTZEN:

“Unict, il rettore Antonino Recca si dimette «Non esistono più le condizioni di serenità»”. Cliccare qui.

 = Su sito ANDU:

“Caso Catania” al punto 5 del messaggio. Cliccare qui.

4. IL RETTORE DI MESSINA NON SI DIMETTE

- Sul sito ANDU-UniMe: “L’Università è in ginocchio“.

- Dopo la condanna, il Rettore chiede di “individuare e isolare” il dissenso:

     “La comunità accademica, tuttavia, si deve interrogare sulle improprie conflittualità che, ancorché limitate, continuano a persistere al suo interno, portando a un inevitabile autolesionismo, e deve saperle individuare e isolare sul piano istituzionale in modo adeguato” (da Tempostretto)

- “Lo Strano caso dell’eterno rettore. Fondazione ad hoc, così il rettore resta ‘in carica a vita'”, sul Secolo XIX del 4.3.13.

- “Tomasello stretto tra liti e sentenze”, sul Mondo datato 8.3.13.

E la Conferenza dei Rettori e il Rettore-ministro continuano a tacere.

5. ANCHE IL TAR SICILIA BOCCIA IL RETTORE-MINISTRO

      Dopo la bocciatura da parte dei TAR competenti dei ricorsi del Rettore-ministro contro gli Statuti delle Università di Genova, di Firenze, di Pisa e del Politecnico di Torino, colpevoli di avere previsto l’elezione dei componenti ‘interni’ del CdA, anche il TAR Sicilia ha bocciato il ricorso ministeriale contro l’elezione – pur ‘aggiustabile’ dal S.A. – prevista dallo Statuto di Palermo (v. il testo dello Statuto).

      Va ricordato che lo stesso Rettore-ministro ha già deciso di ricorrere al Consiglio di Stato “per far valere la propria tesi illiberale, antidemocratica che è chiaramente finalizzata a realizzare quella “governance centralistica” gradita alla CRUI”, come ha commentato giorni fa Gianni Porzi.

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