In occasione della ripresa dei lavori del ‘Comitato ristretto delle Commissione Cultura della Camera’ per la elaborazione di un testo base riguardante “Disposizioni in materia di reclutamento e stato giuridico dei ricercatori universitari e degli enti di ricerca, nonché di dottorato e assegni di ricerca”, riproponiamo le nostre richieste in materia. Tali richieste sono state esposte dall’ANDU ieri nell’incontro con a Ministra Maria Cristina Messa e l’altro ieri nell’incontro con i Deputati del M5S. Di questi incontri saranno diffusi a breve i resoconti.
Invitiamo anche a guardare l’incontro (inizio effettivo dopo 8 minuti), svoltosi il 31 marzo 2021, organizzato dalla Scuola Sant’Anna di Pisa (“Per il futuro della ricerca in Italia. Le storie, il profilo e le criticità dei protagonisti: gli assegnisti di ricerca”). Particolarmente interessanti sono stati a nostro avviso gli interventi di alcuni assegnisti, della Rettrice, di Claudia Segre e di Giuliano Amato. Purtroppo la Ministra è potuta intervenire solo per un iniziale saluto, senza quindi potere seguire e concludere il confronto.
Le proposte dell’ANDU
Abolizione del precariato (non degli attuali precari) e nuovo reclutamento nel ruolo di professore
Bando di 25.000 posti di ruolo di professore (di seconda o di terza fascia) in 4 anni e proroga di tutti gli attuali precari fino all’espletamento dei relativi concorsi, cancellazione di tutte le attuali figure precarie e introduzione di una sola figura pre-ruolo di durata triennale, in numero rapportato agli sbocchi in ruolo e con piena libertà di ricerca.
Abolizione di ogni prova locale
Per debellare la cooptazione personale e gli “annessi” fenomeni di localismo, nepotismo, clientelismo, parentopoli, etc., tutte le prove, a partire dall’ammissione ai dottorati, devono essere nazionali, con commissioni tutte sorteggiate tra tutti i professori e con regole che impediscano il prevalere di cordate (delle commissioni non devono far parte docenti degli Atenei interessati e non deve farne parte più di un docente dello stesso Ateneo).
31 marzo 2021
RispondiInoltra |
Buongiorno
quale parte di “ogni concorso nazionale è il male assoluto” non riuscite a capire?
cordiali saluti
Marco Antoniotti
Buongiorno, perché non proporre anche percorsi di inserimento anche per i professori a contratto, che rappresentano una parte significativa dei docenti in tutte le università?
Finalmente l’ANDU prende una posizione seria contro i concorsi locali e il nepotismo e la cooptazione. Intanto una intera generazione è stata tenuta fuori dall’università nonostante avesse phd, assegni e asn, solo perché era figlio di nessuno.
Giacinto:”Finalmente l’ANDU prende una posizione seria contro i concorsi locali e il nepotismo”. In realtà l’ANDU questa posizione la esprime COSTANTEMENTE da prima dell’introduzione dei concorsi locali anche per associati e ordinari voluta da Luigi Berlinguer, cioè da oltre 30 anni!: Basta vedere i documenti in questo sito.
La forma di precariato più illogica e ingiusta riguarda gli attuali
ricercatori di tipo A, che hanno tutti superato un concorso serio.
Bisogna insistere su questo punto. Cordiali saluti.
Stefano Manferlotti, già ordinario presso l’Università Federico II di
Napoli.