Firenze

= 1.12.10. Docenti di Lettere hanno espresso la loro solidarietà al Rettore di Firenze che è stato istericamente attaccato dal Ministro (v. dichiarazione).

= 18.11.10.  Il TAR Toscana ha sospeso la rottamazione dei ricercatori dell’Università di Firenze (ordinanza 1 e ordinanza 2).

= 11.11.10.  Dal Senato Accademico : “Pronti alle dimissioni di massa” (v. articolo).

= 9.10.10.  L’8 ottobre scorso si è svolta un’Assemblea di Ateneo su “Una Università autonoma, democratica, utile al Paese”, promossa dall’ANDU: ANSA

= 8.10.10.  Assemblea di Ateneo alle 15 promossa dall’ANDU: locandina.

 = 1.10.10.

- “Se la ricercatrice è indisponibile” : intervento su Repubblica di Firenze di una ricercatrice che ha spiegato agli studenti la sua protesta contro il DDL.

- Mozione del CdF Scienze che contro i tagli e il DDL rinvia le lezioni e invita alle dimissioni.

 

= 14.9.10. Ingegneria rinvia l’inizio delle lezioni: articolo sul Corriere Fiorentino.

= “Anno accademico a rischio in 6 facolta’ fiorentine” : articolo sull’Unità e articolo su Repubblica di Firenze del 2 luglio 2010.

= La Facoltà di Architettura a settembre non riaprirà: articoli del 24.6.10 su Repubblica di Firenze e sulla Nazione.

= Architettura sospende la programmazione. Gli articoli su Repubblica di Firenze , sul Giornale della Toscana e sul Corriere Fiorentino.

Post navigation

1 comment for “Firenze

  1. Gabriele Ciampi
    14 maggio 2013 at 17:25

    Cara Andu, conosci questa notizia ?
    Si tratta di una sentenza della Corte Costituzionale che dichiara illegittimo l’articolo della legge Gelmini sull’Università il quale nega a professori e ricercatori universitari il diritto di poter usufruire della proroga biennale di permanenza in servizio prevista per i dipendenti statali.
    Io non avevo fatto, come quasi tutti (tranne rarissime monumentali figure baronali), domanda di permanenza in servizio per i prossimi due anni. Non so se questo possa avere rilevanza, al fine di poter usufruire di questa proroga, resa ammissibile dalla sentenza.
    Qui di seguito copio l’indirizzo della pagina dove compare la notizia e il testo della medesima.
    Come potrei fare per sapere qualcosa di più circa la possibilità di presentare domanda di permanenza in servizio ?
    Grazie ancora per la pazienza. Ma forse sieti molto allenati a reggere i rompiballe.
    Gabriele Ciampi
    +39 340 6242181
    +39 055 2298155
    +39 055 275 7932/7966/7953/7951/6666
    ciampiga@gmail.com
    gabriele.ciampi@unifi.it

    http://www.repubblica.it/scuola/2013/05/11/news/riforma_gelmini-58553460/?ref=HREC2-5

    Università, bocciatura della Consulta
    a un pezzo della riforma Gelmini
    Secondo i giudici costituzionali è illegittimo costringere i docenti universitari e i ricercatori ad andare in pensione al compimento dei 70 anni senza poter usufruire della proroga di due anni prevista per i dipendenti statali di SALVO INTRAVAIA
    Lo leggo dopo

    Università, bocciatura della Consulta a un pezzo della riforma Gelmini
    LA CONSULTA boccia un pezzetto della riforma Gelmini sull’università. Secondo i giudici costituzionali è illegittimo costringere i docenti universitari e i ricercatori ad andare in pensione al compimento dei 70 anni, senza avere la possibilità di fruire della proroga di due anni prevista da un decreto del 1992 per tutti gli altri dipendenti statali. Ad annunciarlo è l’Anief, il sindacato guidato da Marcello Pacifico, che considera la sentenza un modo per “rimettere ordine ad un sistema danneggiato da una evidente forzatura voluta dall’ex governo Berlusconi”, permettendo di “mantenere in essere le alte professionalità al servizio dello Stato e favorire nel contempo una continuità didattica sempre più spesso minacciata dalla mancanza di turn over”.

    Il sindacalista ritiene, inoltre, che “la cancellazione dell’articolo 25 della legge 240 del 2010 rappresenta l’occasione giusta per tornare a chiedere e con maggior forza al nuovo ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, di adoperarsi per restituire dignità alla figura del ricercatore universitario, cancellata da quella stessa legge”. Ma non solo. “Allo stesso modo – continua Pacifico – è indispensabile che si torni a dare la possibilità ai ricercatori di essere collocati in una loro fascia professionale, oggi ad esaurimento. E di far loro conseguire l’abilitazione all’insegnamento come docenti associati, attraverso il ripristino della macchina concorsuale”.

    La norma varata dalla Gelmini tre anni fa ha collocato i 25mila ricercatori a tempo indeterminato che lavorano negli atenei italiani in una specie di limbo – un ruolo ad esaurimento – , che aspettano da un triennio di potere partecipare ai concorsi per docente associato ventilati a momento dell’approvazione della legge. Ma poi la realtà è stata un’altra cosa. La sentenza degli ermellini ha preso le mosse dal ricorso al Tar Lazio di un docente dell’università di Tor Vergata di Roma che aveva chiesto di avvalersi della proroga di due anni per rimanere in servizio oltre i 70 anni. Ma il rettore dell’ateneo, facendo riferimento alla norma Gelmini, lo aveva collocato a riposo.

    Il docente, contro il provvedimento di pensionamento forzoso del rettore, si era dapprima rivolto al Tar e successivamente al Consiglio di stato che ha rinviato alla Corte perché si pronunciasse sulla legittimità costituzionale dell’articolo 25 della legge 240 del 2010. E questa ha bollato di incostituzionalità l’articolo di legge in questione perché risulta, a parere dei giudici, “priva di giustificazioni l’esclusione della sola categoria dei professori e ricercatori universitari” dalla possibilità di ottenere la proroga di due anni “quando proprio per tale categoria l’esigenza” di mantenere in servizio “docenti in grado di dare un positivo contributo per la particolare esperienza professionale acquisita in determinati o specifici settori” introduce “una disciplina sbilanciata e irrazionale, che si pone in deciso contrasto il principio costituzionale del buon andamento dell’azione amministrativa”.

    (11 maggio 2013) © Riproduzione riservata

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *