=5.11.10. Giavazzi non sa cosa scrive. Invitiamo a leggere un intervento di Giuseppe De Nicolao, dell’Università di Pavia, che analizza le tante ‘imprecisioni’ dell’ultimo (l’ennesimo) fondo di Francescho Giavazzi sul ‘suo’ Corriere della Sera.
Scrive, tra l’altro De Nicolao: “per rimanere al passo con le altre nazioni, dovremmo aumentare il numero di giovani che ricevono una formazione universitaria, dedicando loro più risorse sia in termini di strutture che di personale.”
= “Il piano didattico è sospeso”. La protesta ferma l’Università di Pavia. Sulla Provincia Pavese.
= Si comunica che il giorno 18 Maggio alle ore 11 presso l’aula L1 -Palazzo San Tommaso, P.za del Lino
si terrà una assemblea dei ricercatori dell’Università di Pavia, nell’ambito della settimana di mobilitazione nazionale
contro il DdL 1905 sul riassetto del sistema universitario e contro i tagli al finanziamento del comparto università.
Tutti gli interessati sono invitati a partecipare.
Cordiali saluti, Pietro Galinetto (rappresentante dei ricercatori in Senato Accademico)
Non mi sembra corretto parlare di sciopero dei ricercatori.
La realtà è che molti ricercatori (tutti i ricercatori a ingegneria per inciso) svolgono attività didattica frontale, ovvero tengono corsi, nè più nè meno come prof. associati ed ordinari ma in modo totalmente volontario, senza alcun riconoscimento economico. Si può quindi parlare a pieno titolo di volontariato. Questa è la realtà che consente oggi ed ha consentito per anni di mantenere un’ampia offerta didattica agli studenti. Dato il netto peggioramento delle prospettive di carriera venute a crearsi con la sovrapposizione dei tagli di bilancio e della riforma del sistema universitario, molti ricercatori stanno riconsiderando la propria disponibilità a continuare questa opera di volontariato. Tanto che il Senato Accademico non ha potuto far altro che prendere atto della situazione e prendersi una pausa di riflessione.
Tuttavia mi sento di dire che gli studenti devono essere tranquilli. Anche se con qualche corso in meno l’università di Pavia continuerà ad offrire percorsi di studio ricchi e di qualità.
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Non mi sembra corretto parlare di sciopero dei ricercatori.
La realtà è che molti ricercatori (tutti i ricercatori a ingegneria per inciso) svolgono attività didattica frontale, ovvero tengono corsi, nè più nè meno come prof. associati ed ordinari ma in modo totalmente volontario, senza alcun riconoscimento economico. Si può quindi parlare a pieno titolo di volontariato. Questa è la realtà che consente oggi ed ha consentito per anni di mantenere un’ampia offerta didattica agli studenti. Dato il netto peggioramento delle prospettive di carriera venute a crearsi con la sovrapposizione dei tagli di bilancio e della riforma del sistema universitario, molti ricercatori stanno riconsiderando la propria disponibilità a continuare questa opera di volontariato. Tanto che il Senato Accademico non ha potuto far altro che prendere atto della situazione e prendersi una pausa di riflessione.
Tuttavia mi sento di dire che gli studenti devono essere tranquilli. Anche se con qualche corso in meno l’università di Pavia continuerà ad offrire percorsi di studio ricchi e di qualità.