RTDa, TAR a Corte Europea – PdL nuovi RTD e RTI

1. TAR DEL LAZIO SU RTDa: RINVIO ALLA CORTE EUROPEA
2. INTERVENTO STRAORDINARIO E URGENTE PER ABOLIRE IL PRECARIATO
3. CAMBIARE RADICALMENTE LA PROPOSTA DEL VICEMINISTRO FIORAMONTI
4. INIZIATA ALLA CAMERA LA DISCUSSIONE DELLA PDL SUI NUOVI RICERCATORI A TEMPO DETERMINATO E A TEMPO INDETERMINATO

1. TAR DEL LAZIO SU RTDa: RINVIO ALLA CORTE EUROPEA

= Su Repubblica:

“Università, il Tar contro la legge Gelmini: ‘Crea precari a vita'”. Cliccare qui.

= Su Giustizia Amministrativa:

“Alla Corte di giustizia UE la trasformazione in rapporto a tempo indeterminato del rapporto di durata triennale dei Ricercatori universitari”. Cliccare qui.

= Testo dell’ordinanza del TAR del Lazio: cliccare qui.

2. INTERVENTO STRAORDINARIO E URGENTE PER ABOLIRE IL PRECARIATO

“Bando di 20.000 posti di ruolo di terza fascia (RTI riformato) in 4 anni e proroga di tutti gli attuali precari fino all’espletamento dei relativi concorsi, cancellazione di tutte le attuali figure precarie e introduzione di una sola figura pre-ruolo di durata triennale, in numero rapportato agli sbocchi in ruolo e con piena libertà di ricerca.”

I concorsi “devono essere nazionali, con commissioni tutte sorteggiate e con regole che impediscano il prevalere di cordate (delle commissioni non devono far parte docenti degli Atenei interessati e non deve farne parte più di un docente dello stesso Ateneo)”.

dal documento dell’ANDU “Come ricostruire l’Università tutta”. Per leggere il documento cliccare qui.

3. CAMBIARE RADICALMENTE LA PROPOSTA DEL VICEMINISTRO FIORAMONTI

La proposta del viceministro Lorenzo Fioramonti – cha a breve sarà contenuta in un progetto di iniziativa parlamentare – non prevede alcun intervento straordinario per dare una adeguata prospettiva agli attuali precari e ‘recuperare’ la riduzione di 20.000 posti di ruolo. Inoltre Fioramonti vuole introdurre una figura di ricercatore a doppio ingresso, di eccessiva durata (5-7 anni) e in quantità non rapportata agli sbocchi. Con il doppio ingresso si costituirebbero ricercatori di serie A (su concorsi nazionali) e ricercatori di serie B (su concorsi locali). Infine, con la libera scelta della sede da parte dei vincitori dei concorsi nazionali si rafforzerebbero ulteriormente gli atenei già resi ‘benestanti’.

Per leggere la proposta Fioramonti e le critiche dell’ANDU leggere il documento “NO al doppio binario per i concorsi a ricercatore” cliccando qui.

4. INIZIATA ALLA CAMERA LA DISCUSSIONE DELLA PDL SUI NUOVI RICERCATORI A TEMPO DETERMINATO E A TEMPO INDETERMINATO

Giovedì 11 aprile 2019 è iniziato nella Commissione Cultura della Camera l’esame della Proposta di Legge n. 783 presentata dagli onn. Torto, Ianaro e Iovino e riguardante “Norme in materia di reclutamento e stato giuridico dei ricercatori universitari di ruolo a tempo indeterminato e dei ricercatori a tempo determinato”. Relatore l’on. Alessandro Melicchio.

Per leggere il testo della PdL cliccare qui. Per leggere il resoconto della seduta dell’11 aprile 2019 cliccare qui. Per leggere la convocazione della seduta del 17 aprile 2019 nella quale continuerà la discussione della PdL cliccare qui.

==== La storia della devastazione dell’Università può essere approfondita in questo sito utilizzando la “ricerca avanzata” (v. in alto a destra).

3 comments for “RTDa, TAR a Corte Europea – PdL nuovi RTD e RTI

  1. Marco Croce
    10 aprile 2019 at 20:41

    Questo progetto di legge, a prima lettura, mi pare una porcheria che
    peggiora il sistema Gelmini in tutto.
    MC

  2. DG
    12 aprile 2019 at 09:28

    Ho subito varie riforme durante la mia carriera accademica, pensavo si fosse toccato il fondo con la Legge Gelmini. Dopo la prima foto del buco nero, questo progetto di legge dà nuove speranze…il fondo non è stato ancora raggiunto. Non c’è mai fine al peggio.
    DG

  3. vercingetorige
    25 maggio 2019 at 08:38

    La proposta di legge appare un’ottima opportunità per gli RTD. Tuttavia, credo vi sia un problema di semantica. Con la modifica dello stato giuridico dei ricercatori universitari a tempo indeterminato (RTI), si vorrebbe anche introdurre una terza fascia della docenza (cosa che peraltro già in parte esiste, e cioè il “professore aggregato”). In questo modo però si stravolge quello che è il vero compito del ricercatore. Sembra strano, ma il ricercatore fa e dovrebbe fare principalmente ricerca. La possibilità di fare didattica frontale, e cioè avere un corso in affidamento, DEVE rimanere su base volontaria. Visto inoltre che non si parla minimamente di adeguamenti stipendiali, sembra l’ennesimo tentativo di voler obbligare i ricercatori RTI a fare della didattica non retribuita, cioè togliendone il compenso aggiuntivo attualmente previsto dalla c.d. Legge Gelmini. Ulteriore mazzata dopo il blocco degli scatti stipendiali. Insomma, le solite nozze coi fichi secchi.

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