NUMERO CHIUSO DALLA CRUI – BOSNIAGATE

NUMERO CHIUSO DALLA CRUI
FORMAZIONE OBBLIGATORIA E POI IL TEST
PRIMA DELL’INGRESSO A MEDICINA
  1. Il numero chiuso dalla CRUI
- Numero chiuso comunque
- Percorso di formazione e test
  1. Bosniagate effetto collaterale del numero chiuso
- «L’abominio del numero chiuso»
- «Primo passo è l’abolizione del numero chiuso»
  1. Le proposte/appello dell’ANDU per salvare e rilanciare la Sanità pubblica

 

Premessa: il Senato, la CRUI e il MUR

      Nella Commissione Istruzione del Senato si sta discutendo sul numero chiuso a Medicina.

     Il Presidente della Commissione nel corso dell’audizione della CRUI ha invitato anche tutti i Rettori collegati a intervenire, dato che «ci teniamo molto al vostro contributo».

     Nell’incontro dell’ANDU con il MUR, la Delegata del Ministro ha sottolineato come il contatto del Ministero con la CRUI sia costante, più che quotidiano.

V. il documento Incontri Senato e MUR al punto 3.

  1. Il numero chiuso dalla CRUI

     Il Gruppo di lavoro della CRUI (GdL), appositamente costituito, ha elaborato un documento sulle «Modalità di accesso ai Corsi di area medica» (v. nota 1).

     Il GdL della CRUI parte da due punti fermi: vanno mantenuti il numero chiuso e il test, con un percorso di formazione obbligatorio per parteciparvi.

- Numero chiuso comunque

     Ancora una volta si pensa di potere predeterminare oggi quello che sarà il “fabbisogno” di medici tra 10-11 anni, quanti ne servono per formare un medico. Si tratta di una previsione impossibile che finora ha portato a ‘inventarsi’ fabbisogni che hanno tenuto soprattutto conto delle ‘esigenze’ accademiche e professionali. Il devastante risultato è l’attuale drammatica carenza di medici e di infermieri, avendo nel frattempo negato a migliaia di giovani il diritto costituzionale di scegliere che cosa studiare.

- Percorso di formazione e test

     Di ‘buono’ nella proposta del GdL della CRUI c’è che il pesante e costoso impegno imposto agli studenti per consentire – solo ad alcuni – di accedere a Medicina si svolgerebbe, da gennaio a settembre, prima dell’ingresso all’Università, a differenza di quanto previsto dai Disegni di legge n. 915 di Fratelli d’Italia e n. 1002 del Partito Democratico. Infatti FdI prevede l’ingresso libero all’Università ed esami da superare entro sei mesi per potere partecipare al test per proseguire o meno nel corso di Medicina, mentre il PD prevede esami da superare entro un anno per poi essere selezionati, in base ai voti presi, per essere ammessi al secondo anno di Medicina (v. nota 2).

    In altri termini, il GdL della CRUI, avendo «il merito come principale obiettivo», ritiene di potere individuare «i più capaci e motivati» attraverso «corsi semestrali pre-universitari erogati a livello nazionale e gratuiti» e poi un test a cui potranno partecipare solo coloro che avranno superato le materie previste (fisica-matematica, chimica, biologia).

       In questo modo i corsi di formazione si sovrapporrebbero pesantemente, da gennaio a metà luglio, al normale iter scolastico, a forte detrimento dello studio nell’ultimo anno delle superiori e della preparazione agli esami di maturità.

     Così, ancora una volta, si avrebbero anche pesanti costi per quelle famiglie che se li potranno permettere: infatti è scontato che chi potrà seguirà corsi privati per ‘integrare’ le lezioni erogate dall’Università e per prepararsi al test che prevederà anche il «25% di quesiti psico-attitudinali». E, come per qualsiasi test, non saranno evitabili i ricorsi.

     Si eviterebbe questo pesantissimo onere per i giovani e le loro famiglie se si scegliesse di abolire il numero chiuso, aumentando progressivamente il numero degli ingressi e contemporaneamente adeguando strutture e numero dei docenti, come proposto dall’ANDU oltre quattro anni fa.

     Nel frattempo si dovrebbe ricorrere al sorteggio per essere ammessi al primo anno di Medicina. Il sorteggio sarebbe l’unica soluzione veramente gratuita, che non danneggerebbe lo studio nelle scuole superiori. Questa modalità di selezione sarebbe equivalente alla lotteria del test, come accertato da uno studio olandese (v. nota 3).

Nota 1. La CRUI aveva deliberato il 18 gennaio 2024 la costituzione del Gruppo di lavoro, ovvero «di una commissione di esperti, composta dal mondo accademico e dai principali attori del sistema». Tra gli “esperti” non sono stati previsti né i rappresentanti degli studenti, né quelli delle Organizzazioni dei docenti: Inoltre, nella stragrande maggioranza dei casi, gli Atenei non sono stati consultati dai propri Rettori.

Nota 2.

Sul Disegno di legge di FdI v. il documento Senato. Numero chiuso a ogni costo

Sul Disegno di legge del PD v. il documento Numero chiuso del PD: il peggio del peggio

Nota 3.

Sul sorteggio al posto del test v. il documento Il sorteggio non costa ed è equivalente al test che invece costa

  1. Bosniagate effetto collaterale del numero chiuso

= «L’abominio del numero chiuso»

    Il punto sul Bosniagate, l’università fantasma gestita da Palermo. Cosa sarà degli studenti? è il titolo di un articolato intervento di Mariano Turigliatto sul Fatto quotidiano del 5 marzo 2024.

    L’intervento di Mariano Turigliatto si conclude così:

 «La sospetta truffa è stata resa possibile dall’abominio del numero chiuso così come praticato per decenni in Italia, anche con l’assenso degli Ordini professionali. Si è sposato con la propensione nazionale a cercare scorciatoie e mezzucci con cui ottenere, pagando, ciò a cui non si avrebbe diritto. Invece di lottare e ottenere per tutti ciò che si ritiene giusto per sé.»

= «Primo passo è l’abolizione del numero chiuso»

     Numero chiuso da abolire. Ma in questa storia è mancata la responsabilità collettiva è il titolo di un’intervista a Pietro Bartolo, eurodeputato del Pd e medico, su Repubblica di Palermo del 10 marzo 2024.

     All’inizio dell’intervista Pietro Bartolo afferma:

 «Il primo passo perché non si verifichi mai più un altro Bosniagate, è l’abolizione del numero chiuso nelle nostre università. Abbiamo ragazzi e ragazze brillanti, appassionati e preparati che vengono tagliati fuori dagli atenei perché non hanno saputo rispondere a quesiti assurdi, che spesso non hanno nulla a che fare con la medicina. E intanto mancano i medici nelle corsie e siamo costretti a chiamare i colleghi da Cuba e dall’Argentina. È il sistema che va ripensato.»

=== Per approfondire questo argomento, si segnala il video Lo scandalo dell’università fantasma: 1000 medici senza laurea.

  1. Le proposte/appello dell’ANDU per salvare e rilanciare la Sanità pubblica

Queste proposte, se accolte tutte, risulterebbero utili alla salute di tutti i cittadini, ma si teme possano contrastare, tutte o in parte, con gli ‘alti’ interessi professionali, accademici e politici.

    Per salvare e rilanciare la Sanità pubblica l’ANDU da anni chiede il ribaltamento totale delle logiche che hanno portato al disastro della Sanità pubblica, la quale va liberata dagli sbarramenti che impediscono l’ingresso a Medicina e nelle Scuole di specializzazione, imposti per ‘rispettare’ interessi corporativi e accademici. In questa direzione si dovrebbe abrogare, in particolare, la normativa che ha portato all’aziendalizzazione del Sistema sanitario. L’arbitraria “programmazione” degli accessi a medicina e alle specializzazioni ha portato all’attuale grave carenza di medici, che è la causa prima dell’implosione della Sanità pubblica.

    Nell’ambito di una riorganizzazione di tutto il Sistema sanitario pubblico, occorrerebbe avviare subito un piano straordinario per l’assunzione in ruolo (basta precariato!) di medici e infermieri, assicurando loro un lavoro dignitoso e in sicurezza, che consenta di esprimere al meglio la loro professionalità; un lavoro adeguatamente retribuito anche per fermare la fuga dal pubblico verso il privato e verso l’estero.

     Non sono più tollerabili, in particolare, le liste di attesa, anche di tanti mesi, e il fenomeno, pericoloso e costosissimo, dei “medici a gettone”.

    Inoltre si dovrebbe al più presto arrivare all’abolizione dell’attività intramoenia, uno dei principali fattori della disgregazione del SSN.

Va inoltre radicalmente rivisto il ruolo e la formazione dei medici di base.

     La salute è un bene primario da garantire a tutti e per questo deve essere realizzato un Sistema che assicuri una Sanità pubblica nazionale (non più frazionata e differenziata per regioni), qualificata, gratuita e diffusa in tutto il territorio (no ai “viaggi della speranza”). Un Sistema che punti alla prevenzione e non alla medicalizzazione della salute.

     Un Servizio Sanitario Nazionale, quindi, non più sottomesso agli interessi privati esterni e interni e liberato da ogni logica affaristica e corporativa. Una Sanità la cui gestione venga finalmente sottratta totalmente alle scelte spartitorie dei partiti (nomine politiche, lottizzazioni, etc.). (dalla CRUI: numero chiuso con pesante costo. dalla CRUI: numero chiuso con pesante costo.) V. documento Sanità e Medicina chiuse per sempre?.

    Per tutto questo è necessario e urgente intervenire sul Titolo V della Costituzione per togliere alle Regioni l’organizzazione e la gestione dei servizi sanitari.

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