Torino

= 23 novembre 2011.  “Statuto approvato contro il ministero”: articolo su Repubblica di Torino del 23.11.11.

= 24 febbraio 2011. Alle 11 in Corso Duca degli Abruzzi 24, Assemblea delle Università piemontesi: v. locandina.

= 24.12.10. Fuori dalla CRUI.
“L’Università di Torino ha deciso di non versare per il 2011 la quota d’iscrizione alla Crui”. Il Rettore ha dichiarato: “io da tempo non mi sento rappresentato, sono in disaccordo con le posizioni della Crui e del suo presidente Decleva” (v. articolo sulla Stampa).

= 9.12.10. Lettera aperta al Sindaco Chiamparino e ai nostri concittadini: Il disagio di un giorno vale molto più di un domani senza futuro”.

= 26.11.10. “Porcellum universitario”. Invitiamo a leggere l’intervento di Paolo Bertinetti, preside della Facoltà di Lingue di Torino. Bertinetti, tra l’altro, scrive che il DDl serve “a promuovere un’idea di Università corrispondente a un’aziendalistica logica di “mercato”. Cosa che non significa niente, ma che nel caso specifico ha voluto dire: governo dell’Università affidato a un Consiglio di Amministrazione invece che al Senato Accademico, ricercatori a tempo determinato, anziché revisione dello stato giuridico e del ruolo dei ricercatori. Molti rettori (come a Torino Profumo) hanno appoggiato la ministra. E in molti casi hanno anticipato, assecondando i gruppi di potere del proprio Ateneo, i contenuti della legge non ancora legge.”
Ed ancora: qualunque sarà il prossimo scenario “il PD e le forze democratiche dovranno ascoltare con grande attenzione le richieste che vengono dal mondo universitario, dai ricercatori, dai professori, dagli studenti. Da tutti, tranne che dalla cupola dei Rettori di quella CRUI che ha dimostrato di essere il comitato d’affari dei distruttori dell’Università pubblica.”.

= 22.11.10. “Appello nazionale” da Palazzo Campana: bisogna “impedire l’approvazione di una riforma che attenta al futuro di questo Paese e della nostra generazione”.(testo dell’Appello e articolo).

= 19.11.10. Occupato Palazzo Campana: “l’occupazione continuerà fino al voto in Parlamento” (v. articolo).

= 7.11.10.  Sostituzione ‘forzata’. Al Politecnico di Torino, e in altri posti, si è voluto sostituire comunque i docenti che si rifiutano, per protesta contro il DDL, di svolgere compiti non obbligatori. Il risultato in un articolo sulla Stampa (“I docenti reclutati non sanno cosa ci devono insegnare”).

= 5.11.10. Un intervento contro il DDL Segnaliamo l’intervento di Alessandro Ferretti, dell’Università di Torino, sul Manifesto di oggi. Ferretti, tra l’altro, scrive: “La riforma Gelmini dell’università realizza la cancellazione della terza fascia, nega la possibilità di carriera a otre 27 mila ricercatori, rende peraltro difficoltosa la ricostruzione del loro percorso contributivo.”
 

= 2.11.10. Assemblea dei Docenti degli Atenei torinesi promossa dall’ANDU: locandina.

= 18.10.10. Invitiamo a leggere l’interessante contributo di Davide Ascoli, dell’Università di Torino, “Oltre la Gelmini: Università e privatizzazioni”. Ascoli analizza i contenuti principali del DDL evidenziando, tra l’altro, che “il DDL colloca ad esaurimento il ruolo dei ricercatori e li estromette dai processi decisionali, mentre ai nuovi ricercatori a tempo determinato (3+2 anni + 3 non rinnovabili) non fornisce alcuna prospettiva per chi arrivato verso i quarant’anni non riuscisse ad ottenere uno dei pochi posti da associato che rimarranno”. Davide Ascoli che il DDL e i provvedimenti riguardanti gli Enti di ricerca e la Scuola, sono ‘riforme’ che “rispondono alle pressioni delle maggiori lobby imprenditoriali europee” che puntano “ad abbassare gradulamente la qualità nelle scuole e università”. “Un metodo più moralistico applicato all’Università è quello della valutazione, spesso basata su di indicatori poco significativi, in un contesto di svalutazione del sistema.” E alla fine: “Il Trattato di Lisbona, sostituendo la nozione di servizio pubblico con quella di servizio di interesse economico generale, e facendo della concorrenza un principio assoluto, fornisce il quadro ideologico e un maggiore potere alla Commissione per trattare a nome degli Stati membri, mettendoli fuori gioco”.

 = 10.10.10. Ritirare il DDL: Appello di 210 Docenti. Nell’Appello si rifiuta, in particolare, “il progetto di governance prefigurato dal ddl, ispirato ad una logica verticistica ed aziendalistica”:  i nomi dei firmatari e un articolo

= 6.10.10. “Max assemblea a Palazzo Nuovo, si prepara un autunno di protesta”: articolo su Repubblica di Torino.

= 29.9.10.

a) Dimissioni contro il DDL. A Torino dimissioni dalle cariche contro il DDL.

b) “Se i ricercatori non insegnano piùà”. Lettera al Sole 24-ore dove, tra l’altro, e’ scritto che il DDL “estende notevolmente il gia’ troppo diffuso precariatoa, restringe gli spazi di democrazia e mette a esaurimento il ruolo dei ricercatori.”.

= AGGIORNAMENTO del 30.7.10. “Il Politecnico di Torino scrive al Colle” su Finanza Mercati del 30 luglio 2010.

= AGGIORNAMENTO del 21.7.10. Università verso il rinvio dell’inizio dell’anno accademico: articolo su Repubblica di Torino del 20 luglio 2010.

= AGGIORNAMENTO del 16.7.10. Politecnico: il 13 luglio i Consigli congiunti delle Facoltà di Architettura 1 e 2 del Politecnico di Torino hanno approvato all’unanimità una mozione in cui si dichiara che, al momento, data la dichiarata indisponibilità alla didattica dei ricercatori, i pensionamenti e la volontà di associati e ordinari di NON sostituire i corsi lasciati vacanti, è seriamente compromesso l’avvio dell’anno accademico prossimo.  Se non ci saranno adeguate risposte alle richieste i corsi potrebbero non partire, in particolare i primi anni delle triennali e delle lauree magistrali  (da Annalisa Dameri).

= AGGIORNAMENTO del 26.6.10. “In difesa dell’Università”: sottoscrizione di un Appello (su Repubblica di Torino del 26.6.10).

= AGGIORNAMENTO del 21.6.10: “Ora anche i professori dell’Università scendono in campo contro il disegno di legge” (articolo su Repubblica di Torino).

= AGGIORNAMENTO del 4.5.10: Mozione dei Ricercatori delle Facoltà di Ingegneria I, III e IV. Dichiarazione di indisponibilità dei ricercatori delle Facoltà I e II di Architettura. La protesta in Rettorato: articoli sulla Stampa e su Repubblica di Torino.

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== 20 APRILE 2010 ASSEMBLEA DEGLI ATENEI PIEMONTESI

“Ai professori, ai ricercatori, ai precari e agli studenti degli atenei  piemontesi

Politecnico di Torino – Università di Torino – Università del Piemonte orientale

ASSEMBLEA DEGLI ATENEI PIEMONTESI

Martedì 20 aprile 2010 ore 12,30

Sala del Consiglio – sede centrale del  Politecnico di Torino, corso Duca degli Abruzzi 24

Per discutere su:

1. DDL del Governo sull’Università anche alla luce degli emendamenti presentati al Senato

2. Iniziative

Sono previsti interventi di:
Nunzio Miraglia, coordinatore nazionale ANDU
Alessandro Ferretti, coordinamento ricercatori UNITO
Alessandra Algostino, FLC-CGIL

Assemblea promossa dall’ANDU diTorino”

== I ricercatori del Politecnico: articolo del 13.4.10 su Repubblica di Torino.

== La protesta dei ricercatori e non solo: articoli del 10.4.10 Stampa di Torino e Repubblica di Torino.

== Il 9 aprile 2010 PRESIDIO per il ritiro del DDL governativo.

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4 comments for “Torino

  1. 6 agosto 2010 at 13:19

    Agra riflessione sull’università:
    http://valeriobruschini.info//documenti/Politica/altri autori/Badiale_universita020810.pdf

    L’autore insegna Analisi matematica a Torino.

  2. elena
    10 ottobre 2010 at 19:58

    segnalo che sul sito

    http://www.petizionionline.it/petizione/per-listituzione-di-una-terza-fascia-docente-nelluniversita/987

    c’e’ una petizione per la creazione di una terza fascia a tempo indeterminato

  3. Graziano
    18 ottobre 2010 at 14:45

    i movimenti studentesti e i ricercatori dichiarano:
    Fare ricerca non è una comoda pratica è spendere sogni, anni, fatica e sudore per studiare, interpretare, valutare, elaborare ipotesi, fare confronti, trasmettere conoscenze e gli strumenti per elaborarle.
    In tutti i Paesi dell’Unione europea l’insegnamento e la ricerca alle università, è considerata attività degna del massimo rispetto. nel nostro paese i politici,l’opinione pubblica ,i media considerano il ricercatore un tipo strambo prossimo al disadattamento.

    alla formazione universitaria italiana vengono sottratti in cinque anni 10 miliardi di euro. Si tratta di una cifra paragonabile all’entità degli aiuti inviati in Italia col Piano Marshall dal 1948 al 1952. Quattro anni che allora cambiarono in meglio un Paese devastato dalla guerra, cinque anni che oggi possono distruggere quello che rimane di un sistema scolastico e universitario che un tempo era reputato tra i migliori al mondo.

    Un piano Marshall al rovescio che rappresenta il più complesso e strutturato attacco al sistema dell’istruzione inferiore, media e superiore attuato in Italia dalla nascita dello Stato unitario. Una campagna che da un lato mira a dequalificare i docenti accorpando le classi di insegnamento – nel caso della scuola media inferiore e superiore – e dall’altro a colpire le università come centri di ricerca e studio. Viene infatti accentrato il controllo degli Atenei nelle mani dei rettori e dei Consigli di amministrazione; si precarizzano ulteriormente i canali di accesso alla docenza; ogni rappresentatività negli organi di governo degli atenei viene ridimensionata; viene prevista la possibile trasformazione delle università in fondazioni dalla natura giuridica ambigua, libero campo di speculazione e di profitto per consorterie di furbetti e rapaci. Infine, non vengono previste assunzioni per sostituire i pensionamenti e vengono lasciate inalterate retribuzioni che, soprattutto nel caso dei «giovani» ricercatori appena assunti, rasentano il ridicolo per un lavoro di alta specializzazione. l’Università viene relegata in un ruolo secondario , mentre in tutta Europa, si combatte la crisi investendo in istruzione e ricerca per garantire un futuro.

  4. rmv
    29 novembre 2010 at 03:28

    LA rivoluzione dei KAMIKAZE

    Nell’ampiezza delle critiche ad un DDL – che si avvia all’approvazione- penso si sia accantonato – o perso di vista – un problema centrale legato al DESTINO DEI RICERCATORI A TEMPO INDETERMINATO (già in servizio). I ricercatori andranno messi ad esaurimento – nel vero senso della parola – sino a quando sono serviti a mantere i Corsi di Laurea potevano anche ESSERE DOCENTI anzi scusate “FARE I DOCENTI”, ma adesso RESET!!!!!I RICERCATORIDOCENTI ritorneranno a fare gli assistenti, si “concentreranno” di nuovo solo nella ricerca e buoni buonini aspetteranno i nuovi concorsi. E’ una carriera DILUNGADURATA!!!! Molti doveri e pochi diritti!
    Tra ESSERE DOCENTE/PROFESSORE E FARE IL DOCENTE/PROFESSORE paradossalmente – PASSAUNA BELLA DIFFERENZA.
    MAH, POVERI PATETICI RICERCATORI. POVERI perchè hanno svolto attività didattica a basso costo, PATETITICI perchè hanno lavorato il doppio, il triplo, dovendo dimostrare di essere in grado di svolgere il loro compito primario – la ricerca- da sempre motivo di stima o di deprezzamento da parte dei “superiori”. La stessa attività di ricerca/PRODUZIONE SCIENTIFICA(pubblicazioni/organizzazioni di progetti formativi/workshop/organizzazione e/o partecipazione di convegni nazionali e internazionali ecc), che ci ha consentito -con i nostri curriculum- di accedere per affidamento e/o supplenza all’attività didattica. MA RIFLETTIAMO: non siamo stati professori, abbiamo fatto i professori. Non ha più alcun valore il giudizio del corso di Laurea che ci ha ritenuto idonei a svolgere l’attività didattica?
    Ricordiamo che anche – e dico anche- con questi DOCENTIRICERCATORI si sono laureati molti studenti. Questi Ricercatori hanno guidato, istruito, giudicato gli Allievi. Anche loro- adesso- increduli: AH scusi perchè Lei non era professore? Vai a spiegare…..
    POVERI PATETICI RICERCATORI.
    Dunque adesso RI-ASPETTEREMO I CONCORSI, magari molti di noi li hanno già fatti, hanno svolto la fatidica LEZIONE, (QUANTE LEZIONI CON I NOSTRI ALLIEVI!!!!) e sono stati giudicati meritevoli. Negli ultimi concorsi del 2008 -poi effettivamente svolti nel 2010- qualcuno “è passato di ruolo”, gli ALTRI ancora FUORI: ci dispiace, il posto è uno, l’idoneità pure, sarà per la prossima volta…..
    PARADOSSALE, DISGUSTOSO, PENOSO, DISEDUCATIVO per i nostri giovani ricercatori, che adesso con la nuova legge invece dopo sei anni potranno diventare associati. Noi POVERINI pagheremo il fatto di esssre quelli di transizione. LUNGA TRANSIZIONE!!! DEIVERIKAMIKAZE!!!!
    Questa sera la Gelmini su TG1 ha nuovamente affermato che per noi saranno messi a disposizione dei fondi che ci consentiranno di accedere ai concorsi per passare di ruolo. ANCOOOOORA!!!!!
    MA COSA ANCORA DOBBIAMO DIMOSTRARE!!!! Se per ben 6 anni abbiamo fatto attività didattica CONTINUATIVA PER AFFIDAMENTO E/O SUPPLENZA e siamo stati considerati idonei dal corso di laurea e dai nostri stessi allievi. COSA DOBBIAMO ANCORA DIMOSTRARE!!! I ricercatori non attivi che non svolgono didattica e ricerca sono un numero assolutamente esiguo rispetto al numero dei ricercatori ATTIVI. SIAMO MOLTI; MOLTISSIMI, PERCIò andiamo messi ad esaurimento. Altro che MERITOCRAZIA ppER QUELLI CHE VOGLIONO PASSARE DI RUOLO IN AUTOMATICO. IN AUTOMATICO? SIAMO PAZZI? MA SAPETE DA QUANTO TEMPO ASPETTIAMO DI AVERE RICONOSCIUTO I NOSTRI DIRITTI? SAPETE DA QUANTO TEMPO LAVORIAMO PER UNA MANCIATA DI SOLDI? AH SCUSATE!!!! SIAMO CERTAMENTE PIù Fortunati rispetto ad altri che ne sono rimasti fuori -e sono tanti!!! MA BASTA!!!!
    BASTA FARSI STRUMENTALIZZARE!!! E’ ora che si ascoltino le nostre ragioni, è ora di ribadire i nostri diritti per continuare ad onorare i nostri impegni, è ora che si dia voce ad UNA DIGNITà DI RUOLO CHE CI SPETTA PER MERITO DIMOSTRATO. AMPIAMENTE DIMOSTRATO. (Ricordiamo che nella stessa scuola professori si diventa per concorso diretto o costruendo la carriera con attività di supplenza in campo). CI diranno ancora una volta che non ci sono i soldi.
    E’ questo il problema. NON CI SONO LE RISORSE ECONOMICHE.
    Continueremo ad aspettare i nuovi CONCORSI perchè nell’immediato non ci sono i soldi per farci idonei nel ruolo di ASSOCIATI, nel frattempo molti di noi andranno via e ci toglieremo/toglieranno “elegantemente” di mezzo, noi Ricercatori a tempo indeterminato già inseriti ANDREMO AD ESAURIMENTO. Nel vero senso della parola. ALTRO CHE MERITOCRAZIA!!!!
    Ma BASTA…..L’unica soluzione seria è che si trovino le soluzioni per RICONOSCERE una dignità di ruolo che ci siamo guadagnati con merito, che si trovi il modo di elargire il dato economico nei tempi più opportuni fin quando si sbloccherà la crisi, ma nel frattempo si riconosca il passaggio di fascia ad ASSOCIATO a quanti -e sono tanti- che hanno lavorato con coscienza. Già gli Atenei sono perfettamente in grado di testare la nostra produzione scientifica e didattica. MA SI VUOLE ESSeRE é CIECHI E SORDI. POVERI PATETICI RICERCATORI che si avviano alla RIVOLUZIONEDEIKAMIKAZE………

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