1. LA RIFORMA DELLO STATO GIURIDICO DEI DOCENTI UNIVERSITARI 2. LA RIFORMA DEL CUN 3. IL CONGRESSO NAZIONALE DELL’ANDU

1. LA RIFORMA DELLO STATO GIURIDICO DEI DOCENTI UNIVERSITARI
Da mesi il ministro Moratti tenta di farsi approvare dal governo il disegno di legge-delega elaborato dalla Commissione De Maio per potere iniziare l’iter parlamentare. L’ultima versione (sostanzialmente identica alle precedenti) è stata inviata l’8.1.04 alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (v. testo e
documenti connessi in
http://cnu.cineca.it/notizie04/ddl-stato-giuridico.pdf). Su tale progetto riproponiamo alcune parti del documento dell’ANDU del febbraio 2003 “Progetto. De Maio-Moratti. Pessimo e pericoloso”. (Testo completo in http://www.bur.it/sezioni/sez_2a_2.php venerdì 07/02).
“Se il progetto De Maio-Moratti di riforma dello stato giuridico dei docenti universitari dovesse essere approvato, si avrebbero queste conseguenze:
1. Una sola commissione nazionale gestirebbe le idoneità, ora decise da varie commissioni nazionali (eccetto il membro ‘interno’) formate per ogni posto bandito. In concreto, si darebbe il potere di veto (ma non di reclutamento) ai gruppi dominanti nazionalmente i vari settori scientifici-disciplinari e si ridurrebbe l’attuale numero (il doppio dei posti banditi) di idoneità, rendendolo di poco maggiore del numero dei
posti messi a concorso. Questa modifica costituisce principalmente un messaggio politico per escludere ogni possibilità che il passaggio da una fascia all’altra della docenza avvenga per valutazione individuale
dell’idoneità dei candidati. Sarebbe questo l’unico modo per smantellare il mercato dei concorsi e per evitare che a un ricercatore dichiarato idoneo ad associato o a ordinario e che a un associato dichiarato idoneo a
ordinario si possa non riconoscere ‘operativamente’ e automaticamente la qualità superiore delle mansioni didattiche e scientifiche che sta svolgendo: una follia giuridica e umana considerata assolutamente ‘normale’ in un mondo accademico dove arbitrii e privilegi sono la norma. In sostanza si continua a rimescolare le carte invece che cambiarle.
2. Si manterrebbe l’attuale periodo di conferma (3 + 3) che però sarà svolto in una situazione di “contratto a tempo determinato”, anziché in ruolo. La vera importante novità è che la ‘conferma’ sarà decisa dai
Consigli di Facoltà e non più da commissioni nazionali di settore. In tal modo, a parte ogni altra considerazione, sarà accresciuto enormemente quel potere locale che si dice invece di volere ridurre.
3. L’attuale ruolo dei ricercatori sarebbe sostituito con contratti di 10 anni. In tal modo si allontanerà di almeno 10 anni la possibilità per i giovani (si fa per dire, a quel punto) di entrare in un ruolo stabile;
inoltre, si emargineranno ulteriormente gli attuali ricercatori che stanno svolgendo un’attività di piena docenza, e che saranno dirottati in un binario morto, come è un ruolo ad esaurimento. In altri termini, il ‘nuovo’ modello è quello degli assistenti a termine (i nuovi contrattisti), gli assistenti in ruolo (gli associati), i professori veri (gli ordinari).
Ed è quest’ultima la vera novità del ‘grande’ progetto di riforma prodotto dopo mesi di intenso lavoro da una qualificatissima commissione ministeriale (8 rettori, in carica o ex, su 13 componenti).”

2. LA RIFORMA DEL CUN
La composizione del Consiglio universitario Nazionale (CUN) ha una importanza fondamentale per il ruolo e la natura stessa di questo Organismo. La legge attuale non definisce la partecipazione della
componente docente, delegando al Ministro di stabilire il numero delle aree scientifico-disciplinari (e, quindi, il numero complessivo dei rappresentanti) e le modalità di elezione.
Per la composizione dell’attuale CUN il Ministero ha deciso per le ‘solite’ 14 aree e per l’elezione per categorie separate. Alla luce dell’attività e del ruolo svolto dal CUN attuale, ampiamente scaduto e con una composizione da tempo illegittima, si è chiesto al Ministro di rinnovare il CUN prevedendo la costituzione di un numero limitato di aree (6-7) numericamente equivalenti ed elettorati attivi e passivi comuni di ordinari, associati e ricercatori.
E ciò per:
1. consentire una scelta dei rappresentanti dei docenti non legata agli interessi di settori accademici ristretti;
2. evitare le logiche categoriali-corporative;
3. applicare l’elementare principio di una rappresentanza proporzionale alla consistenza delle aree;
4. dare più peso alle rappresentanze degli studenti e del personale tecnico-amministrativo.
A fronte di tutto ciò il Ministero sta presentando un disegno di legge che fa diventare legge quella che è già stata una scelta politico-accademica dell’ex sottosegretario Guerzoni: ogni area (il cui numero rimane delegato al Ministro) esprimerà un ordinario, un associato e un ricercatore eletti dalle rispettive fasce. Nella stessa legge viene specificato quello che, logico e sensato, poteva già essere applicato: il rappresentante che cambia di fascia decade. Nello stesso disegno di legge si modifica la composizione della corte di
disciplina attualmente composta da 3 ordinari (tra cui il presidente), 2 associati e 2 ricercatori.
La nuova Corte sarà invece composta da 3 ordinari, 1 associato e 1 ricercatore. Finalmente, a differenza di quanto avviene attualmente, la composizione della nuova Corte “resta invariata indipendentemente dalla
qualifica posseduta dal soggetto incolpato”.
L a nuova composizione ‘gerarchica’ della Corte si ispira ad una logica baronale contraria ad ogni elementare principio giuridico.

3. IL CONGRESSO NAZIONALE DELL’ANDU
Il 27 febbraio 2004 si terrà a Roma alle 10.30 (Sala delle Teleconferenze al Rettorato di Roma 1) il Congresso nazionale dell’ANDU. Si discuterà, in particolare, su:
– Riforma dello stato giuridico dei docenti universitari;
– Riforma del governo degli Atenei e del CUN;
– Blocco delle assunzioni.

Alla riunione possono partecipare tutti i docenti, iscritti e non iscritti.

Per iscriversi all’ANDU basta compilare i due moduli che si possono ‘scaricare’ cliccando su http://www.bur.it/sezioni/moduliandu.rtf
Quasi tutti i più recenti documenti dell’ANDU si trovano in
http://www.bur.it/sezioni/sez_2a_2.php

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