UNIMIB, UNIVAQ, UNIVR, UNICA e UNIFI contro DL

21 luglio 2008 – ANDU
Si riportano i testi dei seguenti documenti:
– 1. Mozione del Consiglio della Facolta’ di Scienze dell’Universita’ di Milano Bicocca, del 16 luglio 2008.
– 2. Mozione del Consiglio di Facolta’ di Lettere dell’Universita’ dell’Aquila, del 16 luglio 2008.
– 3. Mozione del Consiglio della Facolta’ di Scienze Motorie dell’Universita’ di Verona, del 17 luglio 2008.
– 4. Mozione del Consiglio della Facolta’ di Scienze della Formazione dell’Universita’ di Verona, riunito il 16 luglio 2008.
– 5. Documento dell’Assemblea generale del personale docente e tecnico-amministrativo dell’Universita’ di Cagliari, del 17 luglio 2008
– 6. Documento dell’Assemblea dei Ricercatori della Facolta’ di Scienze dell’Universita’ di Firenze, del 15 luglio 2008.

1. Mozione del Consiglio della Facolta’ di Scienze dell’Universita’ di Milano Bicocca, del 16 luglio 2008

“Il Consiglio della Facolta’ di Scienze MM.FF.NN. dell’Universita’ di Milano Bicocca, riunito il 16 luglio 2008, esprime la propria profonda preoccupazione relativamente alle disposizioni riguardanti l’Universita’ italiana contenute nel D.L. 112/08. Il Consiglio di Facolta’ ritiene che queste misure, mentre sono presentate come volte ad un recupero di efficienza, in realta’ danneggino irreparabilmente l’Universita’ nel suo complesso, compresi i suoi numerosi punti di eccellenza riconosciuti a livello internazionale.

Il taglio, nel prossimo triennio, di 500 milioni di euro dal fondo di finanziamento ordinario corrisponde al 25% dei fondi effettivamente disponibili dopo il pagamento degli stipendi. Un taglio di tali proporzioni, su un fondo gia’ largamente insufficiente, rendera’ impossibile il normale funzionamento della ricerca e della didattica universitaria, considerato anche che esso si somma al taglio del 40% effettuato contestualmente sui Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale.

Il passaggio degli scatti stipendiali di anzianita’ dei docenti da biennali a triennali ne riduce ulteriormente gli stipendi (gia’ di gran lunga i piu’ bassi tra i paesi progrediti), penalizzando in particolar modo i piu’ giovani: oltre a demoralizzare l’attuale corpo docente, accentuera’ quindi ulteriormente il fenomeno della “fuga dei cervelli”. La limitazione del turnover al 20% dei pensionamenti azzera inoltre le possibilita’ di rinnovamento del corpo docente in una fase storica cruciale; azzera le legittime speranze di carriera dei giovani ricercatori da poco entrati nel sistema universitario; azzera le speranze di un’intera generazione di precari della ricerca, vanificando gran parte del fondamentale lavoro da essi svolto. Inoltre, associato all’entrata in vigore del D.M. 270/04, il turnover ridotto comportera’ da un lato l’incremento delle ore dedicate dai docenti alla didattica, con un progressivo soffocamento dell’attivita’ di ricerca, e dall’altro una pesante riduzione dell’offerta formativa.

La possibilita’ data agli atenei di trasformarsi in fondazioni (con un semplice voto del senato accademico) e il conseguente trasferimento a titolo gratuito dell’intero patrimonio degli atenei pubblici in mani private introduce per decreto la privatizzazione dell’universita’. Cio’ potra’ avere gravi ripercussioni sul trattamento economico e giuridico del personale (a cominciare dai tecnici-amministrativi) e sulle scelte di indirizzo in materia di didattica e ricerca. Tutto questo potra’ portare a un aumento delle tasse universitarie (le fondazioni private non devono rispettare il tetto del 20% sul Fondo di Finanziamento Ordinario dell’Universita’).

Queste misure attaccano radicalmente ed in modo del tutto immotivato e indiscriminato il sistema universitario italiano, anche per quelle parti che, in base alle valutazioni dello stesso CIVR, svolge ricerca di alto livello. Un intervento finalizzato a migliorare l’attuale sistema universitario e’ improrogabile ma deve necessariamente scaturire da un confronto del governo con tutte le realta’ all’interno dell’universita’ e da una piu’ attenta valutazione degli effetti che provvedimenti frettolosi e unilaterali possono produrre sul medio-lungo periodo.

Al fine di contrastare la conversione in legge del DL 112/08, il Consiglio di Facolta’ ritiene urgente e fondamentale avviare un dibattito negli organi collegiali dell’Universita’ che coinvolga anche gli studenti per valutare le forme di protesta piu’ opportune.”

2. Mozione del Consiglio di Facolta’ di Lettere dell’Universita’ dell’Aquila, del 16.07.2008

“Le misure concernenti il sistema universitario nazionale contenute nel DM 112/2008 collegato alla Finanziaria 2009 rappresentano la piu’ concreta minaccia per la qualita’ e la vita stessa dell’Universita’ italiana, tale da snaturarne in modo irreversibile la natura, la funzione e la destinazione. Ciascuno dei singoli provvedimenti previsti costituisce il tassello di un disegno complessivo, la cui fisionomia inquietante desta l’allarme e fa qualificare il Decreto come tentativo di distruzione e di demolizione dell’universita’ italiana. Il sostanziale blocco del turn over, la progressiva decurtazione del FFO, la trasformazione delle universita’ in fondazioni, il taglio nelle retribuzioni di docenti e personale tecnico amministrativo nella forma dell’innalzamento del periodo di maturazione degli scatti di progressione di carriera rappresentano ferali attacchi all’essenza stessa dell’Universita’ pubblica e costringeranno un numero elevato di sedi alla chiusura, dopo una vita stentata e con standard qualitativi abbassati. Dopo anni in cui si e’ giustamente insistito sulla scarsita’ dei mezzi messi a disposizione della ricerca, nella quale l’Italia investe enormemente meno rispetto ai Paesi suoi concorrenti, anziche’ al rilancio tante volte promesso e propagandato, si assiste a una penalizzazione senza precedenti delle strutture di ricerca, di formazione del sapere e della sua attiva tradizione. La Facolta’ di Lettere e Filosofia dell’Universita’ dell’Aquila manifesta la piu’ profonda preoccupazione per le conseguenze deleterie che l’applicazione del DM nella sua formulazione attuale comporterebbe per l’Universita’ pubblica italiana e si riconosce particolarmente colpita nella sua qualita’ di Facolta’ umanistica. Infatti le Facolta’ di Lettere e Filosofia scontano anche una barbarica impostazione culturale che si va imponendo e che considera non produttivo, e quindi da disincentivare, tutto quanto non possa tradursi in risultato immediato e immediatamente sfruttabile sul piano economico; e’ ovvio che le discipline umanistiche non hanno mai pensato ne’ potranno mai pensare di fondare la loro scientificita’ e la loro validita’ su questo terreno. La Facolta’ di Lettere e Filosofia dell’Universita’ dell’Aquila esprime all’unanimita’ la propria contrarieta’ alle misure in via di approvazione e dichiara la sua determinazione a intraprendere iniziative di protesta tese a salvaguardare il ruolo essenziale e insostituibile dell’Universita’ in un Paese moderno e civile.”

3. Mozione del Consiglio della Facolta’ di Scienze Motorie dell’Universita’ di Verona, del 17 luglio 2008

“Il Consiglio della Facolta’ di Scienze Motorie dell’Universita’ di Verona, riunito il 17 luglio 2008, in sintonia con le posizioni gia’ espresse dalla CRUI e dai Senati Accademici e Consigli di Facolta’ di numerose Universita’ italiane, esprime profonda contrarieta’ alle disposizioni riguardanti l’Universita’ contenute nel DL 112/08. Il Consiglio di Facolta’ ritiene che complessivamente tali misure, presentate come volte ad un recupero di efficienza, nei fatti danneggino profondamente l’Universita’ italiana nel suo complesso.

In particolare il Consiglio di Facolta’ si esprime contro:

Ø la limitazione del turnover, sino al 2011, al 20% dei pensionamenti che riduce in maniera drastica l’ingresso nella docenza con un danno irreparabile per il futuro dell’Universita’. Tale norma vanifica le possibilita’ di rinnovamento del corpo docente in una fase storica cruciale; azzera le legittime speranze di carriera dei giovani ricercatori da poco entrati nel sistema universitario; azzera le speranze di un’intera generazione di precari della ricerca, vanificando gran parte del fondamentale lavoro da essi svolto. Va inoltre sottolineato che la norma non prevede nemmeno che il residuo 80% sia destinato ad incrementare i fondi di Ateneo per la ricerca o per l’adeguamento delle infrastrutture a servizio della ricerca e delle attivita’ formative.

Ø la limitazione delle assunzioni di personale tecnico-amministrativo a tempo indeterminato al 20% del turn over che danneggera’ gravemente la funzionalita’ scientifica e comportera’ una pesante riduzione dell’offerta formativa degli Atenei.

Ø la drastica diminuzione del Fondo di Finanziamento Ordinario prevista per i prossimi 4 anni, che intervenendo su un fondo gia’ da tempo insufficiente limitera’ ulteriormente il normale funzionamento della ricerca e della didattica universitaria. Va anche tenuto presente che tale taglio si somma a quello del 40% effettuato contestualmente sui Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale.

Ø il passaggio degli scatti stipendiali di anzianita’ dei docenti da biennali a triennali che determina una riduzione di stipendi che sono tra i piu’ bassi dei paesi europei. Tale intervento, che penalizza in modo particolare i docenti piu’ giovani: oltre a demoralizzare l’attuale corpo docente, accentuera’ ulteriormente il fenomeno della “fuga dei cervelli”.

Infine il CdF ritiene che un provvedimento che da’ la possibilita’ agli Atenei di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato (con un semplice voto del Senato Accademico), con il conseguente trasferimento a titolo gratuito dell’intero patrimonio degli Atenei pubblici in mani private, non possa essere attuato con lo strumento del Decreto Legge senza una approfondita discussione parlamentare e una consultazione di tutte le realta’ universitarie.

Il CdF impegna il Preside a farsi portavoce in Senato Accademico delle posizioni espresse dal CdF, auspicando una decisa presa di posizione dell’Ateneo veronese che contribuisca a modificare in senso positivo il D.L. 112/08.”

4. Mozione del Consiglio della Facolta’ di Scienze della Formazione dell’Universita’ di Verona, riunito il 16 luglio 2008

“Il Consiglio della Facolta’ di Scienze della Formazione dell’Universita’ di Verona, riunito il 16 luglio 2008, in sintonia con le posizioni gia’ espresse dalla CRUI e dai Senati Accademici e Consigli di Facolta’ di numerose Universita’ italiane, esprime profonda contrarieta’ alle disposizioni riguardanti l’Universita’ contenute nel DL 112/08.

In particolare il Consiglio di Facolta’ considera:

1. che un provvedimento che da’ la possibilita’ agli Atenei di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato (con un semplice voto del Senato Accademico), con il conseguente trasferimento a titolo gratuito dell’intero patrimonio degli Atenei pubblici in mani private, non possa essere attuato con lo strumento del Decreto Legge senza una approfondita discussione parlamentare e una consultazione di tutte le realta’ universitarie;

2. che la limitazione del turnover al 20% delle unita’ di personale provochera’ la scomparsa di molti saperi specialistici, di cui la tradizione culturale italiana e’ depositaria a livello internazionale e la penalizzazione delle giovani generazioni di studiosi, con un danno irreparabile per il futuro dell’Universita'; va inoltre sottolineato che la norma non prevede nemmeno che il residuo 80% sia destinato ad incrementare i fondi di Ateneo per la ricerca o per l’adeguamento delle infrastrutture a servizio della ricerca e delle attivita’ formative;

3. che la limitazione delle assunzioni di personale tecnico-amministrativo a tempo indeterminato al 20% del turn over danneggera’ gravemente la funzionalita’ scientifica e didattica e comportera’ una pesante riduzione dell’offerta formativa degli Atenei;

4. che il taglio nel prossimo triennio di circa 500 milioni di euro dal fondo di finanziamento ordinario, gia’ largamente insufficiente, che si somma a quello del 40% contestualmente effettuato sui Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale, rendera’ impossibile il normale funzionamento della ricerca e della didattica in una situazione gia’ di grave degrado delle condizioni di produzione della ricerca e di espletamento della didattica;

5. che il passaggio degli scatti stipendiali di anzianita’ dei docenti da biennali a triennali ridurra’ ulteriormente gli stipendi (gia’ di gran lunga i piu’ bassi tra quelli dei paesi europei), penalizzando in particolar modo i docenti piu’ giovani. Altra cosa sarebbe stata invece legare gli scatti ad una valutazione meritocratica.

Il CdF impegna il Preside a farsi portavoce in Senato Accademico delle posizioni espresse dal CdF, auspicando una decisa presa di posizione dell’Ateneo veronese che contribuisca a modificare in senso positivo il D.L. 112/08.”

5. Documento dell’ Assemblea generale del personale docente e tecnico-amministrativo dell’Universita’ di Cagliari, del 17 luglio 2008

“L’Assemblea generale del personale docente e tecnico-amministrativo dell’Universita’ di Cagliari, riunita il 17 luglio 2008, esprime ferma contrarieta’ alle disposizioni contenute nel Decreto Legge n. 112 del 25 giugno 2008, il cui contenuto fortemente vessatorio nei confronti dell’universita’ si inserisce in un quadro di pesante ridimensionamento di fondamentali servizi pubblici come l’istruzione e la sanita’.

In particolare:

- la limitazione del turn over al 20% dei pensionamenti impedira’ nei prossimi anni il necessario ricambio generazionale, aggravando il problema del precariato, impedendo l’accesso indispensabile di una nuova generazione di ricercatori con un effetto disastroso sul funzionamento dell’istituzione;

- i nuovi pesantissimi tagli dei finanziamenti statali, che avrebbero invece bisogno di essere incrementati dopo il blocco degli anni scorsi, porteranno i bilanci universitari al dissesto finanziario rendendo impossibile garantire non solo una attivita’ didattica e di ricerca di qualita’, ma anche l’ordinario funzionamento;

- la trasformazione degli scatti stipendiali da biennali a triennali per il personale docente e la riduzione dei fondi destinati al salario accessorio e al rinnovo dei contratti di lavoro per il personale tecnico-amministrativo determinera’ una notevole decurtazione delle retribuzioni, tra le piu’ basse in Europa.

Questi provvedimenti mirano a portare in breve tempo gli atenei pubblici al collasso, spingendoli alla privatizzazione attraverso la trasformazione in fondazioni, prevista dall’art. 16 del Decreto Legge. Questa ipotesi deve essere respinta nel metodo e nel merito. E’ una scelta che non puo’ essere adottata con decreto legge, richiede invece un’ampia discussione nella societa’, nelle universita’ e in Parlamento. Smantellare l’universita’ pubblica e privatizzare il sistema pubblico di alta formazione e ricerca significa innanzitutto compromettere il diritto allo studio, la liberta’ di insegnamento e di ricerca garantite dalla Costituzione, rendendole dipendenti dagli interessi dei finanziatori privati, che potrebbero determinare l’offerta formativa e decretare la morte della ricerca di base.

In un contesto come quello della Sardegna, inoltre, la scelta della privatizzazione comporterebbe la scomparsa delle universita’ con gravi ripercussioni sul tessuto sociale, economico e culturale.

L’Assemblea nel respingere totalmente il DL 112/08 e qualunque ipotesi di trasformazione dell’universita’ in fondazione:

- proclama lo stato di agitazione di tutto il personale docente e tecnico-amministrativo finalizzato al ritiro delle disposizioni riguardanti l’universita';

- invita tutti i docenti ad astenersi dall’assumere carichi didattici non espressamente previsti dalla legge e gli organi di governo ad assumere iniziative come la sospensione del Manifesto degli Studi e il blocco delle attivita’ didattiche;

- invita tutti gli organi collegiali dell’Ateneo a pronunciarsi formalmente e a informarne gli organi di stampa;

- chiede la convocazione della riunione congiunta degli organi di governo dell’Ateneo per una presa di posizione ufficiale da trasmettere al Governo e al Parlamento;

- auspica un coinvolgimento dei parlamentari sardi;

- aderisce all’Assemblea nazionale del 22 luglio a Roma;

- chiede al Senato Accademico dell’Universita’ di Cagliari convocato il 18 luglio 2008 di esprimersi inequivocabilmente contro le scelte sull’universita’ del DL 112/08 e contro qualunque ipotesi di trasformazione dell’Universita’ di Cagliari in fondazione.”

6. Documento dell’Assemblea dei Ricercatori della Facolta’ di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell’Universita’ di Firenze, del 15 luglio 2008

I Ricercatori della Facolta’ di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell’Universita’ di Firenze, riuniti in Assemblea in data 15 luglio 2008, dichiarano lo stato di agitazione contro il Decreto Legge n. 112 del 25 giugno 2008. Il decreto e’ collegato alla finanziaria 2009 del Governo ed e’ una manovra pesantissima, che colpisce in modo dissennato la Scuola e l’Universita’ pubblica, gia’ particolarmente colpite e trascurate da tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi dieci anni.

Per l’Universita’ i punti piu’ rilevanti sono:

- La possibilita’ data agli atenei di trasformarsi in fondazioni private (con un semplice voto del Senato Accademico) senza che una decisione cosi’ importante venisse discussa adeguatamente in precedenza

- Il taglio nel prossimo triennio di 500 milioni di euro dal fondo di finanziamento ordinario (FFO) che aggrava fortemente la situazione finanziaria gia’ precaria degli atenei

- La limitazione del turnover al 20% delle unita’ del personale, proprio negli anni in cui una frazione consistente del corpo docente andra’ in pensione. A dispetto della proclamata volonta’ di considerare l’Universita’ come un bene strategico per il futuro del Paese e di premiare il merito, questo provvedimento portera’ ad una riduzione drastica della qualita’ dell’offerta formativa e mortifichera’ i meritevoli nelle loro speranze di carriera.

- Il passaggio degli scatti stipendiali di anzianita’ dei ricercatori da biennali a triennali, che penalizza retribuzioni gia’ ampiamente al di sotto della media europea e definiti scandalosamente bassi da piu’ parti.

Per questi motivi, nonche’ per sottolineare che i Ricercatori della Facolta’ di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, oltre a condurre attivita’ di ricerca di alto livello e qualificata (come anche dimostrato dalle recenti graduatorie pubblicate da enti di valutazione indipendenti stranieri), si fanno carico di una parte cospicua della didattica che per legge non spetta loro:

- ritirano la propria disponibilita’ a ricoprire gli insegnamenti in supplenza, (che sono svolti a titolo volontario e gratuito) per il prossimo Anno Accademico;

- si limiteranno da ora in avanti allo svolgimento della stretta attivita’ didattica istituzionale riservandosi di decidere ulteriori forme di protesta.

I Ricercatori invitano tutti i colleghi della Facolta’ (Professori Associati e Ordinari) ad aderire allo stato di agitazione, attuando le piu’ incisive forme di protesta. Chiediamo inoltre al Preside della Facolta’ di dare massima diffusione a questo documento e di presentarlo al prossimo Consiglio di Facolta’.”

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