Martinotti, Moscati e Rositi dicono No al blocco dei concorsi

04 novembre 2008 – ANDU

Riceviamo e diffondiamo:

“Fermiamo la mano.

Chi lavora da tempo nell’universita’ italiana, specie se ha avuto esperienze anche in atenei di altri paesi, sa benissimo quali siano le disfunzioni serie di questo sistema, ma sa anche quali sono i punti di forza, che ci sono: la sua critica e’ soprattutto orientata a migliorare il sistema. Ma oggi chi lavora all’universita’ si sente oggetto di un attacco coordinato, condotto con la tecnica del branco, come fanno i coyotes o i practors di Jurassic Park o, meno esoticamente, con le tecniche con le quali il potere mafioso ha trattato sempre i suoi nemici oppure ancora con le tecniche delle purghe staliniane. Diffamare, isolare, eliminare.

Alla diffamazione si sono dedicati diversi soggetti, con una frenesia degna di cause più nobili: diffondere falsita’ sull’universita’ italiana, con cifre fuorvianti snocciolate come un rosario e’ diventata una tecnica comune a politici e a docenti che hanno dimenticato che, messa al servizio dell’ideologia, la scienza cessa di essere tale. All’isolamento hanno contribuito i media, sia gli house organs della Famiglia sia i giornali cosiddetti “indipendenti”. Ora si passa alle prime fasi della eliminazione. Aldo Schiavone ha scritto su Repubblica del 30 Ottobre che assisteremo al funerale dell’Universita’. Non c’e’ funerale senza cadavere e non c’e’ morto ammazzato senza mano assassina. Noi vogliamo impedire il delitto prima che venga consumato.

Sui concorsi universitari e’ aperta la discussione, molti di noi hanno fatto anche proposte radicali (ma efficienti) sull’argomento. Oggi pero’ occorre innanzitutto fermare la mano di chi sta proponendo una azione delinquenziale, prima ancora che irresponsabile e inefficiente. Dopo molti anni di attesa, sono finalmente in corso qualche migliaio di concorsi per professori associati; questo non significa nuovi posti e aumento del corpo docente, ma il giusto riconoscimento del lavoro svolto, a volte per venti anni e piu’, da migliaia di ricercatori, talvolta invecchiati in quel ruolo non perché senza merito, ma perché senza posto, con stipendi bassi e sovente con curricoli didattico scientifici, anche internazionali, di tutto rispetto. E lo stesso discorso vale a maggior ragione per i posti di ricercatore cui aspirano migliaia di precari che hanno stipendi minimi e senza i quali l’universita’ non potrebbe funzionare.

Oggi una vena di follia si e’ introdotta nel dibattito, si vogliono bloccare questi concorsi, sull’imbeccata fornita ai politici dal prof. Giavazzi sul Corriere della sera sulla base di tre affermazioni false (false anche quando contengono nuclei di verita’, perche’ nella scienza come nel dibattito pubblico non si può dire nero se e’ appena appena grigio).

Primo che i concorsi siano tutti truccati, quindi e’ inutile farli, ovviamente la conseguenza sarebbe “in galera tutti i commissari” e, vien da chiedere: ma il prof. Giavazzi e gli altri eccellenti colleghi che guidano questa campagna con il piglio di Rummy Rumsfeld, il concorso come l’hanno vinto?

Secondo, che i concorsi siano troppi: falso, non rappresentano neppure un normale turnover. Giavazzi dice 10% ma falsifica gravemente perche’ un economista dovrebbe sapere che il turnover non e’ una misura assoluta, ma si calcola su un periodo dato, di solito annualmente. Qui il numero di concorsi (regolarmente banditi secondo la legge, sia detto per inciso) va valutato in base agli anni dall’ultima tornata di concorso, almeno tre, quindi sarebbe il 3% non il 10.

Terzo, dice infine Giavazzi per sostenere ideologicamente l’urgenza del provvedimento (“fate in fretta, fate in fretta”), che se questi concorsi passeranno si blocchera’ tutto il sistema per anni. Falso: oltre all’esiguita’ dei numeri, nei prossimi anni si libereranno migliaia di posti di ordinari e associati per l’invecchiamento del corpo docente. L’universita’ avra’ ancora meno docenti di quelli, gia’ ora insufficienti, che ha.

E poi non dovrebbe sfuggire all’economista Giavazzi, a proposito di blocchi, che se non vengono promossi, i ricercatori attuali bloccheranno essi davvero il sistema, impedendo che si liberino i posti per i piu’ giovani. E in più saranno cosi’ legittimamente infuriati che, anche se non bruceranno qualcosa, e’ dubbio che riprenderanno a lavorare molto rapidamente. Pero’ la parola, anche se asinina, passa rapidamente perche’ anche nel mercato delle idee esiste la legge di Gresham che dice che la moneta cattiva scaccia quella buona.

Per dare una idea delle assurdita’ che la stampa diffonde, leggiamo il modo in cui anticipa La Stampa (30 Ottobre p. 5) il provvedimento “Blocco automatico dei concorsi, si rischia di fermare il turn-over (attenzione, facendoli, non bloccando il turnover in corso, ndr!!) si tratta di “7 mila posti, di cui 4mila per ordinari e associati e 3 mila in due tranches per ricercatori he verrebbero assunti a vita” (capite?? “a vita”, cioè non precari come ormai devono essere tutti, e come alcuni dei candidati sono da anni e anni).

Ma, ancora: “Se il concorso passasse verrebbe ingolfato per anni il sistema di reclutamento e i giovani di talento potrebbero dire addio alle loro aspirazioni” (perche’ quelle migliaia che adesso da precari sperano di diventare ricercatori le aspirazioni non le hanno? La logica, la logica!!.ndr). Ma ora viene il bello! “Tuttavia [sospendere] questo concorso significa inimicarsi tutta la baronia che aveva gia’ deciso chi e come sistemare. Al provvedimento dovrebbe seguire poi una nuova normativa sui concorsi”. (Dopo aver violato la legge vigente se ne fa un’altra. ndr).

Capite? Il problema non sono i poveracci che hanno lavorato per anni e che ora si vedono sottrarre la possibilita’ di partecipare a concorsi, che non si fanno da quattro anni. No! Il problema sono i “baroni” frustrati nelle loro trame. Ha ragione Diamanti (La Repubblica.it 1 Novembre) basta con questa sciocchezza dei baroni. Quel che vere baronie e governanti stanno tentando di fare e’ solo, banalmente, mettere da parte qualche risorsa. Per chi? E il rispetto per chi lavora dove sta in tutto questo mondo, e mezzomondo, di politici e loro consigliori? Ma quando si fa branco l’ideologia obnubila: “el sueño de la razon produce monstruos”. E una vera mostruosita’ e’ appunto la proposta di bloccare i concorsi. Firmate con noi per fermare la mano.

Guido Martinotti
Roberto Moscati
Franco Rositi”

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