NO AL DDL CRUI-MORATTI

Oggi comincia in Aula alla Camera la discussione del DDL governativo sullo stato giuridico dei docenti universitari, dopo il rinvio prodotto dalla forte mobilitazione del mondo universitario. Il 16 dicembre 2004 il ministro Moratti al CUN aveva annunciato l’accelerazione dell’iter parlamentare del suo DDL, con l’introduzione di alcune modifiche “prospettate . nel tavolo tecnico” (nota 1). 

Il 17 febbraio 2005 lo stesso Ministro alla Commissione Cultura della Camera ha meglio chiarito i contenuti delle modifiche anticipate a dicembre, modifiche richieste nei “documenti redatti dagli organismi di rappresentanza delle università”, cioè CRUI e CUN (nota 2). E in effetti la ‘nuova’ versione del DDL esposta dal Ministro sostanzialmente coincide con quanto previsto nel documento della CRUI, che nella sostanza va nella direzione opposta alle richieste del mondo
universitario (nota 3). Il fatto è che CRUI e CUN non sono “le istanze rappresentative del sistema universitario”, come sostiene invece il ministro Moratti, e non sono “i principali attori del settore”, come ha sostenuto il viceministro Caldoro (nota 4). La CRUI, la cui Presidenza da mesi ‘collabora’ con il Ministro, non può – per la sua stessa natura (somma di Rettori eletti per guidare singoli Atenei) – rappresentare e difendere l’autonomia del Sistema nazionale delle Università, e questo lo ha e lo sta ampiamente dimostrando. L’attuale CUN, organismo pluriprorogato per volontà del Ministro e da anni con una composizione illegittima, semplicemente non esiste. In realtà il Governo si ostina a non riconoscere la forza e le richieste di un movimento di protesta che esprime la volontà dell’intero mondo universitario e che si riconosce nelle posizioni e nelle iniziative delle Organizzazioni unitarie della docenza. Di fronte a tutto ciò risulta ancora più necessario riproporre, contro coloro che vogliono completare l’opera di smantellamento dell’Università statale, le richieste per consentire all’Università di non scomparire. In questa direzione è necessario, oltre che il ritiro del DDL governativo o a sua bocciatura, ribadire l’urgenza dell’approvazione di tre
provvedimenti che prevedano:
1. il bando nei prossimi anni di almeno 20.000 nuovi posti in ruolo nella erza fascia per i giovani docenti;
2. la TRASFORMAZIONE del ruolo dei ricercatori in terza fascia dei rofessori, con l’espressa previsione della loro partecipazione ai Consigli di facoltà;
3. la fine dell’attuale mercato dei concorsi, con una riforma che distingua nettamente il reclutamento (concorsi nazionali nella terza fascia) e l’avanzamento di carriera (giudizi nazionali individuali, con pieno e immediato riconoscimento della nuova qualifica, senza l’ulteriore chiamata della Facoltà dove il docente continua a lavorare), prevedendo uno specifico budget nazionale per i connessi incrementi stipendiali. È indispensabile che a tutti i livelli le commissioni giudicatrici nazionali siano composte solo da professori ordinari sorteggiati.

21 febbraio 2005Nota 1. Dal resoconto dell’intervento del ministro Moratti al CUN il 16 dicembre 2004:
“Il provvedimento introduce altresì la figura del ricercatore a contratto che sostituirà quella del ricercatore a tempo indeterminato introdotto nei primi anni ottanta. Sono state prospettate nelle diverse sedi di consultazione e nel tavolo tecnico ad hoc molte preoccupazioni. . Nellasede parlamentare, (il DDL) potrà essere ulteriormente perfezionato introducendo alcune modificazioni formulate da molte componenti nel corso del dibattito parlamentare. Si riferisce al superamento dell’abolizione del regime tempo pieno – tempo definito, all’allargamento delle liste di idoneità, alla durata dei contratti a termine per le giovani leve di ricercatori, alla possibilità di percorsi diversi entro il sistema universitario per chi non riuscisse a diventare professore associato entro 4/5 anni.”
= Nota 2. Dal resoconto dell’intervento del ministro Moratti il 17.2.05
alla Commissione Cultura della Camera:
” . A queste esigenze, ritiene, è finalizzato il disegno di legge sullo stato giuridico dei professori universitari, che, sciolte le due questioni pregiudiziali del blocco delle assunzioni e dell’adeguamento delle risorse, può riprendere il suo iter con la discussione del provvedimento in Assemblea, dove peraltro sarà possibile affrontare in un clima di aperto e sereno confronto le questioni di merito rimaste aperte. Al riguardo desidera ancora una volta assicurare che la sede degli approfondimenti e delle decisioni non può che essere il Parlamento e che le consultazioni svolte dal Governo con le istanze rappresentative dal sistema universitario – e precisamente con la Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI) e il Consiglio universitario nazionale (CUN) – non si configurano come tavoli di confronto bensì esclusivamente come tavoli tecnici, che stanno continuando a lavorare per individuare soluzioni maggiormente condivise. Sottolinea quindi che i documenti redatti dagli organismi di rappresentanza delle università hanno peraltro evidenziato, in previsione del dibattito in Assemblea, alcune criticità, suggerendo conseguenti modifiche al testo. Al proposito, segnala, in particolare: la richiesta di ricorrere allo strumento della legge delega soltanto per la disciplina del reclutamento, disciplinando lo stato giuridico con legge ordinaria; la richiesta di conservazione della distinzione tempo pieno/tempo definito; l’esigenza di prevedere l’assunzione da subito a tempo indeterminato per i professori ordinari ed associati, con conseguente eliminazione del periodo di straordinariato; l’introduzione di una figura permanente, dedicata alla ricerca, a tempo indeterminato, per i nuovi ricercatori che non superino il giudizio di idoneità a professore associato; l’aumento al 50 per cento della quota aggiuntiva rispetto ai posti da coprire, riservata ai ricercatori in possesso di determinati requisiti, nei giudizi di idoneità per la fascia dei professori associati.Dichiara quindi che, rispetto ai punti sopra enucleati e ad ulteriori indicazioni che potranno emergere nel dibattito in Assemblea, il Governo si rende disponibile a valutare eventuali proposte emendative, peraltro in linea con gli obiettivi sopra richiamati. .”
Nota 3. V. documento dell’ANDU “DDL CRUI(?)-Moratti” del 27.1.05.

Nota 4. V. documento dell’ANDU “DDL. Attori e comparse” in:
http://www.bur.it/sezioni/sez_andu.php 10 febbraio 2005

Nunzio Miraglia – Coordinatore nazionale dell’ANDU (Associazione Nazionale Docenti Universitari)

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