Concorsi a Unipa: tanto rumore per nulla?

== Interviste al Rettore dell’Università di Palermo
== Unica soluzione: concorsi veramente nazionali

          Nell’intervista al Rettore di Unipa su Repubblica del 30 maggio 2022 (Massimo Midiri, rettore a Palermo: “Addio ai commissari interni nei concorsi, è un segnale di trasparenza”), tra l’altro, si legge:

«Risolverete tutto con il sorteggio integrale?

“È quello che speriamo. Siamo gli unici in Italia ad aver adottato una misura così draconiana che elimina definitivamente la figura del membro interno, cioè la figura del docente designato dal dipartimento che in qualche modo, diciamocelo francamente, dava un po’ le indicazioni di come stessero le cose e quali fossero i desiderata. Ma, attenzione: non era un patto pre-concorsuale”.»

       In realtà a Palermo i concorsi rimarranno locali perché la rosa dalla quale sorteggiare i commissari sarà scelta dal Dipartimento ‘interessato’ al concorso e al suo esito.

      Peraltro la presenza nella commissione concorsuale di un “membro interno” (cioè appartenente all’Ateneo ‘interessato’) non è affatto esclusa. Infatti in una rosa di 10 sorteggiabili potrebbero essere inseriti fino a 6 professori appartenenti all’Ateneo ‘interessato’: «Il Consiglio del Dipartimento che ha richiesto l’attivazione della procedura concorsuale per la chiamata dei professori di prima e di seconda fascia (art. 18 della legge 240/2010) delibera una lista di almeno 10 professori ordinari appartenenti ad almeno cinque Atenei diversi.»

Precedentemente, anche su questo stesso tema, il CorriereUniv aveva intervistato il Rettore di Unipa. Il titolo dell’intervista è:

Università di Palermo, intervista al rettore Midiri sul nuovo reclutamento: “Sorteggio dei membri della commissione meccanismo più trasparente”

E sulla legge in discussione in Senato afferma: “Molto discutibile il mantenimento di un sistema di borse post-doc e assegni di ricerca con le durate massime previste dalla legge, che rischia di allungare eccessivamente i percorsi pre-ruolo”

== Non si scappa: o concorsi veramente nazionali o finti concorsi locali con gli ‘annessi’ fenomeni di clientelismo, nepotismo, etc.

     In Italia per contrastare veramente il localismo concorsuale (cooptazione personale) si deve prevedere per legge e per tutti gli Atenei che tutte le prove (da quelle per i dottorati a quelle per il livello più alto dei docenti di ruolo) diventino nazionali e che i componenti delle commissioni siano tutti sorteggiati tra tutti i professori.      Delle commissioni non devono fare parte i professori che appartengono alle sedi dove sono stati banditi i posti e non ne deve fare parte più di un professore della stessa sede.

I vincitori dei concorsi nazionali devono poter scegliere dove prendere servizio, tra le sedi dove sono stati banditi i posti messi a concorso, sulla base di una graduatoria.

Importante

     In Italia MAI ci sono stati concorsi nazionali per tutte le fasi della carriera dei docenti. I concorsi nazionali, fino alla Legge Berliguer del 1999, ci sono stati solo per associati e ordinari e non per i ricercatori di ruolo o per le figure precarie. E comunque quei concorsi nazionali non prevedevano le modalità proposte qui dall’ANDU.

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