BLITZ DI PROFUMO – EMERGENZA CONCORSI

= 4 giugno 2012

== IL BLITZ DI PROFUMO

== LA VERA EMERGENZA: POSTI DI RUOLO PER I PRECARI

  1. ANVUR

  2. MINISTRO SCATENATO CONTRO GLI ATENEI: STATUTI E PROROGHE

  3. VALORE DEL VOTO DI LAUREA

  4. LA CONTRORIFORMA ERA (E’) FARRAGINOSA E INAPPLICABILE

  5. ORA PRECARI USA E GETTA

  6. ORA PIU’ ANVUR E PIU’ NEPOTISMO

  7. LA SOLITA CRUI

  8. VERA EMERGENZA: BANDIRE POSTI DI RICERCATORE DI RUOLO

  9. “STUDENTE DELL’ANNO”

 

PREMESSA

Francesco Profumo – a differenza di Moratti, Mussi e Gelmini – è un ministro vero. Profumo infatti non è capitato ‘per caso’ nel MIUR, così come Luigi Berlinguer, Guerzoni e Modica non hanno fatto il ministro e i sottosegretari per caso di quello stesso ministero. Profumo è ‘organico’ al progetto di demolizione (v. al punto 3) dell’Università statale, democratica, aperta a tutti e di qualità. Profumo è stato uno dei principali artefici della Legge – voluta dalla Confindustria e supportata dalla CRUI – impropriamente chiamata ‘Legge Gelmini’. Francesco Profumo ha il compito di perseguire con tutti i mezzi e ad ogni costo i peggiori obiettivi del progetto di smantellamento dell’Università statale: commissariamento del Sistema nazionale con l’ANVUR, commissariamento degli Atenei con i rettori sovrani assoluti e i loro CdA, espulsione degli attuali precari da rimpiazzare con nuovi e più numerosi precari, drastica riduzione dei docenti in ruolo, riduzione a non più di 20 degli Atenei che faranno didattica e ricerca, abolizione del valore legale dei titoli di studio e nel frattempo abolizione del valore del voto di laurea.

1. ANVUR

Questi stessi obiettivi sono ‘desiderati’ da componenti del Direttivo dell’ANVUR, che – per non lasciare dubbi – è ‘coadiuvato’ da un organo di consulenza presieduto dal Vice-presidente di Confindustria. Questo Comitato consultivo ha il compito di dare pareri e formulare proposte al Consiglio direttivo, in particolare sui programmi di attività e sulla scelta dei criteri e dei metodi di valutazione. Ed è la stessa Confindustria che, inseme alla CRUI, si è attribuito il compito di prevedere la “definizione di criteri per la valutazione della qualità di ricercatori e docenti da pro porre all’ANVUR“.

L’ANVUR, come previsto e prescritto, sta accumulando poteri di vita e di morte sull’esistenza degli Atenei e sui contenuti della ricerca.

2. MINISTRO SCATENATO CONTRO GLI ATENEI: STATUTI E PROROGHE

Francesco Profumo è il primo ministro dell’Università a ricorrere contro gli Statuti: devono essere ricondotti a ragione gli Atenei che hanno osato prevedere l’elezione di alcuni componenti del nuovo CdA. Ai ricorsi e alle pressioni hanno resistito con dignità gli Atenei di Genova (il TAR ha rigettato il ricorso), Firenze, Pisa (il TAR non ha concesso la sospensiva) e Trieste e il Politecnico di Torino, mentre a Palermo il Rettore e il SA hanno approfittato del ricorso del Ministro per ‘svuotare’ la precedente scelta assunta con la consultazione e il consenso dell’Ateneo (v. dichiarazione di voto di un componente in SA).

Profumo, ex rettore, è anche il primo ministro a fare ricorso contro un atto interno ad un Ateneo. E’ successo all’Aquila dove si stava procedendo all’elezione del nuovo rettore: il Ministro ritiene che la Legge imponga la proroga dei Rettori che devono assicurare la ‘corretta’ applicazione dei ‘nuovi’ statuti elaborati sotto la loro stessa guida.

3. VALORE DEL VOTO DI LAUREA

Lo stesso Profumo ha tentato (sta ancora tentando?) di accelerare la corsa verso l’abolizione del valore legale dei voti di laurea ricorrendo a una consultazione con un questionario a risposta ‘predefinita’.

4. LA CONTRORIFORMA ERA (E’) FARRAGINOSA E INAPPLICABILE

Che la controriforma dettata dalla Confindustria fosse inapplicabile lo poteva capire qualsiasi matricola ed è stato denunciato anche dalle Organizzazioni universitarie.

Infatti nel dicembre 2010 ADI, ADU, AND, ANDU, AURI, CISL-Università, CNRU, CNU, ConPAss, CPU, CSA-CISAL-Università, FLC-CGIL, LINK-Coordinamento Universitario, Rete 29 Aprile, SNALS-Docenti Università, SUN, UDU, UGL-Università e Ricerca, UILPA-UR, USB-Pubblico Impiego denunciavano. “Il Disegno di Legge approvato alla Camera, e che deve ora tornare al Senato, farraginoso e sostanzialmente inapplicabile, non risolve in alcun modo nessuno dei gravi problemi che affliggono l’Università italiana. Infatti esso rafforza i gruppi di potere baronali, aumenta a dismisura e istituzionalizza il precariato, peggiora ulteriormente i meccanismi di reclutamento e di avanzamento di carriera accentuando il localismo. In particolare, introduce un sistema di governo degli Atenei e del Sistema universitario che riduce ulteriormente l’autonomia e la democrazia nell’Università.”

E a nulla è servita anche la vasta, forte e argomentata opposizione di studenti e docenti.

Solo chi è stato animato dal cieco furore di finire di massacrare l’Università statale ha potuto credere di avere prodotto qualcosa che stesse in piedi: la controriforma s’aveva da fare, contando sul totale sostegno della ‘grande’ stampa (con in testa il Sole 24-ore e il Corriere della Sera) e sul consenso di tutti i gruppi Parlamentari.

Il risultato dell’opera dei soliti apprendisti stregoni è sotto gli occhi di tutti: gli atenei immersi (distratti) nella loro riorganizzazione con l’obbligo di assicurare alle oligarchie accademiche e ai potentati economico-politici locali il totale controllo delle Università, i precari senza alcuna prospettiva di assunzione in ruolo, i ricercatori e gli associati con le carriere bloccate. Il tutto accompagnato dall’ulteriore taglio del turnover e dalla carenza dei finanziamenti per assicurare anche solo il minimo della didattica e della ricerca.

5. ORA PRECARI USA E GETTA

A questo disastro pare che l’attuale Ministro, che fino a ieri ha dichiarato che le leggi appena approvate non andavano – per principio – subito cambiate, voglia riparare facendo – sembrava impossibile! – ancora peggio: dal precariato a vita (ricercatore a temine tipo a di 5 anni e poi di tipo b di tre anni) si passerebbe al precariato ‘usa e getta': un anno di contratto rinnovabile per altre due volte.Insomma un irridere a migliaia di (ex) giovani che da precari e anche in nero hanno enormemente contribuito alla ricerca e alla didattica. E il ministro Profumo pare sia arrivato anche a pensare di ‘potenziare’ la didattica negli atenei obbligando perfino gli assegnisti di ricerca a farla!

6. ORA PIU’ ANVUR E PIU’ NEPOTISMO

Francesco Profumo pare voglia (o forse non più) sospendere (sic!) le idoneità nazionali per fare partire subito concorsi locali con commissioni locali-nazionali-internazionali. Commissioni libere di proporre un ‘vincitore’ per il posto bandito, attenendosi però ai requisiti scelti-imposti dall’ANVUR che poi rifarà il concorso, accertando che il vincitore-chiamato abbia tutti i requisiti dall’ANVUR stessa prescritti. Gli eventuali ‘sbagli’ della commissione verrebbero pesantemente fatti pagare a … l’Ateneo. Insomma con questa soluzione il Ministro riuscirebbe a semplificare le cose rafforzando il potere dell’ANVUR e agevolando la cooptazione personale senza la perdita di tempo delle attuali inutili idoneità nazionali.

La cooptazione personale (con gli ‘annessi’ fenomeni di nepotismo, clientelismo e localismo) era già salvaguardata nell’attuale versione della legge (non chiamo nessuno fino a quando non sarà idoneato il mio prescelto) e ora avverrebbe più rapidamente (i criteri ANVUR li applico solo se mi consentono di promuovere il mio prescelto che comunque cercherò di fare promuovere usando il mio ruolo di commissario ‘interno’. Se la commissione dovesse non esaudirmi io non farò chiamare il ‘vincitore’ proposto. E se l’ANVUR dovesse poi bocciare il mio prescelto, che sono riuscito a fare scegliere alla Commissione e a fare chiamare dal mio Dipartimento, pazienza se l’Ateneo – non io ne il mio vincitore – sarà economicamente penalizzato).

7. LA SOLITA CRUI

“Comunque sia i concorsi si facciano presto, presto, presto”. Così dichiara Marco Mancini attuale presidente della CRUI in una intervista che consente a Repubblica di titolare: “I rettori: ”Bene la riforma, inutile norma anti-assenteismo’”. Ma come “concorsi comunque”? E la svolta epocale della riforma sostenuta dalla precedente CRUI di cui lo stesso Mancini era segretario? Ma se ora il problema sarebbe diventato solo fare presto, certamente Mancini condividerà e sosterrà le proposte qui sotto avanzate che consentirebbero di svolgere i concorsi ‘più presto’ di come prevede il ministro Profumo.

8. VERA EMERGENZA: BANDIRE POSTI DI RICERCATORE DI RUOLO

L’obiettivo che si dovrebbe porre chi ha veramente a cuore l’Università e il Paese dovrebbe essere quello di dare stabilità alle migliaia di precari che risultano indispensabili alla didattica e alla ricerca. L’unico modo per farlo è quello di bandire SUBITO almeno 20.000 posti di ricercatore di ruolo (da trasformare in fascia docente), su fondi nazionali e con commissioni nazionali interamente sorteggiate (escludendo coloro che appartengono alle sedi dove sono stati assegnati i posti). I vincitori dovrebbero potere scegliere la sede sulla base di una graduatoria.

Contemporaneamente si dovrebbe prevedere l’avanzamento, in un ruolo unico della docenza, attraverso giudizi di idoneità nazionali ai quali dovrebbe corrispondere il pieno e immediato riconoscimento anche economico (su un apposito fondo nazionale).

Necessario è anche introdurre una unica figura pre-ruolo di durata massima di tre anni, con tutti i diritti garantiti, adeguata retribuzione e autonomia di ricerca.

Solo così si può interrompere il processo di precarizzazione della docenza e si può combattere sul serio l’arbitrio nel reclutamento e nelle progressioni di carriera, giustificato e protetto in nome della autonoma e responsabile scelta delle strutture locali. E solo così si potrà impedire che l’ANVUR determini i contenuti delle ricerche e metta bocca, a sua discrezione, anche sui risultati dei finti concorsi locali. Per leggere la proposta intergrale cliccare qui.

9. “STUDENTE DELL’ANNO”

L’idea del Ministro di incentivare e premiare il merito nella scuola costringendo le scuole a individuare lo studente dell’anno, la dice tutta sull’ideologia, impregnata di una improvvisazione che rischia di sconfinare nel ridicolo, dell’eccellenza di pochi. Al contrario si dovrebbe accrescere l’impegno dello Stato per elevare al massimo la preparazione del maggior numero possibile di studenti, senza comunque lasciare indietro nessuno. Su questa trovata di Profumo non si possono non condividere le osservazioni e le critiche dei responsabili del PD del settore scuola.

9 comments for “BLITZ DI PROFUMO – EMERGENZA CONCORSI

  1. Doriano Brogioli
    4 giugno 2012 at 11:53

    Ma vi siete accorti che Profumo vuole proprio fare quello che chiedete voi????

    Quello che chiedete voi:

    “Figura unica pre-ruolo di durata massima tre anni”

    Quello che propone Profumo:

    “un anno di contratto rinnovabile per altre due volte.”

    Il problema e’ lo stesso che abbiamo visto durante la discussione della legge Gelmini. Al di la’ delle contestazioni, sia i governanti e legiferatori, sia le associazioni di ricercatori e precari, puntano alla stessa cosa: mettere sempre piu’ paletti, per eliminare i precari. Pensando in questo modo di eliminare il precariato!!! E alla fine ci lamentiamo perche’ i precari si trasformano in disoccupati.

  2. Luca Cerioni
    4 giugno 2012 at 12:36

    Una breve domanda ed una riflessione: chi ha voluto la messa ed esaurimento del ruolo dei ricercatori a tempo indeterminato? Se si accetta che la ricerca é importante (come ha affermato anche la Commissione Europea), perché non dovrebbe esistere nelle Università una figura che (così come, mi risulta, era stata concepita nel 1980) abbia per finalità principale o unica proprio di dedicarsi alla ricerca? Se lo Stato impone il precariato ed impedisce dunque di lavorare serenamente e fruttuosamente a chi vorrebbe avere la ricerca come sua “mission” (accentuando, in tal modo, la fuga dei ricercatori all’estero), il sistema complessivo ne esce rafforzato o, piuttosto, gravemente depauperato ?

  3. Giovanni Federico
    4 giugno 2012 at 13:43

    Purtroppo il ministro Profumo non è organico al progetto di cui sopra. Magari. E’ solo organico al progetto di conservazione dei baroni italiani che NON vogliono la valutazione e soprattutto non voglio che qualcuno (l’ANVUR) dichiari pubblicamente che metà di loro non vale nulla (come da progetto originario Gelmini)

  4. Raffaele
    4 giugno 2012 at 14:52

    Vorrei tanto consigliare il ministro Profumo che per far andar bene le Università si dovrebbe per prima cosa dare una valutazione agli insegnamenti, dare delle precise responsabilità ai docenti (limitare al massimo i Corsi Integrati – che spesso sono dis…integrati), eliminare il ruolo di professore Ordinario (salvo trasformarlo in elettivo per i Capo-scuola e con diversa responsabilità), dare vera organizzazione alla ricerca prima di valutarla.

  5. Raffaele
    4 giugno 2012 at 15:00

    Forse non sono stato chiaro. Per valutazione agli insegnamenti intendevo “i programmi degli insegnamenti” cioè cosa si insegna.

  6. Achille Zampa
    4 giugno 2012 at 15:06

    Ma il rettore e Presidente CRUI come fa a dire che i concorsi vanno fatti subito subito se lo Statuto del suo Ateneo ancora non è stato pubblicato in GU? Non appartiene pure lui alla “casta” dei rettori bis-prorogata o presunti tali secondo il Ministro? Come si fa ad essere autorevoli se si aggira surrettiziamente la legge come hanno fatto il Ministro e i vetero-rettori che intendono evidentemente governare anche i nuovi concorsi delocalizzati? E la Valutazione 2004-2010? Non si aspettano i risultati? Perché è stata fatta?
    Achille Zampa, precario

  7. CARLA
    4 giugno 2012 at 15:23

    BLITZ DI PROFUMO – EMERGENZA CONCORSI
    Ma il dietrofront sull’abilitazione non è paradossale? di nuovo i concorsi locali? ancora i soliti noti che favoriranno solo i segnalati? che differenza c’è con l’ope legis? Diciamo che una differenza c’è ed è sostanziale l’ope legis è più “democratica” perchè darebbe valore a tutti coloro che lo meritano (e sono tanti) mentre con i concorsi locali continueremo a premiare chi (magari meno meritevole di altri e magari ancora neanche “ricercatori confermati”) del “concorso comunque pilotato” ne trarrà vantaggio, scavalcando il “troppo bravo” che gli farà ricorso per 10 anni.
    Paradossale.
    Ma davvero non si può prendere una decisione ragionevole?
    Se i “ricercatori a tempo indeterminato confermati” da anni svolgono attività di docenza riconosciuta e attestata dalle stesse facoltà, se da anni svolgono ricerca attestata da pubblicazioni scientifiche (talora superando per quantità gli stessi ordinari, ne è testimonianza lo stesso sito Cineca) che aspettano a dare -almeno dignità di ruolo- ad un ricercatore attivo e meritevole?
    Che diano il giusto avanzamento di carriera a tutti coloro che ne hanno le credenziali -già ampiamente divulgate in cineca- e la smettano di prenderci in giro.
    Di certo la tanto temuta Ope Legis (temuta da chi?) è meno degradante, ovvero è meno umiliante e perdente di questo processo di valutazione concorsuale, basterebbe escludere tutti i ricercatori non-attivi (ogni Ateneo ne è ampiamente a conoscenza attraverso l’anagrafe della ricerca e delle pubblicazioni) e dare valore al merito di chi al contrario ha dimostrato e continua a dimostrare di essere all’altezza del ruolo.
    Per i ricercatori a tempo indeterminato che da almeno 6 anni svolgono continuativamente attività didattica certificata ed attività di ricerca divulgata in pubblicazioni scientifiche (articoli, monografie su case editrici accreditate, proceeding etc etc)
    ATTIVAZIONE DI GRADUATORIE DI ATENEO/RICONOSCIMENTO DIGNItà di RUOLO / AVANZAMENTO DI CARRIERA A PROFESSORE ASSOCIATO, OVVERO LA SECONDA FASCIA A COLORO CHE NE HANNO LE CREDENZIALI

    Ps. Ma ci pensate che molti di noi insegnano da olre 6/8 anni? Ancora i soliti concorsi: (la discussione dei titoli è assolutamente corretta almeno possiamo dimostrare personalmente l’attività di ricerca svolta)- La lezione (ridicola! dopo tanti anni di insegnamento devi ancora dimostrare di sapere svolgere una lezione, oppure di essere più bravo del collega nel comunicare e/o trasmettere nozioni semplici o complesse, mah… roba da ciuchi).

  8. Paola
    6 giugno 2012 at 09:50

    la legge attuale sui concorsi nazionali NON evita le chiamate dei “pupilli”. La legge prevede che chi ha acquisito determinati (quali?) requisiti abbia diritto ad essere “abilitato” ed essere riconosciuto come “degno” di fare parte della categoria “superiore” (cioè se è un ricercatore è degno di essere un associato, ecc….). A questo punto la sede universitaria selezionerà tramite una sorta di concorso locale mascherato, la persona che vuole. Non mi pare diverso da prima, caso mai sarà più semplice di prima chiamare chi si vuole perchè basterà un colloquio…indovinate chi risulterà il più “brillante”???

  9. Alfredo Castellano
    8 giugno 2012 at 17:42

    L’attuale legge sulle abilitazioni mi sembra molto ragionevole in quanto si basa su criteri bibliometrici che certamente possono essere criticati ma sono oggettivi e trasparenti (almeno per il comparto scientifico); infatti è sufficiente accedere al data-base ISI Web of Science per conoscere la produzione scientifica (qualificata) di chiunque.
    L’ANVUR sta facendo, a mio parere, un lavoro meritorio per oggettivare sempre più i parametri di valutazione. All’infuori di questi non saprei trovare un sistema che non si traduca nell’arbitrio più bieco che finora ha caratterizzato molti (non tutti) concorsi.

    P.S. E’ proprio la valutazione che temono molti “baroni” perché né loro né i loro “figliocci”, se l’asticella per l’idoneità è adeguatamente alta, riuscirebbero a superarla (anche con ripetuti tentativi). Da ciò le scomposte reazioni e proposte del ministro e dei suoi consigliori in questi ultimi giorni.

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