LA CRUI UNANIME E LA CONFINDUSTRIA   

 
1. I Rettori unanimi e la Confindustria
a. Le ‘imprecisioni’ del Corriere della Sera
b. Il coraggioso ‘nuovo’ reclutamento della CRUI
c. Non basta il rettore-padrone, ora anche i Direttori-funzionari
 
2. Martedì 16 novembre alle 17.30 Assemblea Nazionale on line
 

1. I Rettori unanimi e la Confindustria

a. Le ‘imprecisioni’ del Corriere della Sera

     Sul Corriere della Sera del 10 novembre 2021 si legge:

«E’ la prima volta che le oltre 80 università italiane … sottoscrivono unanimi un documento da sottoporre al dibattito pubblico sul proprio ruolo nel Paese».

Non è vero che il documento sia stato sottoscritto da “oltre 80 università”: in nessuna università e a nessun livello il documento è stato discusso. Come sempre, i documenti della CRUI sono sottoscritti dai Rettori senza alcun coinvolgimento dei rispettivi Atenei.

Non è vero che per la prima volta la CRUI abbia prodotto documenti all’unanimità: la CRUI ha come ‘regola vitale’ l’approvazione unanime delle sue delibere.

È vero che il documento, come scrive lo stesso Corriere, sarà discusso «venerdì 12 novembre, a Villa Miani, a Roma» dove «ci saranno relatori d’eccezione» tra quali «il ceo di Intesa San Paolo Carlo Messina,” «il presidente di Confindustria Carlo Bonomi e il vicepresidente con delega al capitale umano della stessa associazione degli industriali Giovanni Brugnoli».

Per la locandina dell’iniziativa della CRUI cliccare qui.

È storia nota: la CRUI, che da troppi anni si arroga il ruolo di rappresentanza del Sistema universitario nazionale, opera per ‘connettere’ l’Università ai privati e per questo, tra l’altro, ha negli anni sottoscritto vari accordi con la Confindustria.

- Sul precedente documento della CRUI v. “I Rettori contro il Sistema universitario” cliccando qui.

- Sul ruolo della CRUI v. il documento “Università. Autonomia o CRUI. Il CUN”.

- Sulle posizioni del Presidente della CRUI il documento v. “Gli Atenei internazionali del Presidente della CRUI. La fine del sistema nazionale degli Atenei statali”).

b. Il coraggioso ‘nuovo’ reclutamento della CRUI

Il recente documento della CRUI è rivolto essenzialmente al rapporto sempre più stretto tra Università e imprese private, senza peraltro alcuna precisa indicazione.

Precisa invece è la posizione della CRUI sulle modalità di reclutamento e sulla governance degli Atenei.

Per leggere il documento della CRUI cliccare qui.

La CRUI, facendo anche riferimento al DDL sul precariato in discussione al Senato, scrive «I meccanismi concorsuali, che governano il reclutamento dei professori e professoresse e dei ricercatori e ricercatrici, meriterebbero di essere sottoposti a una revisione coraggiosa, prendendo in esame un sistema di cooptazione, vincolata al possesso dell’abilitazione scientifica nazionale. Si dovrebbe cioè fare quello che si fa in tante altre professioni, sia in Italia sia all’estero, con piena assunzione di responsabilità da parte dei direttori e direttrici di dipartimento e del consiglio di amministrazione. Una valutazione sottoposta a controllo ex post da parte dell’ANVUR e da parte del MUR nell’assegnazione delle risorse premiali».

In altri termini, la CRUI vuole che si semplifichi l’attuale cooptazione personale, cercando di evitare ‘intralci’ di varia natura. E per far prima, la consacrazione della cooptazione personale viene affidata alla “piena responsabilità” dei direttori di dipartimento (nemmeno dei Dipartimenti!) e al CdA. Si mantiene la ASN, foglia di fico delle scelte di fatto del singolo professore, e si rafforza il ruolo dell’ANVUR (istituita per commissariare l’Università) incaricata anche di un impraticabile controllo ex post.

V. “Reclutamento” a pag. 24 del documento della CRUI.

c. Non basta il rettore-padrone, ora anche i Direttori-funzionari

La CRUI scrive: «il consiglio di amministrazione dovrebbe attribuire più spesso obiettivi ai direttori e alle direttrici responsabili delle strutture intermedie (dipartimenti, scuole, centri) e valutarne la performance, analogamente a quanto avviene per la figura del direttore/della direttrice generale (sic!)».

Insomma, bisogna farla finita con l’attuale gestione già poco democratica degli Atenei: tutto il potere, anche formalmente, al CdA, cioè, di fatto, al Rettore, saltando, anche formalmente, i Dipartimenti e ‘convertendo’ i loro Direttori (oggi eletti) in esecutori, una sorta di mini Direttori generali.

E così, in una logica iper-aziendalistica, addio del tutto alla libertà di ricerca e di insegnamento dei docenti, garantita dalla Costituzione, già ampiamente compromessa dall’ANVUR anche attraverso la VQR e l’AVA.

V. “Governance, organizzazione e semplificazione” a pag. 25 del documento della CRUI.

2. Martedì 16 novembre alle 17.30 Assemblea Nazionale on line

ANDU, ARTED, CISL FSUR, CNU, FLC CGIL, RETE 29 APRILE e UNIVERSITÀ MANIFESTA hanno promosso per Martedì 16 novembre p.v. alle ore 17.30 un’Assemblea Nazionale on line aperta a tutti. Nell’Assemblea si discuterà del DDL sui precari e su quanto previsto dalla Legge di Bilancio per l’Università e, in particolare, per il reclutamento straordinario nel ruolo docente.

Per partecipare all’Assemblea cliccare qui. Tutti gli interventi, compresi quelle delle Organizzazioni promotrici, non dovranno superare i 5 minuti.

 Nel documento unitario, proposto a tutto il mondo universitario e all’opinione pubblica, tra l’altro, si legge:

 «L’avvio del confronto nella 7a Commissione Istruzione pubblica, beni culturali del Senato, in sede redigente, non ha sostanzialmente modificato quell’impostazione, nonostante le audizioni e le interlocuzioni intercorse in questi mesi con i gruppi parlamentari, il Relatore e la stessa Commissione. Sono ad oggi stati depositati numerosi emendamenti, di cui uno del Relatore si pone l’obbiettivo di convertire l’assegno in un vero e proprio contratto di ricerca. Vengono comunque mantenuti i lunghi tempi di ingresso nei ruoli universitari, oltre che figure atipiche senza garanzie e con basse retribuzioni. Mancano inoltre interventi volti a rilanciare le assunzioni nell’università, garantendo conseguentemente processi di stabilizzazione e quindi esaurimento della bolla di precariato cresciuta nell’ultimo decennio. Il presunto obbiettivo dell’intervento di “combattere il precariato” non viene quindi raggiunto».

Per leggere il Documento unitario cliccare qui.

1 comment for “LA CRUI UNANIME E LA CONFINDUSTRIA   

  1. Paola Sonia Gennaro
    11 novembre 2021 at 20:34

    Vogliono la cooptazione perché non ce la fanno a costituire le decine di migliaia di bandi e di commissioni. L’unica vera alternativa è soltanto la procedura nazionale con commissioni per SSD.
    Sono in grave arretrato già sui RTDB Manfredi che dovevano essere assolti entro il 2021 e sono stati appunto prorogati al 2022.

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