ANVUR. IL CONSIGLIERE RAGONE ALL’ANDU

Riportiamo in calce il messaggio che Giovanni Ragone, consigliere del
ministro Fabio Mussi, ci ha inviato in risposta al nostro documento “La
‘rivoluzione’ di Mussi” (nota 1).Quando abbiamo diffuso il precedente messaggio del consigliere Ragone, del 9 novembre inviatoci 2006, avevamo scritto: “Vogliamo sperare che il messaggio del Consigliere del Ministro – che comunque ringraziamo per la personale disponibilita’ al dialogo diretto e pubblico – possa essere l’inizio di un vero confronto con l’intera compagine ministeriale sulle posizioni sostenute in tutti questi anni dall’ANDU, anche assieme alle altre Organizzazioni unitarie dell’Universita’.” Nel diffondere il nuovo messaggio di Ragone – che ancora una volta ringraziamo per la sua disponibilita’ al dialogo diretto e pubblico – non
possiamo non rammaricarci che il nostro auspicio di un confronto vero, organico e continuo, non sia stato finora accolto dal ministro Mussi.
Nel documento dell’ANDU, al quale si riferisce ora il consigliere Ragone, c’era scritto: “Le Organizzazioni unitarie dell’Universita’ l’avevano detto che era assolutamente da evitare che l’Agenzia nascesse con un colpo di mano, come e’ stato quello di imporne l’istituzione col blindatissimo Decreto Legge (Decreto fiscale) di accompagnamento alla Finanziaria, e, per giunta, con una delega praticamente in bianco.” A questo proposito Ragone sostiene che l’ANDU e’ “praticamente” sola “a intendere l’istituzione della Agenzia come un colpo di mano del Ministro.”  Premesso che riteniamo non ci sia nulla di male a essere soli ad avanzare una critica di cui si e’ profondamente convinti, in questo caso ad essere “soli” sono ADU, ANDU, APU, AURI, CISAL-Universita’, CISL-Universita’, CNRU, CNU, FIRU, FLC-CGIL, RNRP, SNALS-Universita’, SUN e UILPA-UR che insieme, nel documento del 14 settembre 2006, avevano scritto, riferendosi anche all’Agenzia, che era “improponibile, in tutti questi contesti, l’uso della legge delega, a maggior ragione nell’ambito ‘blindato’ di una legge finanziaria.”. Le stesse Organizzazioni il 13 ottobre 2006 hanno ancora scritto: “Le OO.AA. valutano in modo del tutto negativo quanto finora previsto dal Governo, sia sul piano del metodo sia sul piano dei contenuti. Sul piano del metodo, le OO.AA. considerano improprio l’inserimento in una legge finanziaria di norme che disciplinano contenuti, come lo stato giuridico, che devono trovare la loro disciplina in una legge ordinaria ad essi solo finalizzata. Altrettanto impropria e’ la introduzione in un decreto legge della Agenzia di valutazione. Dietro questi provvedimenti vi sono poi deleghe generiche e gravi manchevolezze.” Ma andiamo al merito delle questioni affrontate da Giovanni Ragone. Egli scrive: “e’ evidentemente risibile definire “un flop”, o un semplice organo di consulenza del ministro l’Agenzia ancora prima che nasca (invertendo tra l’altro la vostra tradizionale posizione di ostilita’ verso la possibile
invadenza del nuovo organismo nella gestione).”  Sull’Agenzia la posizione dell’ANDU e’ stata espressa piu’ volte. Ecco quanto abbiamo scritto, per esempio, il 7 settembre 2006: “L’ANDU ritiene invece (“invece” rispetto a un’Agenzia ‘forte’, ndr) opportuna l’introduzione di un sistema di valutazione discusso con la
comunita’ universitaria (“mai piu’ riformismo dall’alto”!) – si citava un impegno non mantenuto di Mussi, ndr -, basato su criteri e metodi che tengano conto della diversita’ degli ambiti disciplinari e della complessita’ del lavoro universitario, e che lasci alla responsabilita’ politica i conseguenti interventi. Un sistema di valutazione che non deve tradursi in un maggiore controllo gerarchico delle carriere e che non
‘subappalti’ l’autonomia universitaria ai poteri forti politico-accademici”. Una ‘buona’ Agenzia, come quella che auspichiamo, non deve fare la ‘rivoluzione’, come si ostina invece a sostenere Mussi.  La vera rivoluzione nell’Universita’ italiana la si fa combattendo e smantellando i poteri forti accademici che l’hanno ‘sequestrata’ e che la stanno demolendo per controllare completamente le risorse pubbliche.
Per fare una vera rivoluzione bisogna fare leggi ‘strutturali’ che eliminino il precariato, la cooptazione personale nel reclutamento, il controllo anche ‘umano’ delle carriere. Rivoluzionario e’ rivedere radicalmente una ‘riforma’ della didattica che sta gravemente danneggiando gli studenti e le loro famiglie. Rivoluzionario e’ istituire un Organo nazionale di autogoverno, non corporativo e non frammentato, che rappresenti e difenda l’autonomia del Sistema nazionale delle Universita’
dai poteri forti accademico-politici. Rivoluzionario e’ investire molto (non ridurre i finanziamenti!) sull’Alta formazione e sulla Ricerca statali, invece che sulle Universita’ private, sulla fantomatica ricerca industriale e sugli auto-proclamati Centri di eccellenza. Mussi, al contrario, continua a ripetere che l’Agenzia “sara’ una rivoluzione, se ci libereremo dall’ossessione del controllo dei processi, a monte, per spostare il baricentro del governo del sistema sulla verifica dei risultati, a valle”, come ha dichiarato (anche) nell’intervista al Settimanale Carta del 18/24 novembre 2006 (nota 2). Nella stessa intervista alla fine e’ stata rivolta al Ministro la seguente domanda: “L’Andu, fra gli altri (“fra gli altri”, non da sola!, ndr),
contesta la decisione di istituire l’Agenzia per la valutazione degli atenei nella finanziaria. Perche’ questa scelta? Da chi sara’ formata l’agenzia e come verra’ garantita la sua indipendenza?” A questa domanda Mussi, tra l’altro, risponde: “L’Agenzia sara’ una struttura terza a composizione internazionale, indipendente sia rispetto all’universita’ e agli enti di ricerca che rispetto al ministero.” Anche alla luce di queste affermazioni, come si puo’ non definire un flop, come abbiamo scritto, l’annunciata “Agenzia ‘indipendente’ per la valutazione”?  Un’Agenzia in cui TUTTI i componenti del Direttivo sono nominati dal Ministro non puo’ essere definita indipendente dal Ministro. E la nomina ministeriale non e’ una necessita’, come scrive invece Ragone, ma una precisa scelta politica, motivata dal Mussi come l’unica esente da logiche spartitorie. Una motivazione, questa, istituzionalmente inaccettabile per una scelta che meno di un mese prima non era ritenuta ‘necessaria’, visto che il sottosegretario Luciano Modica ne aveva annunciata una diversa. Insistere, contro ogni evidenza, nella pretesa che una Agenzia interamente nominata dal Ministro sia indipendente dal Ministro, non e’ certo un buon inizio per farne, come auspicato da Ragone, un “organo di valutazione legittimato, (e) autorevole”. Detto questo, e cioe’ che questa Agenzia e’ un organo di consulenza del Ministro, logica e buon senso vorrebbero che i compiti assegnati a un Organismo cosi’ fatto siano ‘congrui’, e comunque essi non possono (non devono) essere ‘rivoluzionari’. A questo proposito invitiamo a tenere
conto, in particolare, delle puntuali osservazioni di Alessandro Ferrara su Europa del 15 febbraio 2007 (nota 3). Insomma, bisogna stare attentissimi a non fare dell’Agenzia una sorta di ‘Angelo vendicatore’, che concretamente diventerebbe uno strumento di potere in mano a coloro che gia’ da anni dominano sulla Universita’ italiana.  Va tenuto anche presente che il problema dell’uso autoritario delle Agenzie di valutazione e’ stato posto anche in altri Paesi, dove peraltro non esistono poteri accademici cosi’ pervasivi e devastanti, abituati a dettare legge al Governo e al Parlamento, come quelli operanti in Italia.
Registriamo positivamente, nel messaggio di Ragone, che “alcuni dei punti” (quali?) da noi sollevati “sono importanti, e sono oggetto di riflessione” in sede ministeriale. Il consigliere Ragone conclude escludendo che l’Agenzia possa valutare “i casi singoli”. Il sottosegretario Modica invece, tempo fa, aveva annunciato il contrario. Speriamo di leggere nel regolamento dell’Agenzia l’esplicito divieto di valutazione dei singoli.

17 febbraio 2007

Nota 1. Per leggere il documento dell’ANDU “La ‘rivoluzione’ di Mussi” del 15.2.07:
http://www.orizzontescuola.it/article13984.html

Nota 2. Per leggere l’intervista del ministro Fabio Mussi al Settimanale Carta del 18/24 novembre 2006:
http://www.miur.it/DefaultDesktop.aspx?doc=189

Nota 3. Per l’intervento di Alessandro Ferrara “Si’ all’Agenzia ma cosi’ e’ troppo ministeriale”, su Europa del 15.2.07:
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2007/02/15SIB4013.PDF

Da Giovanni Ragone, consigliere del Ministro dell’UR, all’ANDU:

“Cari amici dell’ANDU, siete praticamente i soli, nel vasto campo dei soggetti sia istituzionali che associativi dell’Universita’ e della Ricerca, a intendere l’istituzione della Agenzia come un colpo di mano del Ministro. Ad ogni riunione di consultazione, sia istituzionale che di esperti di valutazione, registriamo viceversa un vastissimo consenso di fondo.  Siamo consapevoli del fatto che si tratta di una riforma di importanza strategica, che avra’ un forte impatto. Stiamo lavorando per esaminare tutti i suggerimenti ricevuti, e per migliorare l’impianto. Detto questo,
e’ evidentemente risibile definire “un flop”, o un semplice organo di consulenza del ministro l’Agenzia ancora prima che nasca (invertendo tra l’altro la vostra tradizionale posizione di ostilita’ verso la possibile invadenza del nuovo organismo nella gestione).  Alcuni dei punti che sollevate sono importanti, e sono oggetto di
riflessione. E’ evidente che nell’impossibilita’ di costituire una nuova “authority”, l’unica soluzione per garantire un’effettiva terzieta’ di un organismo che necessariamente va nominato dal Governo sta nel definire con maggiore nettezza e trasparenza – ed e’ uno dei suggerimenti possibili, tra i molti che ci sono stati dati – i soggetti che possono proporre candidature per un “search committee” indipendente (due sono gia’ individuati a livello europeo). Occorre che sia chiara l’effettiva indipendenza del “search committee” stesso, e che sia garantita la
trasparenza delle autocandidature e il profilo di competenza richiesto.  Inoltre e’ vero che non e’ realistica una piena e immediata operativita’ dell’Agenzia. E con cio’? La gradualita’ e’ prevista a questo mondo. Ma e’ impossibile attuare una vera politica di incentivazione/disincentivazione senza un organo di valutazione legittimato, autorevole e indipendente. Sul tema “Agenzia e reclutamento”: anche questa materia credo sia giusto che diventi oggetto di valutazione, in particolare i criteri e le politiche generali decise dagli Atenei o dai loro dipartimenti (non i casi singoli).

Giovanni Ragone”

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