Università. 45.000 posti di ruolo per cancellare veramente il precariato

SOLO CON 45.000 NUOVI POSTI DI RUOLO
SI PUO’ ABOLIRE VERAMENTE IL PRECARIATO
SENZA ESPELLERE GLI ATTUALI PRECARI
  1. Vogliono farla finita con l’Università statale
  2. Opporsi uniti e con obiettivi complessivi e dettagliati
  3. Per abolire veramente il precariato
  4. Le tappe della demolizione dell’Università
  5. Prossimo Congresso nazionale dell’ANDU

1. Vogliono farla finita con l’Università statale

     Per completare l’opera di demolizione del Sistema nazionale universitario statale, iniziata nel 1989 con la proposta di legge Berlinguer-Ruberti sulla finta autonomia (v. le tappe al punto 3), ora si vuole approvare una “Delega al Governo in materia di formazione superiore e ricerca” (art. 11). Una delega in bianco con la quale si vuole “riordinare e razionalizzare” l’intero impianto universitario: governance, reclutamento, ASN, valutazione della ricerca, chiamate, stato giuridico ed economico dei docenti, didattica, diritto allo studio, enti di ricerca.

     Nell’ambito di questa ‘chiusura del cerchio’ è stato ipotizzato un intervento specifico sul precariato per peggiorare la già pessima attuale situazione.

 2. Opporsi uniti e con obiettivi complessivi e dettagliati

     Ripetiamo ancora una volta che per contrastare l’opera di demolizione dell’Università statale, che sembra giungere alla fine, è necessario un vasto movimento per rifondarla nel suo complesso; un movimento che coinvolga il più possibile la comunità universitaria e soprattutto gli studenti e i precari.

      Un movimento che abbia una visione organica e obiettivi dettagliati e interconnessi da contrapporre all’azione di quanti in questi decenni sono riusciti a disgregare l’Università italiana statale con provvedimenti mirati e coerenti con la loro visione e i loro interessi.

          Un movimento che abbia lucidità, continuità e coerenza, al di fuori di compatibilità politico-accademiche e scevro da logiche e interessi corporativi e sub-corporativi.

     Solo così sarà possibile, tra l’altro, superare gli effetti negativi della recente legge sul precariato, imposta, come d’uso, con una legge blindata, questa volta con un decreto legge (v. DL precariato: «rivoluzione»?).

Da parte nostra riproponiamo il documento Come ricostruire l’Università tutta, elaborato nel corso di decenni, riguardante i punti di maggiore criticità dell’Università:

  1. Diritto allo studio
  2. Abolizione del precariato (non degli attuali precari) e nuovo reclutamento
  3. Docente unico
  4. Autonomia del Sistema nazionale dell’Università
  5. Gestione democratica degli Atenei
  6. Finanziamento dell’Università per migliorare tutti gli Atenei.

3. Per abolire veramente il precariato

     Per cancellare veramente il precariato, senza eliminare gli attuali precari, è necessaria una nuova legge che preveda contestualmente:

a. il bando straordinario immediato, su fondi nazionali e oltre al normale turnover, di almeno 45.000(v. nota 1) posti di ruolo in 4-5 anni e la proroga, a domanda e su fondi nazionali, di tutti gli attuali precari fino all’espletamento dei concorsi. Questo è l’unico modo per recuperare i posti di ruolo persi in oltre un decennio e per dare un credibile sbocco a buona parte degli oltre 60.000 attuali precari, altrimenti destinati, come sempre, all’espulsione dall’università (oltre il 90%) dopo avere sostenuto per anni e anni il maggior peso della didattica e della ricerca: usa e getta. Questo bando straordinario di posti di ruolo è indispensabile per impedire che qualsiasi intervento ‘migliorativo’ del precariato equivalga al suo mantenimento;

b. la cancellazione di tutte le attuali figure precarie e l’introduzione di una sola figura pre-ruolo di durata triennale, con piena autonomia (anche finanziaria) di ricerca, con mansione, retribuzione, diritti e rappresentanza adeguati, definiti nazionalmente per legge (uguali in tutti gli atenei) e in numero rapportato agli sbocchi in ruolo per impedire che con questa figura si riproduca ancora una volta un precariato senza limiti. Va rimarcato che questa soluzione introdurrebbe un vero pre-ruolo che darebbe piena dignità umana e professionale a chi aspira al ruolo docente;

c. la previsione di concorsi nazionali per accedere alla figura pre-ruolo, con l’abolizione dell’ASN (v. nota 2);

d. la valorizzazione del dottorato di ricerca anche all’esterno dell’Università, aumentando significativamente l’entità delle borse e l’abolizione dei dottorati senza borse.

Nota 1. Questo numero è indicato nella relazione tecnica della legge di bilancio 2022. e servirebbe anche ad avvicinare l’Italia alla media europea del rapporto tra docenti e studenti.

 Nota 2. Per debellare la cooptazione personale è indispensabile che anche l’ingresso nella figura pre-ruolo avvenga attraverso concorsi nazionali con commissioni in cui tutti i componenti siano sorteggiati tra tutti i professori. Delle commissioni non devono fare parte i professori che appartengono alle sedi dove sono stati banditi i posti e non ne deve fare parte più di un professore della stessa sede. (Per le motivazioni dell’abolizione dei concorsi e delle prove locali v. anche “Ruolo unico e cancellazione del precariato” cliccando qui).

 5. Le tappe della demolizione dell’Università

 I seguenti provvedimenti sono stati approvati in maniera trasversale, con a volte la formale opposizione delle minoranze di turno.

 Finta autonomia statutaria (1989) per salvaguardare le oligarchie degli atenei – Finta autonomia finanziaria (1993) per far gestire agli Atenei la riduzione progressiva dei finanziamenti – Finti concorsi locali (1997) e ASN (2010) per dare ulteriore spazio alla cooptazione-arbitrio personale – Introduzione del numero chiuso (1999) per negare ai giovani la scelta degli studi – Imposizione del “3 + 2″ (2000) con la frammentazione dei saperi – Invenzione dell’IIT (2003) costosissimo “giocattolo” ministeriale-confindustriale a discapito dell’Università – Istituzione “personalizzata” del SUM di Firenze e dell’IMT di Lucca (2005) – Svuotamento del CUN (2006) a favore della CRUI – Introduzione dell’ANVUR (2006) per commissariare l’Università – Messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatori (2010) per moltiplicare i precari – Cancellazione di ogni parvenza di democrazia negli atenei (2010) con il rettore-padrone assoluto – Localizzazione dei collegi di disciplina (2010) per tenere meglio a bada i docenti – Istituzione dell’Human Technopole (2016) che è una sorta di duplicazione milanese dell’IIT di Genova – Invenzione della costosa Scuola superiore napoletana (2018) – Istituzione dell’ANR (2019),  per controllare ancora di più l’Università e la Ricerca – invenzione del Biotecnopolo di Siena (2021), mantenimento del precariato (2022). E anche: Cattedre Natta, scatti premiali ai docenti, borse per studenti eccellenti, aumento delle tasse, finanziamenti per alcuni docenti, finanziamenti per dipartimenti eccellenti, riduzione dei finanziamenti agli Atenei e loro iniqua distribuzione per “merito”, ecc.

5. Prossimo Congresso nazionale dell’ANDU

     Il 20 settembre 2024 con inizio alle 14.30 si terrà il Congresso Nazionale dell’ANDU al quale potranno partecipare tutti gli iscritti. Per iscriversi all’ANDU cliccare qui. All’ANDU possono iscriversi anche i docenti in pensione.

1 comment for “Università. 45.000 posti di ruolo per cancellare veramente il precariato

  1. Marco Antoniotti
    17 luglio 2024 at 15:33

    Carissimi

    tutto anche condivisibile ma: il “concorsone nazionale” per i nostalgici degli anni 80 è il male assoluto.

    A presto

    MA

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