PRODI SU UNIVERSITA’ E SCUOLA. SI CONTINUA?

Abbiamo più volte espresso la preoccupazione che l’attuale Opposizione, se dovesse ridiventare Maggioranza, possa riprendere l’opera di demolizione dell’Università statale cominciata nelle precedenti legislature: finta autonomia finanziaria, finta autonomia statutaria, finti concorsi locali, controriforma del CUN, “3 + 2″. Le posizioni e le iniziative ‘circolanti’ nel Centro-Sinistra (in particolare nei Ds), non allontanano questa prospettiva, nonostante i contenuti che sembrano essere presenti nella ‘scheda di programma dell’Unione per l’Università’ (nota 1).
E non meno preoccupazione inducono le posizioni di Prodi, espresse nelle trasmissioni di Vespa e di Fazio, sul “3 + 2″ (che a suo avviso non deve essere messo in discussione) e sul finanziamento delle Università private a discapito di quelle pubbliche (alla ripetuta richiesta di esprimersi Prodi è riuscito a non rispondere). “Una risposta arzigogolata” Prodi ha dato anche sulla Riforma Moratti della Scuola, come si legge nell’articolo “Delusione sul Professore. Precari scuola ‘Prodi sia chiaro sulla riforma'”, comparso sulla Gazzetta di Modena del 20 dicembre 2005, qui sotto riportato. Sul “3 + 2″ invitiamo a leggere l’articolo di Repubblica.it “Il flop delle lauree triennali. Niente lavoro e si resta all’università” (v. nota 2).

20 dicembre 2005

Nota 1. V. documento dell’ANDU “Unione e poteri forti trasversali”:
http://www.bur.it/sezioni/sez_andu.php 20 dicembre 2005

Nota 2. Per visualizzare l’articolo di Repubblica.it “Il flop delle lauree triennali. Niente lavoro e si resta all’università” cliccare: (non si deve spezzare la stringa di caratteri, altrimenti il collegamento fallisce!)
http://www.repubblica.it/2005/l/sezioni/ scuola_e_universita/ servizi/laureetriennali/laureetriennali/ laureetriennali.html

dalla Gazzetta di Modena del 20 dicembre 2005:

Delusione sul Professore
Precari scuola ‘Prodi sia chiaro sulla riforma’

di Vincenzo Brancatisano
“Ma perché Prodi non parla chiaro? E perché lo applaudono se ha appena detto che non abrogherà la Riforma Moratti?”. Non si fanno più illusioni i docenti, che stanno metabolizzando il disappunto verso le dichiarazioni di Romano Prodi rilasciate l’altra sera a Modena. Con una risposta arzigogolata, il Professore, dopo avere sparato a zero contro due o tre aspetti della Riforma Moratti, ha spiazzato l’intervistatrice con una brusca frenata. Quando gli è stato chiesto se la Riforma Moratti sarebbe la prima a cadere in caso di vittoria del centrosinistra, il candidato ha risposto: “Decada tutta o no, io non ho l’idea di distruggere. Gli aspetti che si salvano, si salvano. Gli altri li tiriamo via”. E’ il tipo di risposta che centinaia di migliaia di docenti temono dal centrosinistra, ma scatta lo stesso un applauso in sala, e non se ne parla più, si passa ad altro. Ad esempio agli aiuti economici che il nuovo governo darà agli studenti che si iscriveranno a Ingegneria (“non mi
vergogno di dirlo”) e alla Riforma Costituzionale. Quella sì, si deve abrogare totalmente e non c’è neppure il rischio che ciò non avvenga, assicura Prodi, visto che il referendum costituzionale non richiede un quorum per la propria validità.
Dunque, quando Prodi vuole essere chiaro lo sa essere. Di conseguenza, se non usa analoga nettezza verso la Riforma Moratti, vuol dire che le intenzioni sono ben diverse, analoghe a quelle della Margherita, che non vuole abrogare la riforma. Solo parlar male, non abrogare, e i docenti che da mesi si dicono sicuri che il centrosinistra abrogherà la legge Moratti non dovrebbero farsi tante illusioni. La Riforma sarà solo limata in opposizione all’ala abrogazionista che si sta coalizzando a sinistra con comitati promotori per l’eliminazione della
normativa. Ma i docenti (un elettorato determinante) chiedono: Quali aspetti si
salvano? Quali invece saranno aboliti? Il portfolio rimarrà? Saranno resuscitate le materie importanti appena abolite? E l’alternanza scuola-lavoro? L’entrata a gamba tesa nelle scuole da parte degli enti di formazione? L’obbligo scolastico? La devoluzione alle Regioni della futura istruzione professionale? La divisione della scuola in licei e scuole professionali? E il nuovo sistema di reclutamento degli insegnanti? E ancora: Il ruolo delle lingue? Il tempo pieno e prolungato? La
valutazione Invalsi? Le competenze dei dirigenti? E tutto il resto? “Perché Prodi non parla chiaro?”, si stanno chiedendo docenti di tutta Italia, che dicono di avere il diritto di sapere prima del voto le sue reali intenzioni. E tra i precari della scuola torna l’incubo della legge sul contestato superpunteggio della montagna. Contestato dalla sinistra sui giornali, ma approvato insieme alla destra in Parlamento.

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