LEGGE NUMERO CHIUSO: UNA DECIMAZIONE LUNGA UN ANNO

Presentato “nuovo” testo unificato
NUMERO CHIUSO ALLA FRANCESE: UNA DECIMAZIONE LUNGA UN ANNO

     L’on. Tuzi (M5S), relatore della Proposta di Legge sulla riforma del numero chiuso in discussione alla Camera, ha depositato il testo unificato che dovrebbe andare in discussione in Aula a settembre-ottobre. Per il testo cliccare qui.
      Si mantiene il numero chiuso passando dal test all’ingresso al test alla fine del primo anno, alla Francese proprio quando in Francia hanno deciso di mettere fine a questo sistema perchè “assurdo, inefficace, ingiusto e obsoleto” (da Le Monde, cliccare qui).
     Una scelta dannosa per i giovani e le loro famiglie, per l’Università e per il Paese, confermata nonostante quasi tutti coloro che sono stati auditi nella Commissione Cultura si siano espressi, con motivazioni diverse, contrari.

      Si ripropone qui una parte del documento dell’ANDU del febbraio scorso intitolato “Nunero chiuso: di male in peggio. Meglio il sorteggio”.

“Selezione alla francese: un rimedio peggiore del male.
     A partire dalla ormai comune convinzione che i test di ingresso finora adottati sono arbitrari e inattendibili, tutti i Gruppi politici hanno presentato alla Camera diverse proposte di legge sul numero chiuso.
     Le proposte del M5S e della Lega fanno riferimento a quanto è in vigore in Francia: libera iscrizione all’università e selezione alla fine del primo anno. Questa modalità è applicata in Francia da 40 anni e proprio ora si è deciso di abbandonarla. Durante tutti questi anni a circa l’80% degli iscritti al primo anno di medicina (negli ultimi anni circa 60.000) è stato impedito di proseguire negli studi intrapresi. Questo meccanismo ha comportato una estrema competizione tra gli studenti, un costo enorme per le famiglie per supportare lo studio dei propri figli, una grave frustrazione per i giovani che hanno perso uno o due anni della loro vita nel tentativo, fallito, di proseguire negli studi per prendere la laurea da loro desiderata, uno spreco di soldi pubblici per fare studiare inutilmente migliaia di giovani. Il numero chiuso in Francia ha – tra l’altro – portato, come in Italia, a una drammatica mancanza di medici.
     Chi vuole spostare la barriera del numero chiuso dall’ingresso alla fine del primo anno pensa che in tal modo si possa individuare più correttamente l’attitudine e la qualità degli studenti, facendo passare al secondo anno – nella quantità prefissata – i “migliori”, espellendo tutti gli altri (i meno “migliori”).
     La verità è che durante il primo anno è impossibile individuare quelli che saranno i laureati migliori rispetto a quelli che non si potranno laureare perché scartati. Di certo questa modalità di selezione è – come sperimentato per decenni in Francia –, oltre che inaffidabile, enormemente costosa, non solo in termini economici, per chi alla fine del primo anno non riuscirà a superare il blocco del numero contingentato di posti.
   Insomma per evitare una decimazione eseguita con un test-lotteria all’ingresso, si aspetterebbe un anno per attuarla, un anno di vita sprecata per i giovani – la stragrande maggioranza – che saranno eliminati.” Per leggere l’intero documento dell’ANDU cliccare qui.

== Sulla stessa questione si segnala anche il documento dell’ANDU “Appello ai Deputati: Gli studenti non sono cavie” del marzo 2019. Per leggere il documento cliccare qui.

==== La storia della devastazione dell’Università può essere approfondita in questo sito utilizzando la “ricerca avanzata”, in alto a sinistra.

2 comments for “LEGGE NUMERO CHIUSO: UNA DECIMAZIONE LUNGA UN ANNO

  1. Marco Antoniotti
    8 agosto 2019 at 07:13

    Ricordiamo anche che le proposte di legge presentate reintroducono il “concorsone nazionale”: una cosa da evitare come la peste in tutte le sue forme (ASN inclusa). Con buona pace delle posizioni ufficiali di ANDU.

    Cordiali saluti

    Marco Antoniotti

  2. Antonio Cortese
    8 agosto 2019 at 09:21

    Mi sembra la definitiva distruzione del sistema universitario Italiano con una precarizzazione totale della base ed un potere assoluto dei vertici senza nessun controllo e verifica di risultato come peraltro avviene nei principali sistemi Universitari stranieri (USA) subdolamente portati a modello omettendo che in quei sistemi virtuosi per produttività sono i vertici ad essere sottoposti alle più pressanti verifiche di risultato pagando fino al licenziamento eventuali inefficienze mai imputabili alla base lavorativa già sottoposta a controllo da parte del vertice: l’esatto contrario di quanto si propone! È l’apoteosi dello sfruttamento vessazione e prevaricazione con gravissima ingiustizia nei confronti dei Rti a cui non vengono riconosciuti i diritti maturati con il gravoso lavoro svolto come professori aggregati. Il massimo della contraddizione per un movimento libertario e di sinistra come i 5S. E ora di finirla con i Valditara che tanti danni hanno arrecato al sistema Universitario Italiano ed al sistema paese con le loro idee di verticismo privo di controlli!

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *