PROFUMO-GELMINI, ESTREMA CRITICITA’, PROFUMO-BERSANI, ROCCA, PRECARI, INCENTIVI, PUGLISI

= 30 dicembre 2011

1. “Profumo? È come la Gelmini”?

2. Profumo-Gelmini

3. Estrema criticità dell’Università”. Documento unitario.

4. “Quel Profumo che piace a Bersani”.

5. Il Vice-presidente di Confindustria presidente del Comitato consultivo dell’ANVUR.

6. Situazione dei precari e soluzione.

7. Incentivi ai docenti.

8. Puglisi anche rettore dello IULM e della Kore.

 

1. “Profumo? È come la Gelmini”?

     “Profumo? È come la Gelmini” è il titolo di un articolo del 29.12.11 su Tecnica della Scuola. Nell’articolo si afferma che “a sostenerlo è l’Andu”.

     In realtà l’ANDU (v. punto 2.) si era limitata a riportare le dichiarazioni dell’on. Valentina Aprea, presidente della Commissione Cultura della Camera. L’ANDU aveva solo rilevato che il ministro Gelmini, mentre ha – come dichiarato da Aprea – “sempre consultato” Profumo, invece “non ha dato nessuno ascolto alle decine di migliaia di studenti e alle migliaia di docenti che si sono opposti alla ‘sua’ legge e che non ha mai consultato le Organizzazioni universitarie rappresentative di tutte le componenti universitarie.” Mentre in Cile anche ieri … (v. nota).

     Precedentemente (v. punto 3.) l’ANDU aveva solo osservato:

     “Di certo, il nuovo ministro Profumo è finora riuscito a non dare alcun riscontro alla richiesta di “incontro urgente”, inviatagli il 24 novembre da ADI, ADU, ANDU, CISL-Università, CNRU, CNU, CoNPAss, FLC-CGIL, RETE29Aprile, SUN, UDU, UGL-Università, UIL-RUA e USB-Pubblico impiego, “per affrontare i diversi temi che riguardano l’Università italiana, anche alla luce del processo attuativo della legge 240/10″.

     Il nuovo Ministro, quindi, non ha ancora consentito alle Organizzazioni rappresentative di tutte le componenti universitarie di esporgli le preoccupazioni e le richieste. E nel frattempo lo stesso Ministro ha deciso di dare “piena attuazione” alla legge che ha paralizzato gli Atenei e che, se non si interverrà in tempo, porterà a compimento lo smantellamento dell’Università statale.”

Nota. “Cile, 2 ministri si dimettono a causa delle proteste degli studenti” (LaPresse/AP del 29.12.11).

2. Profumo-Gelmini

     Valentina Aprea (PDL), presidente della Commissione Cultura della Camera, ha dichiarato a Ilsussidiario.net che il nuovo ministro Profumo, rispetto alla Legge ‘Gelmini’, “è sempre stato consultato in merito al suo impianto, di cui ha contributo fattivamente a impostare i principi».

     Aprea ha aggiunto che Profumo è stato in sintonia con il precedente ministro Gelmini; sintonia “testimoniata dal fatto che è stato proprio l’ex ministro a indicarlo per la presidenza del Cnr.”

     Aprea ha anche detto che «nel caso della riforma dell’Università, bisogna ricordare che il professor Profumo ne è stato uno dei promotori e che da rettore del Politecnico di Torino, che è una delle eccellenze italiane, è sempre stato consultato in merito al suo impianto, di cui ha contributo fattivamente a impostare i principi».

     Francesco Profumo “è sempre stato consultato” dal precedente Ministro, che invece non ha dato nessuno ascolto alle decine di migliaia di studenti e alle migliaia di docenti che si sono opposti alla ‘sua’ legge e che non ha mai consultato le Organizzazioni universitarie rappresentative di tutte le componenti universitarie.

3. “Estrema criticità dell’Università”. Documento unitario.

     Nel documento del 13 dicembre 2011 ADI, ADU, ANDU, CISL-Università, CNRU, CNU, CoNPAss, FLC-CGIL, RETE29Aprile, SNALS-Docenti Università, SUN, UDU, UGL-Università, UIL-RUA e USB-Pubblico impiego “denunciano lo stato di estrema criticità in cui versa l’Università italiana” e chiedono “al Governo e al Parlamento una inversione di marcia rispetto alle scelte finora operate, riconoscendo il ruolo fondamentale dell’Università per lo sviluppo sociale ed economico del Paese.”

4. “Quel Profumo che piace a Bersani”.

   Nell’articolo “Quel Profumo che piace a Bersani”, su Europa, quotidiano del PD, del 24.12.11, si legge che “la scintilla tra Bersani e Profumo” è “comunque scoccata”. “A giustificare il feeling tra Profumo e i Democratici c’è soprattutto l’approccio con il quale il ministro sta cominciando ad affrontare il proprio ruolo”.

    Nell’articolo si legge che il ministro Profumo “ha anche confermato la piena attuazione della tanto contestata riforma Gelmini, per poi eventualmente migliorarla in un secondo tempo.” Inoltre si afferma che “le prime riunioni con i rettori, i sindacati degli insegnanti, i rappresentanti degli studenti” “segnano uno scarto notevole rispetto alla gestione verticistica della Gelmini.” Sarà.

     Di certo, il nuovo ministro Profumo è finora riuscito a non dare alcun riscontro alla richiesta di “incontro urgente”, inviatagli il 24 novembre da ADI, ADU, ANDU, CISL-Università, CNRU, CNU, CoNPAss, FLC-CGIL, RETE29Aprile, SUN, UDU, UGL-Università, UIL-RUA e USB-Pubblico impiego, “per affrontare i diversi temi che riguardano l’Università italiana, anche alla luce del processo attuativo della legge 240/10″.

    Il nuovo Ministro, quindi, non ha ancora consentito alle Organizzazioni rappresentative di tutte le componenti universitarie di esporgli le preoccupazioni e le richieste. E nel frattempo lo stesso Ministro ha deciso di dare “piena attuazione” alla legge che ha paralizzato gli Atenei e che, se non si interverrà in tempo, porterà a compimento lo smantellamento dell’Università statale.

5. Il Vice-presidente di Confindustria presidente del Comitato consultivo dell’ANVUR.

     Il Sole 24-ore, quotidiano della Confindustria, il 21.12.11 ha riportato una intervista a Gianfelice Rocca, vice-presidente della Confindustria e “neopresidente del comitato consultivo dell’ANVUR”.

    Prima si è approvata, con tutti i mezzi e a ogni costo, la legge 240/10 voluta dalla Confindustria, poi è stato stipulato l’“Accordo Confindustria-Crui”, un “asse” per “monitorare l’evoluzione della governance degli Atenei” e definire i “criteri per la valutazione della qualità di ricercatori e docenti da proporre all’ANVUR“, ora il vice-presidente della Confindustria è diventato presidente del Comitato consultivo dell’ANVUR, che ha il compito di dare pareri e formulare proposte al Consiglio direttivo, in particolare sui programmi di attività e sulla scelta dei criteri e dei metodi di valutazione.

   Da tempo la Confindustria ha chiarito le sue intenzioni e i suoi interessi: ridurre a non più di 19 gli Atenei veri, cioè quelli che fanno didattica e ricerca qualificate, assicurandosi comunque la partecipazione diretta di ‘esterni’ nella gestione di tutti gli Atenei attraverso i nuovi Consigli di Amministrazione dotati di immensi poteri.

      Gianfelice Rocca fa parte del Consiglio dell’IIT di Genova e fa anche parte del Comitato esecutivo di ASPEN Institute Italia, assieme a tanti ‘eccellenti’ esponenti della politica, dell’economia e dell’informazione. Interessante è il confronto della composizione di questo Organismo con quella della governance della “lobby trasparente” confindustriale TreeLLLe, che ha ‘dettato’ le leggi sull’ANVUR e sulla organizzazione degli Atenei già nel 2003.

Sul ruolo della Confindustria nell’approvazione della Legge 240/10 si invita a rileggere il messaggio dell’ANDU “DDL: ‘Occasione storica’ della Confindustria”

6. Situazione dei precari e soluzione.

     Nel suo intervento (“I ricercatori ci guardano”) sul Fatto Quotidiano del 21.12.11, Angelo d’Orsi descrive-denuncia la intollerabile condizione – per i diretti interessati e per l’Università – “di migliaia di donne e di uomini” “che attendono un concorso per accedere ai ruoli universitari”: “stiamo perdendo un’intera generazione, deludendola, incattivendola, allontanandola non soltanto dal mondo della ricerca e dalla vita degli studi, bensì dalla stessa comunità nazionale.” D’Orsi chiede al ministro Profumo di compiere “un passo decisivo, immediato: faccia dei nuovi ‘Provvedimenti Urgenti’.”

   Nel sito del CPU (Comitato Precari Università) sono riportati “I numeri agghiaccianti del precariato universitario”.

      L’ANDU, da sempre contraria all’esaurimento della fascia dei ricercatori di ruolo (da trasformare, invece, in terza fascia di professori), propone “Provvedimenti Urgenti” per risolvere il drammatico problema del precariato universitario. Ecco la Proposta dell’ANDU:

- Dal punto 2 (“Docenza e concorsi universitari”) della “Proposta dell’ANDU su Governance e Docenza”:

“Specificazioni sul reclutamento

I concorsi per i posti nella fascia iniziale della docenza (oggi il ruolo dei ricercatori) devono essere espletati a livello nazionale, ‘concentrando’, con cadenza certa, i posti banditi in autonomia dai vari Atenei su fondi propri e/o ministeriali.

La scelta dei vincitori deve essere fatta da una commissione nazionale composta solo da ordinari direttamente sorteggiati, escludendo quelli degli Atenei che hanno bandito i posti e prevedendo non più di un componente appartenente a una stessa sede.

Si potrebbe prevedere una graduatoria dei vincitori dei concorsi nazionali per il reclutamento, facendo scegliere ai vincitori stessi, seguendo l’ordine della graduatoria, la sede tra quelle che hanno bandito o hanno avuto assegnati i posti

Ai candidati devono essere adeguatamente riconosciuti i periodi di attività didattica e scientifica svolti a qualsiasi titolo: dottorato, assegni, borse, incarichi, ecc.”

E sul pre-ruolo:

“Periodo pre-ruolo massimo di 3 anni in un’unica figura definita da una legge che preveda adeguata retribuzione, diritti (malattia, maternità, ferie, contributi pensionistici) e libertà di ricerca, con un numero di posti rapportato a quello degli sbocchi nel ruolo della docenza.”

     Per leggere l’intera “Proposta dell’ANDU” cliccare qui.

7. Incentivi ai docenti.

    DM 314. Richieste al Ministro e ai Rettori: Documento del 22 dicembre 2011 di ADU, ANDU, CISL-Università, CNRU, CNU, CoNPAss, FLC-CGIL, RETE29Aprile, SNALS-Docenti Università, SUN, UGL-Università,UIL-RUA e USB-Pubblico impiego.

8. Puglisi anche rettore dello IULM e anche della KORE.

    Gianni Puglisi ha una eccezionale capacità di fare contemporaneamente tante (ma proprio tante) cose importanti, tra le quali quella di rettore dello IULM e ora anche della KORE.

    Chi volesse conoscere “la vita, la carriera, i gusti e le passioni di Giovanni Puglisi”, può leggere l’articolo “Valorizzo l’arte e la cultura” su ItaliaOggi del 21.12.11.

     Chi volesse conoscere gli incarichi passati e presenti di Gianni Puglisi può leggerli sul sito della CRUI, della quale è vice-presidente.

   Gianni Puglisi, prima dell’approvazione della Legge 240/10, aveva dato il suo “pieno sostegno all’azione riformatrice dell’Università”, auspicando che nel “dibattito in Parlamento prevalga uno spirito di convergenza tra gli schieramenti.” Puglisi, però, aveva espresso “la sua contrarietà al limite del mandato dei rettori” (Avvenire del 2.12.09). Il limite è stato invece previsto dalla Legge, ma pare sia comunque possibile ‘superarlo’ diventando rettore di un altro Ateneo (e anche, contemporaneamente, di più di uno).

6 comments for “PROFUMO-GELMINI, ESTREMA CRITICITA’, PROFUMO-BERSANI, ROCCA, PRECARI, INCENTIVI, PUGLISI

  1. 27 dicembre 2011 at 18:25

    Al punto 5, INCENTIVI AI DOCENTI, il documento risulta illegibile. E’ possibile sapere che cosa intendete dire “Incentivi ai docenti”.
    Grazie

  2. Pietro Gibellini
    27 dicembre 2011 at 18:36

    Vergogna che fra i valitatori non esista nessun studioso di area umanistica. vergogna che i titoli pubblicati all’estero contino di più anche per gli italianisti. vergogna che òa curatela di un’ediz citica o commentata /per es, la divina comedia) sia dequalificata come la cura di una namale miscellanea.
    sacrosanto il conocrso per ricercatori con soli ordinari sorteggiati eslusi quelli dell’ateneo che bandisce. vergogna che la gelmini abbia ceduto alle baronie tornando al reclutamento locale, trionfo di faccendieri e intrallazzoni per portaborse o peggio.

  3. rita micarelli
    27 dicembre 2011 at 19:51

    Il precariato dei ‘giovani’ -spesso non più tali ma da anni impegnati a reggere le sorti delle facoltà, avare di certezze e sempre baronali- dovrebbe essere affrontato con maggiore equità e trasparenza , che non pare tale dalle vostre proposte, sempre legate a logiche baronali, provinciali e di fatto sorpassate .
    Ma non si potrebbe cambiare approccio alla questione della docenza , evitando i licenziamenti annuali e i ricatti attualmente in essere per adre spazio al valore delle ricerche, delle esperienze e delle capacità, valutandole con modalità più obbiettive?

  4. Franco
    27 dicembre 2011 at 20:06

    Leggo questa proposta dell’ANDU:
    “Si potrebbe prevedere una graduatoria dei vincitori dei concorsi nazionali per il reclutamento, facendo scegliere ai vincitori stessi, seguendo l’ordine della graduatoria, la sede tra quelle che hanno bandito o hanno avuto assegnati i posti.”

    Vorrei sapere se si tratta di uno scherzo. Qualcuno ha in mente la differenza tra una università e un liceo?

  5. Giovanni Falaschi
    29 dicembre 2011 at 19:19

    Mi riferisco alla denuncia del prof. Gibellini, che condivido in pieno. Gli studiosi di Letteratura Italiana pubblicano ovviamente in lingua italiana e, solo in casi eccezionali e se vogliono, in altra lingua. Hanno a disposizione per le loro pubblicazioni riviste,case editrici e collane italiane, che sono le più prestigiose in questo settore. Come potrebbe essere altrimenti? Gli studiosi stranieri di Letteratura Italiana cercano di pubblicare nelle stesse riviste e collane italiane: è un loro traguardo (si vedano per esempio le loro pubblicazioni presso Olschki, Longo e così via). Come si può non tener conto di questo dato nella valutazione? Visto che non ci sono valutatori che provengano da questa area, mi chiedo se quelli specializzati in altri campi non hanno sufficiente intelligenza da capire il problema? E’ difficile? – La stessa cosa si potrebbe dire per gli storici italiani che si occupano di cose italiane. Se al ministero, vista l’ignoranza di chi li ha diretti finora, non hanno considerato il problema, i colleghi scienziati, per esempio, non lo capiscono da soli?

  6. Piero Floriani
    29 dicembre 2011 at 23:42

    Concordo con i colleghi Gibellini e Falaschi in tutto o quasi (non sono convinto che i professori di prima fascia siano i soli possibili giudici nei concorsi – questo è stato il piatto di lenticchie che ha ‘piegato’ alla logica della legge Gelmini la parte maggiore della classe, con un danno profondo alla coesione dell’università). Quanto alla valutazione, ritengo evidente che sul piano scientifico la mancanza di un riconoscimento della specificità della ricerca e dell’insegnamento della lingua e letteratura nazionale sia un segno di provincialismo e di subalternità culturale a indirizzi astratti. (Più accettabile – anzi giusta – appare la valutazione positiva di lavori scientifici ‘tradotti’ in lingue di cultura diverse).

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