Precariato e reclutamento. Il problema, la soluzione, un invito al Ministro

IL PROBLEMA
La soluzione definitiva del problema del precariato universitario (‘circa’
50-90 mila docenti precari) è urgente da anni. Le oligarchie accademiche
non solo non hanno mai voluto eliminare questo gravissimo fenomeno, ma anzi hanno continuato ad alimentarlo.

La lobby accademica trasversale ha quasi sempre imposto i suoi provvedimenti demolitori dell’Università statale attraverso le Finanziarie, le leggi-delega e i voti di fiducia. In quest’ultima Finanziaria, devastante per l’Università (v. nota 1), in
particolare si prevede, con lo strumento di una legge delega quasi senza
limiti, l’introduzione dell'”idoneità nazionale” per l’espletamento dei soli concorsi a posti di ricercatore banditi direttamente dal Ministero; posti, peraltro, pochi e incerti (commi 5 e 6 dell’art. 70 del Disegno di Legge della Finanziaria). Se questa iniziativa legislativa dovesse andare in porto, il Ministro raggiungerebbe due ‘risultati':
1. applicherebbe i soliti metodi arroganti e prepotenti della lobby trasversale, che ha sempre fatto ricorso a strumenti legislativi ‘golpisti';
2. introdurrebbe una novità giuridica insensata e di sospetta incostituzionalità, prevedendo procedure concorsuali diverse per identici posti di ruolo

LA SOLUZIONE
Da anni l’ANDU propone una ‘semplice’ soluzione per i problemi del precariato e del nuovo reclutamento. La lobby, invece, ha operato scelte nettamente diverse, inventando e pasticciando ‘nuove’ norme sempre peggiorative. Ricordando che è necessario il bando straordinario di almeno 20.000 posti nella fascia iniziale della docenza nei prossimi cinque anni, con un finanziamento nazionale certo, specifico e aggiuntivo, si ribadisce che è indispensabile prevedere CONTESTUALMENTE:
1. concorsi nazionali per posti nella fascia iniziale della docenza svolti da una commissione composta esclusivamente da ordinari tutti sorteggiati;
2. abolizione e il divieto di TUTTE le attuali figure che compongono la giungla del precariato (assegni, borse, contratti, ecc.), sostituendole con UNA sola figura a contratto, adeguatamente retribuita e con tutti i diritti, che duri al massimo TRE anni e con un numero di posti proporzionato agli sbocchi nella fascia iniziale della docenza. Queste sono, a nostro avviso, le uniche scelte in grado di rompere sul
serio l’attuale ‘catena di controllo’ anche umano sui docenti (dalla laurea alla conferma ad ordinario, e spesso anche oltre), attraverso la gestione (il mercato) di finti concorsi.

UN INVITO AL MINISTRO
Il ministro Mussi ha annunciato che nei prossimi giorni presenterà un
disegno di legge per trasformare il ruolo dei ricercatori in terza fascia
di professore (v. nota 2).
INVITIAMO il ministro Mussi a ritirare dalla Finanziaria la norma relativa
alla modalità dei concorsi a ricercatore su fondi ministeriali e a inserire
nel disegno di legge sulla terza fascia sia la riforma dei concorsi per i
posti relativi a questa fascia (con procedure nazionali uguali per i posti
su fondi ministeriali e per quelli su fondi di ateneo), sia la riforma della formazione ‘pre-ruolo’ (un’unica figura in sostituzione dell’attuale giungla di rapporti precari). In questo modo si utilizzerebbe uno strumento legislativo (il disegno di legge) istituzionalmente corretto per affrontare e risolvere in maniera organica i problemi INSCINDIBILI del precariato, della formazione
pre-ruolo, delle modalità di reclutamento nella fascia iniziale dei docenti
e del riconoscimento dei compiti effettivamente svolti dagli attuali
ricercatori.

9 ottobre 2006

Nota 1. V. il documento dell’ANDU “Finanziaria devastante per l’Università”:
http://www.bur.it/sezioni/sez_andu.php
oppure
http://www.orizzontescuola.it/article12115.html

Nota 2. Ci auguriamo che il ministro Mussi mantenga l’impegno formalmente assunto di avere un confronto reale con le Organizzazioni e le Associazioni universitarie PRIMA che il provvedimento sulla terza fascia sia presentato in Parlamento. Ci auguriamo anche che lo stesso Ministro voglia e sappia resistere alle pressioni della lobby accademica(soprattutto della sua componente ‘giuridica’) che nella penultima legislatura ha affossato una precedente legge sulla terza fascia.

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